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Cronaca

Ospedale, degenza di Ginecologia a rischio chiusura? "Forte preoccupazione"

Ancora critiche sull'ospedale di Ravenna. A sollevarle, questa volta, è il capogruppo in consiglio comunale di Ravenna in Comune, Massimo Manzoli

Ancora critiche sull'ospedale di Ravenna. A sollevarle, questa volta, è il capogruppo in consiglio comunale di Ravenna in Comune, Massimo Manzoli. "Fra poche settimane, o addirittura giorni, l’ospedale andrà incontro a un’importante “ristrutturazione” in uno dei suoi settori strategici - spiega il consigliere d'opposizione - Infatti, a quanto pare, il reparto di degenza della ginecologia cesserà di esistere, e l’utenza che lo utilizza verrà accorpata alla degenza della chirurgia. Un cambiamento non da poco, se si pensa che la specificità dei reparti di ginecologia è da sempre stata considerata, ovunque, un passo avanti rispetto alle precedenti organizzazioni delle divisioni di ostetricia- ginecologia e ancor più, ovviamente, rispetto ai tempi in cui molte strutture di ginecologia neppure esistevano in quanto tali, ma erano sezioni delle divisioni di chirurgia".

"Siamo persuasi che il settore della sanità ospedaliera sia profondamente cambiato negli ultimi decenni e che sia in profonda evoluzione quotidianamente, e che quindi trasformazioni possano verificarsi anche nell’assetto organizzativo - continua Manzoli - Ci chiediamo però se la scelta di “eliminare” il reparto ginecologico sia dettata da una vera aspirazione alla razionalizzazione, che dovrebbe voler dire miglioramento della qualità, o non piuttosto dall’ ennesima tensione al risparmio. Che fine faranno le infermiere della ginecologia, tutte operatrici di grande esperienza nello specifico settore? Saranno aggiunte al personale delle degenze chirurgiche, dove verranno collocate le pazienti ginecologiche, o le si vorrà “spalmare” in vari servizi (magari senza alcuna attinenza con la materia nella quale esse sono maggiormente formate) dove c’è carenza di organico? Il personale d’assistenza della degenza chirurgica sarà potenziato o quello che c’è dovrà farsi carico, a parità di forze, dell’arrivo di una notevole quantità di pazienti operate? Gli eventuali ricoveri ginecologici non chirurgici, cioè che non necessitano di interventi, ma di osservazione, assistenza e trattamento medico verranno comunque accorpati con pazienti reduci da interventi o avranno un loro spazio? E ancora: i ginecologi di guardia, il cui lavoro quotidiano consiste soprattutto nella sorveglianza e nell’assistenza in sala parto, nell’esecuzione delle numerosissime visite di pronto soccorso sia ostetrico che ginecologico, nell'esecuzione delle visite di dimissione e nella produzione della relativa documentazione, dovranno “fare le corse” fra due luoghi fra loro molto distanti per riuscire a espletare tutto il loro lavoro? E se verranno chiamati a risolvere un problema in degenza ginecologica mentre sono occupati in sala parto o in pronto soccorso ostetrico (evenienza già oggi assai critica, nonostante la prossimità dell’ostetricia e della ginecologia), come dovranno cavarsela?".

"Siamo convinti che la qualità delle prestazioni non ne avrà un detrimento: quell'unità operativa continuerà a produrre attività di alto livello, e le singole pazienti non correranno alcun rischio - conclude il consigliere - Ma crediamo che ciò si otterrà per l’impegno personale di chi lavora in quel settore e sopporterà nuovi carichi di lavoro, non perché la nuova forma organizzativa sia la migliore. I sindacati, in proposito, che cos'hanno da dire? Ma soprattutto: medici e infermiere della ginecologia sono stati in qualche misura chiamati alla discussione della questione e in qualche modo coinvolti in un processo decisionale o dovranno trovarsi di fronte a un fatto compiuto? Per fare chiarezza e cercare risposte abbiamo depositato un’interrogazione al sindaco de Pascale".

La replica dell'Ausl Romagna

"E’ destituita di fondamento qualsiasi ipotesi di chiusura o ridimensionamento della degenza ginecologica - replicano prontamente da Ausl Romagna - E’ vero invece il contrario: il progetto consentirà di dare risposte sempre più qualificate alle pazienti, legate all’intensità di cura di cui ognuna di esse ha bisogno, a seconda del problema clinico per il quale viene ricoverata. In quest’ottica, i posti letto per le pazienti ricoverate per patologie oncoginecologiche trovano collocazione in continuità con il reparto di Chirurgia, con modalità assistenziali adeguate a pazienti di pertinenza chirurgica. Lo sviluppo del progetto prevede che i posti letto per le altre pazienti di area chirurgica ginecologica trovino collocazione all’interno del palazzetto chirurgico, secondo una logica di piattaforma logistica di degenza aperta sette giorni su sette, con un miglioramento dell’offerta complessiva. Resterà infine nell’attuale collocazione il pronto soccorso ginecologico. E’ pertanto totalmente ingiustificato qualsiasi allarme relativamente all’adeguatezza degli organici sia della ginecologia, sia della chirurgia. L’approccio adottato è quello per intensità di cura, che supera la vecchia concezione del reparto di degenza monospecialistico, in direzione di servizi che rispondono in maniera sempre più precisa alle specifiche esigenze dei pazienti. E dunque nessun depotenziamento, come Ravenna in Comune avrebbe potuto conoscere semplicemente chiedendo alla Direzione Medica".

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