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Cronaca Lugo

Rubano i progetti di un'azienda lughese per produrre macchinari industriali: 4 indagati e 325mila euro sequestrati

Per le Fiamme Gialle gli indagati avrebbero anche rubato numerosi pezzi di ricambio che venivano utilizzati per l’assemblaggio degli stessi macchinari

Avrebbero rubato progetti e pezzi di ricambio dell'azienda per avviare un mercato parallelo di macchinari industriali. I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Ravenna, su delega del sostituto procuratore Luca Venturi della Procura della Repubblica di Bologna, hanno eseguito un provvedimento di sequestro preventivo per oltre 325.000 euro nei confronti di 4 persone, di nazionalità italiana e marocchina, accusate dei reati di accesso abusivo a sistema informatico, furto aggravato ed autoriciclaggio.

Il provvedimento cautelare emesso dal Gip di Bologna si pone a conclusione di un’articolata attività di indagine innescata da un esposto presentato da un’importante società lughese attiva nella progettazione e produzione di macchine ed impianti automatici per l’estrusione dei tubi e dei profili in plastica. Le successive indagini svolte dalle Fiamme Gialle ravennati avrebbero permesso di accertare come alcuni dipendenti, con il supporto di un familiare, si sarebbero impossessati di oltre 1.000 disegni tecnici di proprietà della medesima società attraverso accessi abusivi ai sistemi informatici della stessa, per poi avviare, secondo gli investigatori, un mercato parallelo alimentato da prodotti che ne riproducevano i progetti.

Nel corso delle indagini sarebbe stato accertato inoltre come, oltre ai disegni tecnici, gli indagati avessero proceduto a trafugare anche numerosi pezzi di ricambio che venivano utilizzati per l’assemblaggio degli stessi macchinari. Per tali motivi, la Procura di Bologna ha richiesto ed ottenuto dal Giudice per le indagini preliminari del tribunale felsineo un provvedimento di sequestro preventivo su conti correnti e immobili nella disponibilità degli indagati per 325.000 euro, quale profitto del reato derivante dalla commercializzazione (per il tramite di una società di “comodo” di diritto marocchino – da qui la contestazione del reato di autoriciclaggio), di quanto rubato all’azienda lughese.

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