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Cronaca

Berkan B, rimosso l'ultimo pezzo del relitto. Italia Nostra: "Impresa resa quasi impossibile dalla negligenza"

"Millecinquecentosette giorni: tanti ne sono trascorsi dal quel 5 ottobre del 2017 quando lo sfortunato cargo turco si spezzò in due"

Si sono concluse con successo sabato mattina le operazioni di rimozione del relitto della motonave Berkan B nel porto di Ravenna. Per poter effettuare le complesse operazioni di sollevamento dell’ultimo troncone del relitto, del peso di circa 800 tonnellate, la società Fagioli ha sviluppato una soluzione tecnica unica e probabilmente mai adottata in Italia studiando un tiro combinato di tre gru tralicciate della portata complessiva di 1750 tonnellate posizionate su un mezzo navale. Le gru hanno preso carico in modo graduale durante la notte fino al sollevamento finale e successivo posizionamento, avvenuto durante la mattinata, su una chiatta oceanica precedentemente allestita.

Nelle prossime ore saranno completate le attività di messa in sicurezza e il pontone inizierà il suo ultimo viaggio verso il cantiere di demolizione di Piombino. Il progetto è stato particolarmente impegnativo dal punto di vista prima ingegneristico e poi operativo, anche a causa della differenza riscontrata tra i dati tecnici storici di riferimento della nave e quelli realmente riscontrati durante le varie attività di progetto. Per l’operazione Fagioli ha impegnato oltre 40.000 ore lavoro tra ingegneria e tecnici specializzati. "Il recupero del relitto della Berkan B - ha affermato Fabio Belli, Amministratore Delegato Fagioli - è stato un'altra impresa unica nel suo genere che ha visto i tecnici Fagioli protagonisti grazie alla propriaindiscussa capacità tecnico-operativa che ha consentito lo svolgimento dei lavori nel rispetto dei più alti standard di qualità, sicurezza e attenzione all’ambiente”. 

Italia Nostra

"Millecinquecentosette giorni: tanti ne sono trascorsi dal quel 5 ottobre del 2017 quando lo sfortunato cargo turco si spezzò in due per operazioni di demolizione che anche un bambino avrebbe potuto intendere essere errate. Lo stesso bambino si sarebbe chiesto tante altre volte quale fine avrebbe potuto fare quella nave spezzata lasciata in balia degli eventi meteomarini senza che nessuno muovesse un dito. Oggi riemerge dai fondali dell’antica Pialassa Piomboni trasformata in discarica l’ultimo blocco della poppa e sale sul pontone Amt Mariner per l’ultimo viaggio della Berkan B verso Piombino". Ad affermarlo è Italia Nostra, sezione di Ravenna.

"Nel mezzo - prosegue Italia Nostra - una vicenda delle più invereconde, diventata la favola della portualità italiana, e che non val la pena ripercorrere in una giornata lieta come questa. Ci chiediamo solo perché fu concessionata quella banchina, quando in Italia un unico cantiere è autorizzato a termini di legge ad effettuare demolizioni navali, ed un altro, PIM di Piombino, lo è diventato grazie a questa vicenda. Ma questa è un’altra storia, che continuerà nei prossimi mesi, come nei prossimi mesi continueranno gli esborsi per le casse pubbliche a conclusione dei lavori – se resteremo entro i 15 milioni di euro potremo dirci fortunati – e come continueranno i danni ambientali per il delicato ecosistema della Pialassa". 

"Oggi ringraziamo soltanto tutti coloro che non si sono voltati dall’altra parte: cittadini, associazioni, esperti che a vario titolo si sono offerti, il Ministero della Transizione Ecologica ed in particolare il Comandante del RAM Ammiraglio Caligiore giunto a Ravenna per verificare i lavori dal punto di vista ambientale, qualche raro politico, e tutti coloro che hanno lavorato, in mezzo a decine di incompetenti, attorno al relitto, per la buona riuscita di questa difficilissima e pericolosa impresa resa quasi impossibile dalla negligenza ed incapacità di altri.  Ma la battaglia è appena iniziata: la discarica Piomboni attende la bonifica degli altri cinque relitti, e i cittadini non si fermeranno". 

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