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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Università, 18 borse di studio per dottorati di ricerca in Emilia-Romagna

Le risorse sono destinate a sostenere 16 progetti, triennali e/o quadriennali, per formare alte competenze in ambiti altamente strategici: sostenibilità e resilienza della società, delle comunità e dei territori

Oltre 1,6 milioni di euro di risorse europee per finanziare 18 borse di studio di dottorato di ricerca nei 6 Atenei dell’Emilia-Romagna. La Giunta guidata dal presidente Stefano Bonaccini ha dato il via libera alla graduatoria dei progetti di formazione alla ricerca che si sono aggiudicati i contributi del bando regionale pubblicato lo scorso aprile. Le risorse, messe a disposizione dal Programma Regionale FSE+ (Priorità 2 – obiettivo specifico E), sono destinate a sostenere 16 progetti, triennali e/o quadriennali, per formare alte competenze in ambiti altamente strategici: sostenibilità e resilienza della società, delle comunità e dei territori.

All’Università di Bologna sono assegnati 601.424,04 euro per 6 borse di studio per cinque progetti (Cambiamento climatico e conseguenze sociopolitiche;
Cambiamento climatico e scelte economiche; Strategie e politiche per la crescita degli ecosistemi dell’innovazione circolare e sostenibile; Educazione alla cittadinanza globale e formazione degli insegnanti; Fondamenti teorici dell’educazione allo sviluppo sostenibile. Il ruolo del corpo nei processi di apprendimento alla sostenibilità);

“Prosegue il nostro impegno per promuovere la formazione e la ricerca e fare dell’Emilia-Romagna la regione della conoscenza e dei saperi, in linea con quanto stiamo facendo per portare una sede dell’Università delle Nazioni Unite presso il Tecnopolo Manifattura - sottolinea l’assessora regionale all’Università, ricerca e agenda digitale Paola Salomoni -. Con questi finanziamenti mettiamo insieme alle nostre Università un ulteriore tassello per la valorizzazione e il rafforzamento delle alte competenze, attraverso il potenziamento dei dottorati di livello nazionale e internazionale. Insieme al Patto per il lavoro e il clima, l’Agenda digitale e la legge sull’attrazione e valorizzazione dei talenti concorriamo poi all’obiettivo per lo sviluppo dell’alta formazione, in particolare in settori strategici per il futuro della nostra Regione e dell’intero Paese”.

Gli ambiti di ricerca finanziati

Le conseguenze del cambiamento climatico sulla nostra società e sulle scelte economiche; la formazione degli insegnanti per un’educazione alla cittadinanza globale; e ancora, la produzione di idrogeno da moto ondoso, il rapporto della rigenerazione urbana con il patrimonio culturale e architettonico, l’intelligenza artificiale per favorire la resilienza e la sostenibilità delle filiere agroalimentari. Sono alcuni degli ambiti di ricerca dei 16 progetti ammessi al finanziamento.

I progetti, infatti, dovranno essere capaci di anticipare le conseguenze del cambiamento climatico e di valorizzare le nuove tecnologie, concorrendo ad ampliare le ricadute positive attese dall’UNU Institute on Big data and Artificial intelligence for managing Human habitat Change, il nuovo Istituto che sorgerà proprio in Emilia-Romagna, al Tecnopolo di Bologna, e rafforzerà la vocazione e il ruolo dell’Emilia-Romagna come centro d’eccellenza mondiale per la ricerca, la scienza, l’intelligenza artificiale e i big data.

I progetti, inoltre, permetteranno di concorrere a formare alte competenze per la ricerca coerenti ai settori di competenza UNU e UNESCO, ed in particolare educazione, scienze naturali e sociali, cultura e comunicazione. Competenze che dovranno essere coerenti anche con gli ambiti tematici della Strategia di specializzazione intelligente e saper affrontare le “Sfide globali e Competitività industriale europea”, che costituiscono il secondo pilastro del Programma Horizon.

Le borse di ricerca potranno essere attivate con riferimento al 39^ ciclo e pertanto a partire dall’anno accademico 2023/2024, o al 40^ ciclo, quindi dall’a.a. 2024/2025. Potranno avere una durata triennale o quadriennale e prevedere un periodo di permanenza all’estero di massimo 12 mesi o, unicamente per i progetti in co-tutela con soggetti esteri, di 18 mesi.

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