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Cronaca Centro / Piazza del Popolo

La protesta in piazza contro le trivelle: "Le rinnovabili risolvono i problemi, il fossile li crea"

Ravenna in Comune: "Ci sono quaranta progetti fermi in Italia per produzione di energia rinnovabile in mare. Agnes a Ravenna è uno di questi. Sarebbe questa la priorità da autorizzare, non le ricerche per nuove estrazioni di gas"

Si tiene sabato alle ore 11, in piazza del Popolo a Ravenna, una nuova protesta contro le trivellazioni promossa dal Coordinamento ravennate della campagna “Per il Clima – Fuori dal Fossile”. Una manifestazione alla quale aderisce anche la lista Ravenna in Comune: "Non sarà con il ricorso alla moltiplicazione delle trivellazioni in Adriatico, Pianura Padana e in quasi tutta Italia (con conseguente irreversibile devastazione ambientale), e tantomeno con il ritorno al carbone o con il rilancio del nucleare, che ci libereremo dalla dipendenza energetica e dalle crisi internazionali ad essa collegate".

"È vero piuttosto che se la dipendenza dal fossile fosse stata recisa con il passaggio, più volte annunciato ma mai praticato, alle rinnovabili, il problema rappresentato dai prezzi delle fonti energetiche non si sarebbe posto negli odierni termini. Invece - prosegue Ravenna in Comune - ad oggi, ci sono quaranta progetti fermi in Italia per produzione di energia rinnovabile in mare. Agnes a Ravenna è uno di questi. Un parco eolico da 75 pale posizionate tra i 22 e i 26 chilometri dalla costa Ravennate, cui verrà abbinato il fotovoltaico galleggiante e la produzione di idrogeno verde. Se accertata la loro regolarità, sarebbe questa la priorità da autorizzare, non già nuova ricerca per nuove estrazioni di gas. Le rinnovabili risolvono i problemi, il fossile li crea, come dimostrato anche dai fatti di questi giorni (se ce ne fosse stato bisogno). E il deposito di CO2? Quello, a volerci andare leggeri, serve come il tappeto sotto cui nascondere la polvere mentre si continua farla entrare dalla finestra".

Legambiente: "A tutto gas ma nella direzione sbagliata"

Anche Legambiente Ravenna aderisce alla mobilitazione in piazza. "L’attuale momento emergenziale e di instabilità geopolitica ha messo a nudo le criticità insite nel mantenere una forte dipendenza energetica da altri paesi. In questo contesto - spiega l'associazione - in cui la narrazione sulle priorità energetiche del paese si limitano ad indicare il gas nazionale come unica soluzione alla dipendenza russa, l’obiettivo è quello di tornare in piazza per ribadire a gran voce che la transizione deve passare invece dalle fonti di energia rinnovabile".

"Si sta tentando di approfittare dell’attuale momento di emergenza in Ucraina per fare favori alla lobby del fossile – sostiene Legambiente - Raddoppiare la produzione di gas dai nostri giacimenti non permetterebbe una riduzione evidente del prezzo in bolletta, ma anzi contribuirebbe a fare diversi passi indietro nella lotta alla crisi climatica. E’ importante che la comunità ravennate, fortemente radicata nella cultura industriale e dell’Oil&Gas prenda coscienza di come la vera indipendenza energetica insieme alla lotta alla crisi climatica può passare solo da rapidi e decisi investimenti su eolico (a mare e a terra), fotovoltaico (a terra e galleggiante), efficientamento e risparmio energetico. Per questo motivo anche Legambiente Ravenna tornerà in piazza per ribadire il determinante ruolo di questo particolare periodo storico per la definizione delle politiche energetiche del futuro che a Ravenna, ancora una volta, non sembrano andare nella giusta direzione disattendendo, oltretutto, le promesse elettorali".

Sinistra Italiana: "Serve un nuovo modello energetico basato sulle rinnovabili"

Al presidio partecipa anche Sinistra Italiana Ravenna. "Sarebbe comodo, in questo momento storico, derogare ai già timidi obiettivi europei e mondiali di decarbonizzazione e contenimento del riscaldamento del pianeta, ma è nostro preciso dovere scegliere non la strada più comoda, ma la più giusta. Nell’interesse delle nuove generazioni, della salvaguardia ambientale e, come stiamo vedendo in questi giorni drammatici, anche della pace mondiale" afferma il partito. 

"Solo un vero programma di progressiva riduzione e abbandono  delle fonti fossili e lo sviluppo di un nuovo modello energetico basato sulle rinnovabili, sulle comunità energetiche, su un serio piano di risparmio e tutela ambientale possono garantire un futuro di pace e giustizia ambientale - conclude il partito - rivolgiamo la nostra attenzione ai sacrifici che l’attuale crisi energetica inevitabilmente continuerà a imporci, perché siano ripartiti in modo equo e socialmente sostenibile".

Europa Verde/Verdi Emilia-Romagna: "Continueremo a batterci per le le rinnovabili"

"Mentre in Italia è in piena attività il “partito del NO” che blocca le rinnovabili, è al lavoro anche la lobby favorevole all'attuale governance dell'ENI, sorda ad ogni richiamo all’emergenza climatica e alla necessità di avviare un serio programma di decarbonizzazione; al contrario della dirigenza di Enel, che si è impegnata a diventare carbon neutral al 2045 e ad investire 210 miliardi di euro nelle rinnovabili al 2030". Questo è quanto dicono Europa Verde/Verdi Emilia-Romagna che aderiscono alla manifestazione in programma a Ravenna.

"Riaprire le inquinanti centrali a carbone, diminuire l’import di gas dalla Russia per compensarlo con gas proveniente da altri Paesi e con i rigassificatori, e incrementare le estrazioni di metano dai pozzi in Adriatico: a questo pensa il governo invece di puntare in maniera più decisa sulle rinnovabili. In realtà la quantità esigua di gas nazionale che si potrebbe ancora estrarre coprirebbe pochi mesi di fabbisogno - e non prima di un anno - di fronte a danni irreversibili dovuti ai fenomeni della subsidenza e della risalita del cuneo salino marino nel Delta del Po - affermano Europa Verde e i Verdi - Continueremo a batterci contro il “partito del NO” alle rinnovabili e a favore del “partito del SÌ”, del quale siamo soci fondatori, ad un sistema energetico green, decentrato, alimentato da quelle fonti sostenibili di cui disponiamo in abbondanza e non dobbiamo importare: sole e vento – dichiarano Silvia Zamboni e Paolo Galletti, coportavoce di Europa Verde Emilia-Romagna -  È questa la strada per smettere di dipendere dal gas di importazione e per smettere di finanziare indirettamente le dissennate e ingiustificabili avventure belliche di Vladimir Putin che stanno devastando l’Ucraina e causando la morte di civili inermi e militari".

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