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Cronaca Faenza

La truffa dell'anello colpisce ancora, raggirato per 120 euro un uomo in viaggio di lavoro in Friuli

Un anello d'oro in cambio di denaro per poter mettere benzina e raggiungere la sorella ricoverata in ospedale, ma è una truffa. E' quanto è capitato a un faentino in viaggio di lavoro in Friuli

Nuovo giro, nuova truffa. Stesso schema, stessa zona, stesso raggiro, vittima diversa. E' successo lo scorso 14 settembre, ad un uomo in viaggio per lavoro nella zona di Codroipo. La "truffa dell'anello", della quale Udinetoday aveva già parlato in altri articoli, ha colpito ancora. A raccontarlo nuovamente a UdineToday è la stessa vittima del raggiro, un romagnolo.

Il fatto

"Mi trovavo in zona Codroipo per una trasferta di lavoro - racconta C.Z., residente nel faentino -. Ad un certo punto alla rotonda tra la strada statale 13 e la strada regionale 252, ho notato un'automobile ferma a bordo strada, con un uomo sulla quarantina che si sbracciava poco più avanti ed un bambino seduto sul sedile del conducente. Il mio primo istinto - prosegue - è stato ovviamente quello di fermarmi per capire se avessero bisogno di aiuto".

"A questo punto l'uomo, dichiaratosi di origini pakistane, ha cominciato - anche con una certa foga - a raccontarmi che la sorella aveva avuto un incidente e che lui si trovava bloccato senza benzina nè denaro impossibilitato a raggiungerla e che la stessa si sarebbe dovuta sposare a breve. Cercando di comprendere la difficoltà gli ho consegnato 50 euro, spinto anche dall'urgenza e dalla drammaticità del suo racconto. Mi ha poi chiesto se quei 50 euro bastassero per arrivare a Milano - dove effettivamente si trovava ricoverata la sorella - Al chè, rendendomi conto che non sarebbero mai bastati, gliene ho consegnati altri 50 sperando che la cosa si chiudesse lì e di aver semplicemente aiutato una persona".

"Tuttavia non contento subito dopo la consegna dei contanti ha chiesto un ulteriore aiuto per il cibo dei bambini. Avevo ancora 20 euro e a quel punto era difficile dire di no. Ho acconsentito, ma qualcosa cominciava a non tornarmi. Ho chiesto all'uomo di mandarmi le foto della sorella appena arrivato e di farmi sapere come fosse andata". "In tutta questa pantomima non sono mancati molteplici ringraziamenti e, dulcis in fundo, la consegna di un anello - a suo dire d'oro - a compensazione di quanto datogli. Ho fatto di tutto per non accettarlo, ma dopo le insistenze sono semplicemente risalito in macchine per proseguire il mio viaggio".

"Ho preso consapevolezza in quel momento del raggiro ma oramai era tardi - continua - Una truffa in piena regola. Ero spinto dalla voglia di aiutare, vista anche la presenza dei bambini. Di certo c'è che dopo questa esperienza ci penserò due volte prima di fornire il mio aiuto, ma ho voluto raccontare la storia affinchè si crei più informazione possibile su questo genere di episodi - conclude - E' un peccato perchè può capitare una difficoltà e questi fatti non fanno altro che aumentare la diffidenza verso gli altri, a volte anche verso di chi ha magari veramente bisogno di un aiuto in quel momento".

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