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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Una cantina vinicola sottomarina: la Tenuta del Paguro

Dall'iniziativa di due giovani ravennati sono nate le cantine enologiche installate nel reef artificiale al largo delle coste romagnole. Già recuperate le prime casse a 25 metri di profondità

Tenuta del Paguro, vino dalle profondità sottomarine. Dall’iniziativa di due giovani ravennati sono nate le cantine enologiche installate nel reef artificiale al largo delle coste romagnole. Già recuperate le prime casse a 25 metri di profondità.Da quando Ravenna era la sfarzosa capitale dell’Impero Romano d’Occidente, nei baccanali si mesceva con perizia una varietà di vini, fra cui i "salsi", o salati, prodotti con uve seccate al sole e quindi miscelati, prima della fase di affinamento, con acqua marina, in modo da accelerare la maturazione e prevenire l’acetificazione.

Oggi la bizantina Ravenna è diventata una delle capitali nel Mediterraneo della cantieristica navale e dell’industria petrolchimica, ma restano pregiate cantine nel territorio dove si producono l’albana, il sangiovese, il pagadebit, la cagnina e le altre eccellenze vinicole romagnole. Ed a questa offerta si aggiunge ora un’idea innovativa che trova le sue radici proprio nel passato e nella storia. Grazie ad una intuizione di due quarantenni ravennati nel 2010, Gianluca Grilli e Raffaele Ravaglia, è nata infatti la «Tenuta del Paguro» caratterizzata da un percorso di ricerca e innovazione enologica e da una location unica nel suo genere come quella del Paguro. Proprio tra i relitti della piattaforma metanifera sprofondata nel lontano Settembre del 1965 ed oggi trasformata in un’oasi sottomarina, dichiarata nel 1995 Sito di Importanza Comunitaria, hanno trovato dimora le prime casse di vino della «Tenuta del Paguro».

In quello che è ormai divenuto un autentico reef artificiale, grazie ad una straordinaria metamorfosi sottomarina iniziata 50 anni fa, sono state lasciate dodici mesi fa le prime bottiglie di vino.  Ad una profondità di 25 metri, quel mare dove tutto può accadere ha ospitato e custodito per un anno bottiglie di PAGURUS (Sangiovese 2010), HOMARUS (Merlot 2010), NEPHROPS (Cabernet 2010) e SQUILLA MANTIS (Albana 2011), avviluppandolo in un’oscurità abissale e mantenendolo a temperatura costante. La totale assenza di raggi UV, la temperatura costante di 10-13 gradi centigradi, nonché l’armonico massaggio delle maree, un oblio amniotico, nero, sono stati i fattori determinanti e caratteristici che hanno nobilitato la prima produzione della Tenuta.

Con la collaborazione di una squadra di guide subacquee dell’Associazione Paguro partiti dal porto di Marina di Ravenna con l’imbarcazione Mephisto, le prime casse sono state recuperate dopo il tempo necessario a raggiungere la maturazione ottimale.  Ora le prime etichette della «Tenuta del Paguro» PAGURUS, HOMARUS, NEPHROPS e SQUILLA MANTIS sono pronte per essere delibate non solo da chi  ama i sapori, i profumi e le dolci sensazioni di una miscela unica, ma anche da chi si immerge nella fascinosa poesia del vino e del mare.

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