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Cronaca

Eleonora Schonwald rinnova l'appello alla Provincia: "Pronta ad occuparmi dei 67 daini"

Quindi si è detta "disposta ad aprire ai bambini ed alle scuole i luoghi in cui verranno ospitati i daini, affinché tutti possano ammirare, risparmiati dalla morte per volontà dei cittadini, questi splendidi ed innocenti animali dagli occhi umani".

Eleonora Schonwald, la donna che si è offerta di prendersi cura dei 67 daini destinati all'abbattimento nella sua azienda di animali di Castiglione di Ravenna, rinnova il suo appello alla Provincia affinché "mi vengano consegnati in custodia i capi in esubero nella pineta di Classe, anche senza cessione di proprietà, con impegno ad accollarmi tutte le spese necessarie per la cattura, l’eventuale adeguamento delle strutture per l’accoglimento e per il successivo mantenimento". Schonwald lancia due ulteriori proposte.

La prima è che si dichiara "disponibile ad un’iniziativa pilota attraverso un progetto sperimentale di sterilizzazione dei daini consegnatimi in custodia, in modo da avviare un protocollo di contenimento delle nascite finalizzato al livellamento numerico della popolazione monitorata, progetto che potrebbe fornire una soluzione praticabile anche per i prossimi anni, quando saremo d’accapo". Quindi si è detta "disposta ad aprire ai bambini ed alle scuole i luoghi in cui verranno ospitati i daini, affinché tutti possano ammirare, risparmiati dalla morte per volontà dei cittadini, questi splendidi ed innocenti animali dagli occhi umani".

Scrive Schonwald: "L’atteggiamento della Provincia di Ravenna resta incomprensibile e decisamente in contrasto con la tutela del benessere animale, oltreché insensibile alle istanze dell’opinione pubblica contraria alla violenza insita nell’attività venatoria. Impressionante il numero delle firme raccolta a favore della tutela di questo bene indisponibile dello Stato italiano: ad oggi oltre 14mila sottoscrizioni alla petizione lanciata quattro giorni fa https://www.change.org/p/adulti-e-bambini-per-salvare-i-daini , quasi 11 mila a quella lanciata il 14 novembre https://secure.avaaz.org/it/petition/Provincia_di_Ravenna_e_Prefettura_STOP_all_abbattimento_dei_67_daini_del_Parco_pubblico_di_Classe_a_Ravenna/?sLVDaib , senza contare il “mail bombing” ininterrotto che ancora colpisce gli Uffici delle Amministrazioni".

"Dicono che gli ungulati si cacciano in tutte le province italiane e che, quindi, anche a Ravenna si deve fare così, ma dimenticano un particolare molto importante che fa la differenza, e cioè che, nel caso dei 67 daini della Pineta di Classe, esiste la concreta possibilità di evitare il ricorso a metodi sanguinari e di salvare gli animali in esubero collocandoli presso un’area adeguata in cui sarebbero monitorati e tenuti sotto controllo - aggiunge -. Dicono che la delibera è giustificata dalla necessità di tutelare la pubblica sicurezza, eliminando il rischio di incidenti stradali e ferroviari cagionati dal sovrannumero di daini, ma si dimostrano irresponsabili nell’autorizzare il massacro di questi animali con l’uso di armi ad ampia gittata su terreni non recintati e quindi liberamente accessibili da ignari visitatori".

"Dicono che non possono cedere a privati la fauna selvatica “viva”, in quanto patrimonio dello Stato, ma consentono la vendita a privati delle carni macellate e quindi della fauna selvatica “morta”; mi chiedo, inoltre, a vantaggio di chi vada il relativo profitto economico - conclude -. Mi chiedo come mai l’abbattimento venga eseguito da cacciatori privati anziché da personale abilitato del Corpo Forestale dello Stato, trattandosi di un piano di contenimento di animali presuntivamente “pericolosi” giustificato da esigenze di pubblica sicurezza".

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