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Cronaca Faenza

Case ancora senza porte e finestre a Faenza: Protezione civile ed Esercito alle prese con fango e buche

A quattro settimane dall'alluvione parte della città è ancora alle prese con fango e devastazione. Al lavoro ditte, Esercito e Protezione Civile. Ponte delle Grazie ancora chiuso.

Tolti i numerosissimi volontari, che enormemente d’aiuto sono stati ai cittadini di Faenza nei weekend trascorsi, restano le scene di devastazione susseguenti al “disastro epocale con caratteri apocalittici”. Parole queste utilizzate in consiglio comunale per definire l’alluvione da Massimo Isola, sindaco di una città non solo ferita ma anche divisa. Perchè se in una parte di città la quotidianità non si è mai fermata o ha ripreso, lentamente, le proprie abitudini, ce n’è un’altra di parte che ancora sta lottando con fango, polvere e macerie. A quattro settimane dalla seconda alluvione una squadra dell’Esercito sta movimentando terra in via Lesi. Nel frattempo in via Fratelli Bandiera, dove gli argini rotti del Lamone sono stati visibilmente ripristinati, i mezzi di spurgo e di rimozione delle macerie sono ancora al lavoro.

Argini ripristinati via fratelli bandiera faenza

Sul lato residenziale della strada ci sono case a pianterreno senza porte e finestre, qualcuna senza cancello, e molti garage senza saracinesca completamente vuoti. Da quelli interrati nelle immediate vicinanze, si dipanano reticoli di pompe e tubi collegati a grandi camion. Quasi nessun civile in giro per strada, come in via Renaccio, la strada che costeggia il fiume riaperta dopo la rimozione del muro sfondato dalla fiumana. All’incrocio con via Lapi, che per settimane è stata affollata da migliaia di giovani (e non solo, ndr) infangati dalla testa ai piedi, stavolta con pale e badili nelle mani ci sono una decina uomini e donne con indosso magliette bianche infangate e caschetti gialli e blu. “Protezione Civile” la scritta salvifica che si legge negli automezzi al loro fianco. I semafori sono spenti, in corrispondenza dei tombini aperti sono ancora posti dissuasori mobili, e lungo le strade decine di attività sono inevitabilmente chiuse. Qualcuna, come nel caso di Piazza Ferniani, presenta il cordone bianco e rosso di fronte all’ingresso. Buca in Piazza Lanzoni a FaenzaIn diverse strade del Borgo invece, l’acqua e il fango hanno lasciato posto a profonde buche, come quella che ha comportato la chiusura di Piazza Lanzoni. Circa 10 centimetri di spaccatura verticale da cui si intravede il vuoto sottostante. Il Ponte delle Grazie, che peraltro dovrà essere sottoposto a lavori già finanziati e approvati ben prima dell'alluvione, è chiuso, e l’accesso ai veicoli è interdetto da barriere in cemento armato. La zona a ridosso dell’argine, dove i mezzi pesanti hanno scaricato il fango nei giorni scorsi, è invece protetta da teli. Le squadre lì, come in via Ragazzini, via Cimatti, via Torretta e strade limitrofe sono ancora al lavoro. In generale nel Borgo di Faenza verso il centro storico il fango trionfa ancora cromaticamente nei marciapiedi e nelle aree verdi. Al Parco Calamelli tra i giochi per bambini e nella fontana di Ridracoli di forma triangolare si confondono i cassonetti divelti e trascinati dalla corrente. Residui di “ferite ancora aperte” come qualcuno ha riferito, ad indicare che, nonostante i riflettori nazionali lentamente si stiano spegnendo, in varie zone della città, e più in generale della Romagna ci sia ancora molto lavoro da fare.

Rimozione rifiuti via Borgotto

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