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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Caso Bisi, Matteucci scrive al Governo: "Falle nella magistratura"

Come aveva anticipato nei giorni scorsi, il Sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, ha scritto una lettera al Presidente del Senato Renato Schifani, al Presidente della Camera, Gianfranco Fini

Come aveva anticipato nei giorni scorsi, il Sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, ha scritto una lettera al Presidente del Senato Renato Schifani, al  Presidente della Camera, Gianfranco Fini, al Ministro della Giustizia Paola Severino, al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Michele Vietti e al  Presidente dell’ANM Rodolfo Maria Sabelli sul “caso Bisi”, il pluriomicida che lunedì pomeriggio ha ferito a colpi di pistola l’avvocato Francesco Manetti.

Nella lettera Matteucci ricorda come nel 1963 Primo Bisi, oggi 75enne, uccise a sprangate a Filo D’Argenta, venendo condannato dal Tribunale di  Ferrara a 14 anni di carcere. Tornato in libertà nel 1977, si trasferì a Savio, frazione del ravennate, insieme alla famiglia.  Il  6 dicembre 2001 uccise la moglie a colpi di pistola ed un vicino. Nel 2003, dopo il rito abbreviato, venne condannato a 16 anni di carcere più 5 da trascorrere in una clinica psichiatrica giudiziaria.

Sentenza confermata anche in Cassazione.  Nel settembre del 2010 gli furono concessi i domiciliari per motivi di salute. “Questo  ‘pregresso’  criminoso  e l’iter  giudiziario quantomeno sconcertante  per un pluriomicida,  - sottolinea il Sindaco - pongono  diversi interrogativi.  Il primo è sull’adeguatezza delle leggi e sull’appropriatezza della loro applicazione.  Le due condanne subite da Bisi per i due diversi omicidi sono davvero congrue? In particolare per il delitto del 2001 un  Bisi  ‘recidivo’ viene condannato a 16 anni di carcere più 5 da  trascorrere  in un istituto psichiatrico giudiziario: è davvero una pena adeguata?”

“Bisi da due anni era agli arresti domiciliari in attesa di entrare all’ospedale psichiatrico di Montelupo Fiorentino – prosegue il primo cittadino -. Perché concedere i benefici dei domiciliari ad un uomo che aveva già ucciso tre volte  e con  seri problemi psichici? E perché si è atteso così a lungo  per il suo trasferimento nell’ospedale psichiatrico?  L’altro aspetto inquietante – sottolinea Matteucci -  riguarda il porto d’armi concesso a Bisi dopo avere scontato la pena per il delitto del 1963.  Come è possibile concedere il porto d’armi a chi ha già ucciso un uomo? E come è possibile che un pluriomicida agli arresti  domiciliari possa circolare tranquillamente armato?”.

“Queste sono le domande  che tutti noi ci stiamo facendo in queste ore, alla luce di un episodio che avrebbe potuto avere esiti  ben più drammatici. – aggiunge Matteucci -. Si tratta di interrogativi più che leciti: una comunità ha il diritto di sentirsi sicura e di avere leggi che la tutelino. Il  ‘caso Bisi’  è emblematico di tutta una serie di  ‘falle’  del nostro sistema giudiziario che, a mio giudizio,  va ricercato sia nelle leggi che nella loro applicazione”.

“Vi chiedo, sulla base dei Vostri ruoli e delle Vostre rispettive competenze, di avviare una riflessione seria che porti a modificare una situazione che rischia davvero di distruggere del tutto il già sottile legame fra i cittadini e le istituzioni.  Per quello che riguarda le leggi, - conclude il sindaco - è evidente il ruolo del Parlamento e il potere di iniziativa del Governo. Per quello che riguarda l’applicazione delle leggi vigenti è mia opinione che siano da valutare azioni di verifica dell’operato della Magistratura”.

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