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Cronaca

Il capolavoro torna a casa dal Louvre: Ravenna riabbraccia la 'Madonna con Bambino'

La grande scultura che vegliò per centinaia di anni sul sepolcro di Dante è ritornata mercoledì in città grazie al prestito del Louvre. Sarà ospitata nella Chiesa di San Romualdo

Il viaggio dal Louvre a Ravenna è compiuto e ora la "Madonna in trono con Bambino" è finalmente tornata a casa. Mercoledì la grandiosa opera in marmo che vegliò per secoli sul sepolcro di Dante Alighieri è arrivata in città nell'anno delle celebrazioni per il Sommo Poeta e verrà ospitata fino a luglio nella Chiesa di San Romualdo (via Baccarini) all'inteno della mostra "Dante. Gli occhi e la mente. Le Arti al tempo dell’esilio", a cura di Massimo Medica.

La Madonna in trono con Bambino è tornata a Ravenna (foto M. Argnani)

La storia

La "Madonna in trono con Bambino" è la scultura che in origine proteggeva il sarcofago del Sommo Poeta e che torna a Ravenna dopo circa 160 anni. Infatti, dopo la morte avvenuta tra il 13 e il 14 settembre del 1321, a seguito dell’ultima impresa diplomatica svolta per conto del da Polenta di Ravenna a Venezia, Dante venne sepolto in una piccola cappella addossata al muro del convento di San Francesco a Ravenna, che anticamente era conosciuta come “La Cappella della Madonna” per via della presenza di una antica immagine mariana identificata dallo studioso Corrado Ricci con quella oggi conservata al Museo del Louvre, proveniente infatti da Ravenna. 

L'opera monumentale, rimase a vegliare sul poeta per secoli, ma a seguito di diverse trasformazioni del sepolcro di Dante e della ricostruzione da parte dell’architetto Camillo Morigia, la Madonna fu del tutto rimossa. Fu trasferita per qualche tempo nel nuovo edificio delle Scuole Pubbliche (oggi l’ex conservatorio “Giuseppe Verdi” in via Pasolini) e poi se ne persero le tracce fino a quando, verso il 1860, fu acquistata a Ravenna da un collezionista francese, il barone Jean-Charles Daviller (Roma, 1823-Parigi, 1883), e poi per volontà testamentaria fu donata al museo del Louvre. Anni dopo il ravennate Corrado Ricci riconobbe nella Madonna del Louvre la scultura originale tolta al sepolcro dantesco.

L'opera

Si tratta di un indiscusso capolavoro realizzato in marmo, databile tra la fine del Duecento e gli inizi del Trecento, che ritorna per l’occasione nella città di origine, documentando la sua pertinenza alla tradizione bizantina, rivisitata tuttavia secondo una sensibilità già tutta occidentale e gotica.
Ancora oggi nel museo Dante di Ravenna si trova un calco in gesso dell’opera, donato alla città nel 1921 dal governo francese, in occasione delle solenni celebrazioni del VI Centenario della morte dell’esule fiorentino. L’altorilievo rappresenta la Vergine assisa in trono elegantemente drappeggiata all’antica, mentre il Bambino, benedicente con la mano destra e raffigurato come autorevole Maestro, tiene il Rotolo delle Sacre Scritture con la sinistra.

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