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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Faenza

Oltre 600 firme in pochi giorni: il "Galet de Paciug" diventa un'opera permanente

In pochi giorni raccolte oltre 600 firme. Ora l’associazione Fatti d’Arte avvierà una raccolta fondi per trasformare l’opera in una installazione permanente. Potrebbe entrare nel Museo all’Aperto cittadino ed essere ricollocata in un parco

Da opera temporanea a permanente. E' questa la strada che si proverà ad intraprendere per ‘E Galet de Paciug’, il galletto con il badile realizzato da Alessandro Turoni, simbolo della ripartenza dopo l'alluvione. L'opera era stata posizionata sulla rotonda Lama, di fronte al Fontanone di Faenza in occasione de 'La Borda', prima parte della rassegna artistica 'Le prospettive estive per il Fontanone' curata ed organizzata dall'associazione Fatti d'Arte. Sin dai primi giorni di esposizione il galletto aveva attirato l'attenzione dei cittadini, di cui la maggior parte ne aveva apprezzato il significato. Per questo motivo, quando le raffiche di vento delle scorse settimane avevano abbattuto l'opera, l'associazione, l'artista e il comune erano stati subissati di richieste di ripristino.

Il galletto, composto da materiali di recupero, era stato quindi ricostruito e reso più stabile nelle ore immediatamente successive grazie all'impegno dell'artista e dei volontari dell'associazione. Proprio l'associazione, nei giorni seguenti, aveva comunicato a mezzo stampa e sui propri canali, che trattandosi di un'opera temporanea sarebbe stato rimosso una volta terminata la rassegna, ma che, sempre in virtù delle richieste ricevute, era stata inoltrata all'amministrazione comunale, una richiesta per la proroga dell'esposizione fino alla fine di agosto.

I cittadini tuttavia, in forma palese, hanno chiesto che l'opera diventasse permanente, e a suffragare questa direzione sono pervenute all'associazione oltre 600 firme in pochi giorni, spingendo l'associazione a convocare una conferenza stampa per spiegare quale sarebbe stato il futuro dell'opera. Lunedì mattina quindi la presidente di Fatti d'Arte Veronica Bassani, insieme al curatore della mostra Filippo Maestroni, all'artista Alessandro Turoni, al dirigente del settore territorio della Romagna Faentina nonchè coordinatore del Museo Aperto di Faenza Lucio Angelini, e al Sindaco Massimo Isola, hanno chiarito quali sarebbero stati i passaggi per rendere il galletto un'opera permanente.

"Sono arrivate tantissime richieste in privato e tramite l’associazione - ha dichiarato Veronica Bassani -, e quando la comunità chiede qualcosa bisogna ascoltarla. Ci siamo emozionati per l’affetto dimostrato dalle tante persone. La nostra progettualità doveva terminare il 27 luglio, ma la situazione si è evoluta in qualcosa di più grande di noi. Alcuni privati ci hanno chiesto di poterla acquisire ma abbiamo preferito parlare con il comune per far sì che l'opera restasse pubblica”.

Il sindaco Massimo Isola, è intervenuto precisando che: “Come amministrazione siamo quotidianamente impegnati nella lotta di ricostruzione della città, e questa è la responsabilità principale. Le nostre attenzioni sono tutte in direzione amministrativa. E’ evidente che l’evento, che ha scosso e sconvolto in modo così drammatico la comunità, avrà bisogno di una riflessione sui simboli, anche della memoria. E come comunità ci dovremo interrogare in modo più strutturato. Questo gesto artistico così semplice, forte e interessante purtroppo racconta una storia drammatica per la nostra comunità, e una parte importante dei cittadini lo ha identificato come un simbolo che raccontava la risposta della comunità all’emergenza. L’associazione Fatti d’Arte ci ha proposto una raccolta firme, e ci siamo confrontati sulla possibilità di installarlo in modo permanente. Il Fontanone non potrà essere il luogo adatto, quindi valuteremo il prossimo mese la collocazione migliore".

Sicuramente se si riusciranno a reperire i fondi necessari, l'opera entrerà a far parte del Museo all'Aperto "che non è una galleria ma il racconto di incontro tra arti creative e città", ha detto il primo cittadino, a cui ha fatto eco l'architetto Angelini: "E' un’opera che diventerà veicolo di informazione, per fare conoscere quanto accaduto. L’accoglieremo volentieri nel museo all’aperto, che come museo è stato formalizzato nel 2014 e raccoglie tutte le opere diffuse dal primo 900 all'età contemporanea. Si tratta di opere che tutti possono vivere solo prestando un po’ di attenzione ai luoghi. Oggi contiamo 92 opere d’arte. Pensare quest’opera in un contesto stabile significa trasformarla per renderla permanente".

Ora quindi sarà attivata una raccolta fondi per la trasformazione, al netto di un contributo di 2500 euro che una concessionaria torinese ha già fatto pervenire. Complessivamente serviranno risorse tra i 10 e i 15 mila euro. "Lavoreremo in economia - ha spiegato Alessandro Turoni -, il galletto ha una struttura di metallo che andrebbe rifatta, e poi i pezzi di legno dovranno essere trattati per poter essere esposti all'aria aperta".

Non è ancora chiaro dove sarà eventualmente esposta. L'associazione spera di reperire i fondi entro la fine di agosto, quando scadrà il periodo di proroga dell'installazione di fronte al Fontanone. Per questioni di sicurezza e di viabilità sarà comunque difficile l'esposizione in una rotatoria, e in particolare per questioni di paesaggio sarà impossibile rivederla nuovamente in prossimità del monumento. Più probabile invece che possa essere destinata ad un'area verde, ed in particolare l'amministrazione valuterà un luogo vicino ai quartieri pesantemente toccati dall'alluvione. Per non dimenticare e soprattutto per ricordare come i romagnoli si sono ridestati dal drammatico evento.

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