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Cronaca

Dopo Ravenna anche Piombino dà il via libera al rigassificatore: 10 miliardi di gnl in più all'anno

I due rigassificatori, che complessivamente hanno una capacità di rigassificazione di circa 10 miliardi di metri cubi l'anno, si aggiungeranno quindi ai tre già attivi di Panigaglia, di Livorno e di Rovigo

Con il via libera del presidente della regione Toscana Eugenio Giani all'autorizzazione all'installazione del rigassificatore nel porto di Piombino si compie un passo decisivo per migliorare la sicurezza degli approvvigionamenti in Italia per far fronte allo stop delle forniture di gas russo legato al conflitto in Ucraina. Il nuovo rigassificatore sarà in grado di garantire dalla prossima primavera 5 miliardi di metri cubi di gnl all'anno. Con Ravenna, che nei giorni scorsi ha ottenuto il via libera bipartisan del Consiglio comunale al progetto del rigassificatore galleggiante che sarà ancorato al largo della costa, si arriverà complessivamente a circa 10 miliardi metri cubi l'anno.

I due rigassificatori, che complessivamente hanno una capacità di rigassificazione di circa 10 miliardi di metri cubi l'anno, si aggiungeranno quindi ai tre già attivi di Panigaglia, di Livorno e di Rovigo che complessivamente hanno una capacità di circa 16,25 miliardi di metri cubi l'anno. Nel dettaglio il rigassificatore di Panigaglia di Snam, in provincia di La Spezia, ha una capacità di 3,5 miliardi di metri cubi l'anno; l'Olt, il rigassificatore galleggiante al largo di Livorno (detenuto al 49% da Snam, al 48,2% da First Sentier Investors e al 2,69% da Golar Lng 2,69%), ha una capacità di 3,75 miliardi di metri cubi l'anno mentre l'Adriatic Lng, l'impianto posto al largo di porto Viro in provincia di Rovigo (detenuto al 70,7% da ExxonMobil, al 22% da Qatar Energy e al 7,5% da Snam), ha una capacità di 9 miliardi di metri cubi l'anno.

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Questi due nuovi rigassificatori che permetteranno all'Italia di rafforzare la sua sicurezza energetica non potranno sostituire completamente le forniture di gas dalla Russia, ed è proprio per quello che sono allo studio diversi progetti per rafforzare ulteriormente le capacità di approvvigionamento. Nei giorni scorsi l'ad di Eni, Claudio Descalzi, ha spiegato come sarebbe utile riavviare il rigassificatore di Gioia Tauro: "Il gas - aveva spiegato - ci accompagnerà ancora per molto tempo e abbiamo bisogno di una ridondanza di installazioni. La Spagna consuma 30 miliardi di metri cubi ma ha rigassificatori per 65-70 miliardi metri cubi, noi ne consumiamo 75 ma abbiamo rigassificatori per 17 miliardi. E' chiaro che avere i 2 mobili da 5 miliardi e avere un ulteriore terzo entrerebbe in quella ridondanza di infrastrutture che può far tenere i prezzi più bassi, perché in un mercato libero l'offerta deve superare la domanda, non ci sono santi per avere dei prezzi bassi e il nostro sforzo è quello ma poi bisogna avere anche degli elementi di recezione".

Il riavvio del rigassificatore di Gioia Tauro, quindi, sarebbe auspicabile ma rafforzando la dorsale adriatica dove, aveva spiegato Descalzi, oggi può passare solo un limite di metri cubi. E proprio la cosiddetta 'Linea Adriatica', il progetto finalizzato a rafforzare la rete gas nel Centro Italia, composto da cinque tratti di metanodotto distinti (due dei quali già in esercizio da alcuni anni) finalizzati a incrementare la capacità di trasporto gas da Sud verso Nord, è ancora in attesa di autorizzazione per gli ultimi due tratti. Una 'Linea Adriatica' che assume particolare rilievo nella prospettiva di un potenziale ulteriore incremento dei flussi da Sud, legata per esempio a un’espansione del gasdotto Tap, a un maggiore apporto dall’Algeria e dagli altri punti di ingresso del Centro-Sud oppure a futuri nuovi progetti di importazione, come previsto dalla Comunicazione del RePowerEu. Il livello di riempimento degli stoccaggi in Italia si attesta ad oltre il 94% (94,8% al 23 ottobre ) contro 93,61% come media Ue. (Adnkronos)

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