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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Sarà dedicato ad Antonio Rocchi il calendario artistico 2022 della Cassa di Ravenna

Le opere del pittore e mosaicista ravennate, originario del borgo San Biagio, sono le protagoniste del nuovo calendario

E’ dedicato ad Antonio Rocchi (Ravenna, 20 dicembre 1916 – 6 aprile 2005) il calendario artistico del 2022 promosso dalla Cassa di Ravenna e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna. Il commento critico di Franco Gàbici, presente all'interno del calendario parte da ciò che scrisse Giulio Guberti: “Ma sull’artista (intellettuale e critico come oggi si dice) prevale il pittore (che è l’altra faccia della luna o della divisione del lavoro)”. Il calendario è visibile a questo link. Il calendario artistico si può vedere a questo link.

La presentazione di Franco Gàbici delinea un profilo biografico dell’artista che ne esalta i caratteri di forte personalità e originalità. L’artista per tutta la vita – ricorda Gàbici – ha abitato in via Portone, una piccola strada del borgo San Biagio che, per una curiosa combinazione, ha registrato fra i suoi abitanti diversi mosaicisti, al punto che una targa in mosaico, realizzata nel 2015 dall’Istituto d’arte per il mosaico e affissa all’ingresso del circolo “La Gardela”, la definisce “Strada dei mosaicisti”. Un presagio perché Rocchi prima di dedicarsi alla pittura si avvicina a questa tecnica antica realizzando nel 1940, insieme a Ines Morigi Berti, importanti mosaici. 

Durante la seconda guerra mondiale Rocchi si impegna attivamente nella lotta per la Liberazione, combattendo nella XIV compagnia della Brigata Garibaldi. Gli anni del dopoguerra lo vedono impegnato nei restauri dei mosaici di San Vitale, Galla Placidia, Sant’Apollinare Nuovo, della Cappella Arcivescovile e dei battisteri Neoniano e degli Ariani, tutti ora Monumenti Unesco, Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Insieme ad altri mosaicisti, Rocchi, esegue il grande mosaico del catino absidale del Duomo di Salerno e nel 1956 realizza, in mosaico, le grandi colonne della sede della Camera di Commercio di Ravenna. Molti comunque si sono interessati del Rocchi “pittore”, un artista che per Felice Nittolo “…non ha mai avuto maestri, ha guardato tutti con curiosità intellettuale, ma anche con grande imperturbabilità e distacco..”. Rocchi è stato anche un uomo di scuola: docente del Liceo Artistico di Ravenna e direttore dell’Istituto statale d’Arte per il Mosaico.

Antonio Rocchi è morto a Ravenna nel 2005, quasi novantenne. Danilo Montanari lo ha ricordato  così: “Rocchi ha interpretato senza fronzoli la figura dell’intellettuale sempre aperto al confronto con le nuove generazioni, nessuno ha mai pensato a lui come a un ‘vecchio’ sia che fosse al Bar Mosaico o nei caffè di Piazza del Popolo….se ne va con Rocchi un ‘giovane’ che ha accompagnato la città per quasi tutto il Novecento”.

Mingozzi: "Una ragione in più a sostegno del vicolo Rocchi"

Accoglie l'iniziativa con favore il repubblicano Giannantonio Mingozzi: "Una ragione in più - rilancia Mingozzi - per intitolare all'indimenticabile protagonista della pittura e dell'arte musiva il piccolo vicolo nel quale ha abitato per tutta la vita. Con il nipote Marcello Landi, che ne è stato promotore abbiamo presentato in Municipio la proposta ufficiale condivisa da tanti artisti e cittadini affinchè la toponomastica ravennate possa avvalersi di Vicolo Antonio Rocchi, Ravenna 1916-2005. Con Landi e con Alfieri, presidente della Fondazione Cassa, abbiamo sottolineato che si tratta del breve tratto situato tra via Portone e via Rampina in Borgo san Biagio, 20 metri di strada, oggi senza denominazione e numeri civici".

"Ci auguriamo che tra i primi atti della nuova Amministrazione Comunale e della Commissione Toponomastica si voglia deliberare questa decisione come doveroso riconoscimento ad un protagonista d'eccellenza dell'arte e dell'insegnamento ravennate. Di questi valori il Calendario 2022 ne è splendida testimonianza, grazie a Franco Gabici ed allo stesso Marcello Landi che vi ha collaborato; voglio aggiungere - conclude Mingozzi - l'appartenenza di Rocchi alla 14° compagnia della Brigata Garibaldi, composta interamente da repubblicani come Jules Minguzzi, Gualtiero Calderoni e Secondo Bini e l'impegno partigiano nella liberazione di Ravenna a conferma dell'amore per la città e di uno spirito laico e patriottico incrollabile". 

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