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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Il sindaco: "Cittadinanza onoraria per Rossella". No di Lega e Pdl

All'audizione partecipano anche i militari del Ros. Per il riscatto della Urru e i due cooperanti spagnoli, Enric Gonyalons e Ainhoa Fernandez e' stato pagato "un riscatto di 15 milioni di euro"

Ravenna ha festeggiato giovedì sera la liberazione di Rossella Urru con un sit-in in piazza del Popolo. Venerdì mattina, la la cooperante di 29 anni di Oristano rapita la notte fra il 22 e il 23 ottobre scorsi, assieme a due colleghi spagnoli, mentre si trovava in un campo profughi Saharawi nei pressi di Tindouf, in Algeria, è stata ascoltata dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo a Roma per chiarire le modalità del rapimento e della liberazione.

All'audizione partecipano anche i militari del Ros. Per il riscatto della Urru e i due cooperanti spagnoli, Enric Gonyalons e Ainhoa Fernandez e' stato pagato "un riscatto di 15 milioni di euro", secondo quanto rileva un portavoce del Movimento per un'unica jihad nell'Africa occidentale, il gruppo islamista del Mali responsabile del sequestro. Appena scesa dall'aereo a Ciampino, Rossella ha ammesso di “aver avuto paura", ma anche di “esser stata trattata bene".

Quindi ha ringraziato “per tutto il lavoro che c'è stato per farmi tornare a casa. Ringrazio tantissimo il ministero degli Esteri, l'unità di crisi". "Sto bene, spero di continuare a lavorare nella cooperazione – ha proseguito la giovane sarda -. E' un lavoro rischioso, il rischio l'ho vissuto in prima persona, ma spero di tornare in Africa al piu' presto. Sono stata trattata bene, sto bene, sono in forze, finalmente è finito".

Il sindaco Fabrizio Matteucci ha proposto "di conferire a Rossella Urru la cittadinanza onoraria di Ravenna". Sabato invierà "ai consiglieri comunali le motivazioni di questa proposta. Chiedo alla Presidenza del consiglio comunale e alla  Conferenza dei capigruppo di iscrivere questo tema all' ordine del giorno dei lavori del Consiglio o nell’ultima seduta di luglio o nella prima seduta di settembre”.

La proposta non piace a Lega e Pdl: "Non ci pesa per niente prendere le distanze dall’unanimismo di maniera che sta investendo la maggior parte dei partiti rappresentati in consiglio comunale esprimendo sin d’ora chiaramente la nostra posizione contraria per quanto riguarda la proposta di cittadinanza onoraria a Rossella Urru", sottolineano in una nota.

"Sgombriamo il campo dagli equivoci: i gruppi PDL e Lega Nord sono felicissimi per il rientro della ragazza sana e salva in Italia e in diverse occasioni ha anche partecipato con propri rappresentanti ai sit in mensili per chiederne la liberazione. Si sono sempre astenuti dal prendere posizioni anche lontanamente critiche circa il ruolo della cooperazione internazionale nello scacchiere di territori difficili anche a noi vicini onde evitare che parole di semplice critica politica potessero essere strumentalizzate eventualmente anche a livello internazionale compromettendo le operazioni per la liberazione di Rossella Urru", prosegue il comunicato degli azzurri e del Carroccio.

"Tuttavia così come c’è un tempo per tacere ve n’è anche uno per esplicitare le proprie posizioni e a nostro avviso è arrivato - continuano Pdl e Lega -. La maggior parte delle ONG che si occupano di cooperazione internazionale che benché ufficialmente non governative sono spesso sovvenzionate da denaro pubblico spendono più per mantenersi in vita che per le missioni per le quali ricevono quei fondi. In molti casi insomma le ONG anziché essere utili alla causa diventano controproducenti soprattutto quando scelgono di non operare in ambito macro, ma preferiscono quel solidarismo terzomondista tanto politically correct quanto inutile o addirittura dannoso".

"Quando poi si scoprono le cifre che il contribuente spende per recuperare chi si è autonomamente messo nei guai per inseguire sogni o aspirazioni senz’altro legittimi ma le cui conseguenze in casi come questo – peraltro sempre più numerosi - ricadono sull’intera collettività, è francamente difficile per noi essere su una linea d’onda di condivisione - insistono Lega e Pdl -. E’ questo il motivo per cui ben felici del ritorno in territorio italiano della ragazza e pur considerandola senz’altro una cittadina di fatto di Ravenna per averla vissuta e per averci compiuto gran parte degli studi, non riteniamo giusto che le venga assegnato un titolo simile".

"Troviamo inoltre particolarmente ipocrita che una città dove non si chiede una deroga per intitolare una piazza a Don Fuschini o si tardano decenni a intitolare una via a Marino Pascoli, sia così rapida nell’assegnare una cittadinanza onoraria per la quale non appaiono sussistere motivazioni di particolare rilevanza - sottolineano Pdl e Lega -. Il sospetto è che quando l’amministrazione sente che alcuni personaggi le sono politicamente vicini, o il sindaco sente che una certa operazione mediatica gli può essere utile, si riesce a fare tutto in fretta e subito.  I casi Mia Causevic e Roberto Saviano (a proposito, quando si degnerà di venire a ritirare la cittadinanza che gli venne conferita ormai nel lontano 2009?) sono ancora lì a dimostrarlo".

“Spero che i consiglieri di PDL e Lega vogliano riconsiderare la loro contrarietà alla proposta che il Sindaco ha avanzato al consiglio comunale di conferire la cittadinanza onoraria a Rossella Urru”, afferma il vicesindaco Giannantonio Mingozzi. “Essa non ha nulla a che vedere con operazioni mediatiche o di propaganda nè tanto meno a schieramenti politici, ma si basa su due valori indiscutibili che riguardano anche Ravenna e che rendono questa proposta condivisibile e al di sopra delle parti”. Urru, ricorda Mingozzi, "ha studiato Cooperazione Internazionale nella nostra città ed è stata una delle prime laureate del corso magistralmente diretto dal professor Gustavo Gozzi, tra i primi in Italia in quanto a considerazione accademica e riconoscimenti internazionali, dal Governo italiano alla Comunità europea, all’ONU. Ha studiato per una professione coraggiosa, quella di impegnarsi per sostenere le popolazioni più afflitte del mondo, attraversate da conflitti etnici che spesso sfociano in operazioni di pulizia razziale; dall’università di Ravenna ogni anno escono 25/30 giovani che si laureano in quel corso, pronti a spendere in vari scenari e in contatto con la diplomazia governativa una professione che è prima di tutto esempio di civiltà e di passione dedicata all’umanità intera”.

“Una missione condivisa dei principali paesi industrializzati del mondo, non una vacanza o un viaggio di piacere, sottolinea Mingozzi; e quelle missioni internazionali godono dei finanziamenti della Comunità europea che i governi nazionali mettono a disposizione proprio per quelle finalità umanitarie che hanno sempre contraddistinto il ruolo dell’Italia. La seconda motivazione -conclude Mingozzi - è legata alla vocazione economica di Ravenna e al proprio ruolo di crocevia del confronto tra più culure: abbiamo sempre considerato i nostri corsi un eccellente biglietto da visita non solo per la nostra storia ma anche per il ruolo della nostra imprenditoria, interessata alle sorti dei paesi del Mediterraneo, dell’Africa e dell’Oriente intero, per questo formiamo tecnici e professionisti in grado di intervenire in quelle aree più difficili e pericolose che non chiedono solo sovvenzioni o carità ma insediamenti produttivi e commerciali che ne sostengono l’identità e la ricostruzione. Questa è la professione coraggiosa di Rossella e mi pare il minimo che possiamo fare considerarla una nostra concittadina di prestigio”.

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