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Cronaca

Parte la ricerca di un nuovo gestore per l'Almagià: un costo di 65mila euro annui sul bilancio comunale

Si tratta di una concessione triennale per lo spazio culturale ravennate. Secondo l'analisi economica del Comune, i costi dell'Almagià sono "solo in parte compensati" dal noleggio e dai ricavi del bar

Si cerca un nuovo gestore per le Artificerie Almagià, ex fabbrica divenuta negli anni uno spazio culturale molto apprezzato nel quartiere Darsena di Ravenna. L'ufficio Politiche e attività culturali del Comune ha recentemente approvato il progetto di concessione di servizi legati alla gestione del centro di produzione culturale per il triennio che va dal 1° ottobre 2023 fino al 30 settembre 2026. Una gestione senza dubbio importante per questo luogo storico della città, ma che risulta anche onerosa per le casse comunali. Non a caso, si prevede una spesa complessiva del Comune pari a 195 mila euro per l'intero triennio (65 mila euro l'anno).

La concessione

La procedura di selezione del futuro gestore sarà fondata sul criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, che dovrà essere presentata entro il prossimo 31 luglio. La concessione triennale prevede che il gestore garantisca l'apertura al pubblico dell'Almagià per un minimo di 100 giornate. Obbligo del concessionario sarà quello di "mantenere lo spazio in condizioni di funzionalità riferite non solo alla struttura - viene spiegato nella relazione tecnica pubblicata dal Comune - ma anche alle strumentazioni tecniche (audio e luci) e agli allestimenti, per consentire lo svolgimento di eventi, manifestazioni e iniziative direttamente svolte dal gestore oppure promosse da terzi", comprese le giornate di utilizzo riservate al Comune di Ravenna. Al gestore spetterà anche "la manutenzione ordinaria dello spazio e i servizi di vigilanza e pulizia".

Altro compito sarà poi quello di coordinare "l'utilizzo dello spazio e le varie attività, eventi e iniziative che vengono proposte" tenendo conto dei "principi di efficienza ed economicità gestionali e nell'ottica del contenimento e della razionalizzazione dei costi". Un modo in somma di far quadrare il bilancio economico dell'Almagià. Gli eventi proposti dal gestore potranno essere: "attività culturali ed artistiche rivolte alle giovani generazioni, come festival dedicati al teatro, alla danza e alle arti visive, oltre a percorsi di sperimentazione, di performing arts, ricerca, innovazione e contaminazione tra i diversi linguaggi artistici, rassegne di musica e attività di tipo laboratoriale anche nel campo delle arti digitali; attività di tipo residenziale per la realizzazione di progetti artistici anche in collaborazione con altre associazioni residenti presso lo spazio oppure con soggetti terzi; attività di tipo partecipativo legate ad eventi e iniziative nel campo della promozione dei diritti e della cittadinanza attiva".

Un quadro economico non facile

Nella stessa relazione tecnica pubblicata dal Comune si evince come la gestione economica dell'Almagià sia, tuttavia, non semplice. L'esame dei rendiconti di gestione presentati per gli anni 2019 e 2022 confermano infatti un trend già delineatosi nelle precedenti gestioni, con "i costi relativi alla conduzione della struttura e al mantenimento della strumentazione tecnica" che risulterebbero "solo in parte compensati dagli introiti derivanti dal noleggio della struttura a terzi e dai proventi del bar presente all'interno della struttura".

Una situazione che si crea "per diversi ordini di ragioni che limitano fortemente l'iniziativa imprenditoriale connessa alla gestione e il potenziale economico che ne potrebbe derivare - si legge nella relazione tecnica - La gestione infatti incontra il significativo limite delle giornate di “libero” utilizzo e degli ambiti, di carattere esclusivamente artistico/culturale/partecipativo, entro cui la programmazione di un qualsiasi evento deve rimanere; aspetti che comprimono fortemente la libera iniziativa imprenditoriale e quindi la possibilità di produrre utile, sufficiente ad una gestione economica, almeno in pareggio, dello spazio". A questo si aggiunge che "il canone di noleggio della struttura risulta calmierato per espressa volontà del Comune di Ravenna che ha imposto precisi limiti" al fine di assicurare la più ampia partecipazione di pubblico. Un canone che per l'utilizzo giornaliero varia dai 555 ai 999 euro.

Stando dunque alla relazione tecnica presentata dal Comune, si stima una spesa annua di quasi 125mila euro, comprensiva di costi amministrativi, personale, manutenzione, vigilanza e sicurezza. La stima dei ricavi vede invece un ammontare di circa 61mila euro (suddivisi a metà tra noleggio dello spazio e proventi del bar situato all'interno dell'Almagià). Si calcola quindi un disavanzo di gestione di circa 63 mila euro. Proprio per far fronte a queste spese il è previsto un contributo alla gestione da parte del Comune "da sottoporre a ribasso, pari a € 159.836,07 (IVA di legge esclusa)", un contributo "finalizzato al raggiungimento di un equilibrio economico finanziario della concessione", che sarà corrisposto al concessionario in rate trimestrali.

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