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Il problema del traffico e del biodigestore a Castiglione di Ravenna

"Dunque, aumento di costi con soldi pubblici che potrebbero, e dovrebbero, essere spesi diversamente, magari per garantire servizi che la pesante crisi di bilancio degli enti mette ad effettivo rischio"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

"Quando si pensa a nuovi insediamenti produttivi sarebbe buna norma, per un’Amministrazione pubblica attenta ai problemi dei cittadini amministrati, preoccuparsi non solo di vedere soddisfatti gli aspetti normativi edilizi e igienico-sanitari legati alla concessione, ma anche quelli legati alla tutela dell’incolumità fisica dei residenti dove è realizzato l’insediamento. E tra questi aspetti i più rilevanti (dato per scontato che quelli concernenti emissioni e scarichi siano già stati valutati e rispettati all’origine, col rilascio dei titoli concessori), sono quelli legati all’aumento del traffico veicolare (soprattutto quello pesante), che un nuovo insediamento inevitabilmente comporta.

Pare invece che questo non sia proprio avvenuto col Biodigestore in località Ponte Rosso a Castiglione di Ravenna. Infatti, quand’anche l’ubicazione dell’impianto realizzato sia collocata relativamente distante da centri abitati, il traffico pesante si scarica per intero nel centro abitato di Castiglione, con pesantissimi riflessi negativi sulla qualità della vita, con particolare riferimento all’aumento di rischi per l’incolumità fisica di cittadini, residenti e no. Com’è noto (non a caso Provincia e Comune avevano inserito il centro di Castiglione nel bando per il Piano Nazionale Sicurezza Stradale) soffre, come poche altre realtà, di gravissimi problemi derivanti da un traffico di attraversamento particolarmente intenso e veloce.

A questo si è aggiunto ora quello dei mezzi pesanti che trasportano scarti solidi di lavorazione per l’impianto: una miriade di mezzi ingombranti quali camion telonati ed enormi trattori con rimorchi e botti (presumibilmente pieni di liquami) che, quotidianamente invadono il centro con un’unica caratteristica comune; attraversarlo a velocità sostenuta e spesso con atteggiamenti di guida disinvolti. Questi mezzi rappresentano, dunque, un quotidiano pericolo per la sicurezza della circolazione, soprattutto per gli utenti deboli quali pedoni e ciclisti (quasi bambini e anziani), oltre a determinare pesanti aggravi nei costi di manutenzione del manto stradale da parte della provincia, ente proprietario della strada.

Dunque, aumento di costi con soldi pubblici che potrebbero, e dovrebbero, essere spesi diversamente, magari per garantire servizi che la pesante crisi di bilancio degli enti mette ad effettivo rischio. Evidentemente, tra le prescrizioni di concessione rilasciata proprietari/gestori dell’impianto, dovevano essere indicate anche quelle relative ai percorsi per i mezzi che riforniscono l’insediamento. Ovvio che adesso è tutto più difficile ma è ancora possibile dare una risposta concreta alla domanda di sicurezza che viene dai cittadini castiglionesi.

Dunque lavorando per dirottare su percorsi alternativi al centro abita abitato di Castiglione ( e ce ne sono tanti, molto meno abitati e più percorribili) e all’asta della S.P. 51 nei suoi tre tratti (via G.Zattoni, via D.Turci e via C.Torres): cosa che l’ubicazione del Biodigestore rende assolutamente possibile e consigliabile. Spero che il nuovo anno, per il quale formulo a tutti i migliori auguri, porti anche maggiore attenzione, da parte dell’Amministrazione Comunale, nei confronti di Castiglione e, più in generale, di tutto il forese; con particolare riferimento al sud del territorio comunale.

Problemi come quello evidenziato aumentano l’esigenza di dotarsi quanto prima di un nuovo soggetto di raccordo tra cittadini e amministrazione, che supplisca all’insensata (sul piano politico) e ingiustificata (su quello economico), soppressione delle Circoscrizioni. Infatti, non si possono lasciare porzioni consistenti di territori, viepiù importanti sul piano strategico e degli assetti viari, senza adeguati soggetti a vocazione istituzionali che, oltre ad un corretto rapporto e raccordo con l’amministrazione, siano portatori di proposta dotati di una visione strategica dei problemi del territorio, che superi gli angusti confini dei campanilismi paesani.

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