rotate-mobile
Cronaca

Un impianto fotovoltaico galleggiante nell'ex cava: "Sarebbe il più grande d'Europa, ma da 2 anni aspettiamo l'ok"

L'impianto potrebbe produrre l'energia che consumano 10mila famiglie in un anno. Doveva essere un iter autorizzativo di 900 giorni, ma ormai i tempi sono quasi raddoppiati

Potrebbe essere una grande innovazione in fatto di rinnovabili, garantendo energia pulita pari a quella consumata da circa 10mila famiglie in un anno, e risulterebbe anche l'impianto più grande in Europa con queste caratteristiche. Ma si deve ancora usare il condizionale per l'impianto fotovoltaico flottante nell'ex Cava Manzona, poiché l'iter autorizzativo del progetto, partito nel 2019, è ancora in attesa di una risposta da parte del Ministero.

Il progetto

A raccontarci i dettagli di questo progetto è Cristiano Vitali, della società C.M. Solar che ha sviluppato l'idea di un impianto a energia solare flottante nello specchio d'acqua della ex cava che sorge nei pressi della statale Adriatica e dell'abitato di Savio. Un progetto nato nel 2019, seguendo le linee guida uscite su questi nuovi tipi di impianti, con l'intenzione "di realizzarne uno in zone marginali o in aree dismesse", spiega Vitali. Poi la società trova l'ex Cava Manzona "vecchia" e dà il via al progetto. L'impianto fotovoltaico flottante nell’ex Cava Manzona prevede una "struttura in alluminio sorretta da zattere galleggianti per creare un piano stabile, ma permeabile", sul quale verrebbero poi installati dei "pannelli fotovoltaici bifrontali", precisa l'esponente della società C.M. Solar, ovvero delle apparecchiature in grado di assorbire sia l'energia che arriva direttamente dal sole, sia quella riflessa dall'acqua presente nell'ex cava. Pannelli che sarebbero inoltre adatti a resistere all'umidità, posti a circa un metro di altezza dall'acqua e con pompe per tenere in movimento l'acqua.

Il tutto prevede anche un piano di mitigazione per non disturbare la fauna locale. L'intero impianto occuperebbe inoltre poco più del 50% dello specchio d'acqua della cava. Per le dimensioni, l'impianto fotovoltaico flottante dell'ex Cava Manzona risulterebbe "il più grande d'Europa su acque interne". Un impianto in grado di produrre circa 31 megawatt di potenza che, calcolando un consumo medio annuo per famiglia di 4mila kilowattore, sarebbe sufficiente a dare energia a circa 10mila famiglie. Energia che poi verrebbe immessa "in rete senza nessun incentivo pubblico", dichiara Vitali e che quindi si sosterrebbe secondo le leggi di libero mercato.

ex cava manzona 1

L'iter autorizzativo

Un'idea innovativa, simile per certi aspetti a quella di Agnes sul mare Adriatico, e che allo stesso modo si scontra con i tempi lunghi dell'autorizzazione. La speranza iniziale della società era quella di contare su tempi brevi per l'approvazione del progetto, "ma è dal 2019 che continua questo iter autorizzativo", riferisce Vitali. L'intero percorso per giungere all'esito positivo finale veniva stimato in circa 900 giorni, oltre due anni e mezzo, "ma ora siamo a circa 1500 giorni". Nel frattempo la società ha dovuto sostenere i costi necessari, dalla caparra per l'acquisto del terreno, ai costi necessari "per bloccare la capacità di immettere energia nel sistema pubblico", alle spese necessarie per la redazione del progetto. "Un totale di oltre 600mila euro", afferma Vitali.

L'iter autorizzativo era dunque partito nel novembre 2019, con la definizione del contratto di acquisto ex cava e richiesta connessione, poi era stata ottenuta la soluzione tecnica di allaccio alla rete elettrica Terna nel maggio 2020; è stata accettata la Tica a settembre 2020 ed è stato validato il progetto di connessione a ottobre 2021. Poi i tempi hanno iniziato ad allungarsi Il deposito della procedura di Via (valutazione di impatto ambientale) è stato effettuato presso il Mise (Ministero dello Sviluppo Economico) il 7 dicembre 2021, e dopo la prima conferenza dei servizi (passaggio alla fase tecnica della Via nazionale) avvenuta nel luglio 2022, la società ha provveduto al deposito di integrazioni volontarie alla Via anche nella speranza di velocizzare il percorso. Allo stato attuale, quindi, "manca l'esito positivo della valutazione di impatto ambientale, ferma dal 2021", sottolinea Vitali, dopo di che il progetto dovrebbe passare alla Regione per il completamento dell'autorizzazione unica, con altri 120 giorni di attesa per eventuali ricorsi. Ma il progetto al momento risulta fermo sul tavolo del Ministero.

Ravenna Coraggiosa: "Sollecitare il Ministero"

Sul progetto è intervenuta anche Ravenna Coraggiosa che, attraverso i consiglieri comunali Francesca Impellizzeri e Luca Cortesi, ha presentato alla Giunta una interrogazione in cui si chiede, da un lato, "se l’Amministrazione Comunale è a conoscenza del progetto e qual è la valutazione della Giunta e dei tecnici comunali competenti in merito"; dall’altro Ravenna Coraggiosa chiede di "sollecitare il competente Mase (Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, ndr) ad accelerare la procedura di Via avviata nel 2021, in coerenza con i recenti decreti volti a semplificare e a dare tempi certi alle procedure autorizzative degli impianti di energie rinnovabili e pulite".

La lista ravennate infatti "ritiene che tale progetto sia positivo e innovativo, in quanto prevede la realizzazione di un impianto fotovoltaico importante di 31 MW di potenza senza peraltro alcuna emissione e alcun consumo di nuovo suolo, bensì utilizzando uno specchio d’acqua ad oggi inutilizzato; e consentirebbe una significativa crescita della installazione e produzione di energia da fonti rinnovabili sul nostro territorio, con un significativo risparmio di fonti energetiche fossili".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Un impianto fotovoltaico galleggiante nell'ex cava: "Sarebbe il più grande d'Europa, ma da 2 anni aspettiamo l'ok"

RavennaToday è in caricamento