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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Faenza

Sistemazione degli argini dei fiumi, Coldiretti: "Spese a carico dei frontisti? Non sono capri espiatori"

L'organizzazione degli agricoltori ravennate manifesta dubbi sugli indirizzi della Regione. Il direttore Zampini: "Inaccettabile che gli agricoltori ai quali fino al 15 maggio erano vietati interventi sugli alvei, vengano considerati responsabili di quanto avvenuto"

C’è malcontento tra gli agricoltori della Romagna Faentina. Ad esprimere la posizione in maniera netta, facendosi carico delle reazioni dei frontisti è Coldiretti Ravenna, che in un comunicato ha manifestato il proprio dissenso relativamente alla linea che “andrebbe ad adottare la Regione Emilia Romagna tramite l’Assessorato all’Ambiente e Difesa del suolo e della costa, in merito alla gestione post alluvione dell’invaso dei tratti dei fiumi dell’area dell’Appennino privi di arginatura”.

Il nodo della questione riguarda la sistemazione di alcuni tratti nelle proprietà agricole private. “Da quanto emerso - spiega l’organizzazione -, pare che la Regione non intenda procedere alla sistemazione di questi tratti assumendo la motivazione che nelle zone prive di arginatura la gestione sarebbe a carico dei frontisti”. Da qui le preoccupazioni degli agricoltori: “Una decisione simile fa intendere che le sistemazioni non saranno inserite nelle richieste di danni e pertanto che quanto provocato dalla catastrofica alluvione non sarà computato nelle opere di ripristino. Abbiamo chiesto ai sindaci, anche tramite l’interessamento diretto dei nostri Presidenti delle sezioni faentine, di intervenire al fine di chiarire anche in sede di Unione dei Comuni gli aspetti nebulosi di questa gestione regionale dei fiumi post alluvione”. Secondo Coldiretti infatti, i costi di ripristino a fronte dell’eccezionalità del danno non possono essere imputati ai frontisti, ai quali “sino al giorno prima dell’evento era vietato qualsiasi approccio o attività vicino al corso dei fiumi”.

Il direttore di Coldiretti Assuero Zampini

“Sappiamo – commenta il Direttore di Coldiretti Ravenna - che alcuni sindaci da noi informati hanno già manifestato la nostra medesima preoccupazione. Sarebbe totalmente inaccettabile che gli agricoltori frontisti, ai quali fino al 15 maggio era assolutamente vietato qualsiasi intervento sugli alvei, venissero considerati dal 18 maggio praticamente responsabili di quanto avvenuto, sulla base tra l’altro di un obbligo di ripristino calato dall’alto e con costi per progetti e interventi di sistemazione, peraltro soggetti ad autorizzazioni regionali, non conteggiati tra i danni alluvionali e quindi tra i risarcimenti. Questo disastro non può oggi essere scaricato sui frontisti, essi sono vittime. Non trasformiamoli, dunque, in capri espiatori”.

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