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Cronaca

L'artista norvegese realizza un mosaico per il carcere di Ravenna

Nel giro di poche ore ha realizzato un sole di mezzanotte norvegese in mosaico nel laboratorio allestito provvisoriamente all’ex-Convento Cappuccini

L’artista norvegese Marit Bockelie, a Ravenna in occasione del "Convegno Internazionale La Città dell’Arte", ospite di Lina e Gianni Del Bene dell'associazione Disordine, ha donato a Ravenna una sua opera realizzata appositamente per il giardino di fronte al carcere. L'artista, all’età di quasi 85 anni, ex-allieva di Renato Signorini e Zelo Molducci, compagna di corso di Nedo Del Bene, Teresa Santarella e Sergio Cicognani, entra in contatto con l’Associazione Dis-Ordine tramite l’attuale coordinatrice dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna Paola Babini ed Enzo Tinarelli. Nel giro di poche ore ha realizzato un sole di mezzanotte norvegese in mosaico nel laboratorio allestito provvisoriamente all’ex-Convento Cappuccini, grazie alla disponibilità di Padre Claudio Ciccillo e dei suoi collaboratori.

Marit Bockelie, nata a Tromso, ha conseguito la prima formazione ad Oslo, prima alla scuola statale di arti decorative e artigianali, poi presso l'Accademia d'Arte di Stato. Un'istruzione ulteriore è stata raggiunta presso l'Accademia di Belle Arti di Ravenna con la specializzazione in mosaico. L’artista, che lavora con il mosaico, il disegno, l'acquarello, la pittura e la grafica e ha esposto in America, Africa e nella maggior parte delle città norvegesi, è anche rappresentata presso la Galleria Nazionale ed il Consiglio Culturale Norvegese. La necessità, particolarmente grande, di esprimersi ha portato Marit a dedicarsi anche ad una solida formazione musicale studiando flauto dapprima da Ornulf Gulbrandsen poi per 4 anni presso l'Istituto 'G. Verdi' di Ravenna e infine presso l'Alta Scuola di Musica di Norvegia. Nel corso della sua lunga attività professionale l’artista mosaicista e musicista ha realizzato decine di mosaici importanti, opere da cavalletto e grandi mosaici parietali e spesso è solita accompagnare con i suoni del suo flauto le sue mostre e inaugurazioni. Le sue opere e i suoi racconti parlano di una realtà in cui si mescolano la musica e le arti figurative in un contesto di arricchimento reciproco tra le arti con il risultato di una feconda poesia figurativa fortemente favoleggiante, con chiari tratti comuni con il decorativismo narrativo dell’arte popolare.

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