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Cronaca

"Milleproroghe", slitta la riqualificazione della Darsena. La proposta: "Il Comune anticipi i fondi"

E' la proposta del capogruppo di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi, dopo che l'emendamento al decreto "Milleproroghe" ha congelato fino al 2020 i fondi destinati al "bando periferie" già dati per certi

"Gli impegni sottoscritti vanno mantenuti, la politica non c’entri: i 12,8 milioni che lo Stato deve erogare al progetto “Ravenna in Darsena, il mare in piazza” devono essere erogati tempestivamente, e non tra due anni". E' questa l’istanza da perseguire secondo il capogruppo di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi, dopo che l'emendamento al decreto "Milleproroghe" ha congelato fino al 2020 i fondi destinati al "bando periferie" già dati per certi - tra cui i 12,8 milioni destinati al progetto di riqualificazione della Darsena. Il sindaco De Pascale ha chiesto al Governo di convocare l'associazione nazionale dei Comuni italiani per trovare una soluzione condivisa e sbloccare i fondi.

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Ravenna però, secondo il decano dell'opposizione, deve riflettere sul fatto che nella graduatoria dei progetti concorrenti al bando statale si è classificata solo al 73esimo posto (su 120 città totali). "Se, come Bologna e Modena, avesse meritato di stare tra i primi 24 (ragionevole percentuale del 20% per premiare i più validi, anziché tutti, come ha fatto il governo Renzi), il finanziamento immediato sarebbe comunque salvo - spiega Ancisi - Il progetto viaggia, in effetti, con due grosse palle al piede: la perduta navigabilità “leggera” della Darsena causa il ponte non mobile (altro che “mare in piazza”) e l’acqua inquinata e insalubre del canale, a fianco del quale sono previste le 11 opere ancora in programma: mezzo secolo di ininterrotto governo Pci-Pds-Pd non è bastato a concepire una larva di bonifica del canale. Dell’acqua malsana si preoccupano due opere: ottima l’intenzione della società Darsena Futura di realizzare un laboratorio di ricerca universitaria che, studiando lo stato dell’acqua del Candiano, aiuti gli scienziati a proporre al Comune la “cura” della bonifica. Siamo però lontani anni luce dal bisogno. Siccome le fognature della Darsena scaricano malamente nel Candiano, è utile subito l’intervento per cui - parole dell’assessore all’urbanistica - ne verrebbe “rifatta fatta tutta la rete”. Bonifica vuol dire molto più, ma la nuova rete fognaria non è neanche per tutta la Darsena, bensì solo per due degli otto bacini territoriali su cui si articola il progetto preliminare di fognatura dell’intero quartiere redatto da Hera: sono esattamente i bacini della Darsena di città e del Pirano, situati tra via Zara e via Pisino, a destra del canale. Nulla a sinistra. Non va peraltro taciuto, per onestà, che per concorrere ai finanziamenti governativi il Comune di Ravenna ha dovuto riciclare, in mancanza di altro, uno stralcio del progetto di Hera, risalente però al 2008 e basato su uno studio idraulico anteriore, più volte revisionato, per ultimo nel 2014. E' lecito perciò temere che sia tecnicamente datato, cosicché l’alto costo, pari a 8,1 milioni più Iva, di cui uno a carico di Romagna Acqua, non ne giustifichi appieno la convenienza, anche perché acquisito senza alcun confronto a evidenza pubblica col mercato ingegneristico".

La proposta: "Il Comune anticipi i fondi"

"Fermo restando che parallelamente bisogna anche preoccuparsi di reprimere gli apporti fognari abusivi e nascosti - puntualizza il consigliere d'opposizione - questo intervento è comunque da fare subito, bando o non bando, essendo molto gravi le criticità fognarie dei bacini prescelti, già ora i più abitati. Tra l’altro, una delle maggiori criticità del comparto fognario in rifacimento, riconosciuta nel progetto, è l’“insufficiente funzionalità dell’impianto di sollevamento di via Pirano, recapito principale delle aree in destra Candiano, prima dello scarico in destra idraulica del Candiano stesso”; per cui ne verrebbe realizzato uno nuovo, adeguatamente strutturato e potenziato. Le opere fognarie sono fondamentali anche per la riuscita dell’intero programma degli interventi".

Ancisi lancia una proposta interrogando il sindaco sulla sua disponibilità: "Qualora il finanziamento governativo subisse l’annunciato ritardo, il Comune di Ravenna ne anticipi quanto serve con proprie risorse, anche riformulando le priorità del proprio piano investimenti 2019-2021 (alcuni peraltro non altrettanto urgenti). Potrebbero essere utilizzati anche i notevoli fondi di riserva di cui il Comune stesso dispone, se necessario discutendone col Governo il superamento di eventuali difficoltà tecniche. Alcuni degli 11 interventi potrebbero anche richiedere tempi maggiori rispetto al termine tutt’oggi fissato a settembre 2019, tant’è che gli 11 progetti esecutivi sono stati inviati al Governo solo l'8 agosto, ultimo giorno ammesso (nel cronoprogramma del progetto di fattibilità con cui Ravenna ha concorso al bando statale erano previsti entro il 20 marzo 2017). Dunque si può lavorare bene a prescindere dalle difficoltà incombenti".

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