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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica

Magazzino ex Sir, il M5S presenta ricorso al Tar

Illustrato venerdì il ricorso al TAR relativo al vincolo ai sensi del Testo Unico dei Beni Culturali adottato dalla Soprintendenza regionale per il magazzino ex-Sir della Darsena di Ravenna

Illustrato venerdì il ricorso al TAR relativo al vincolo ai sensi del Testo Unico dei Beni Culturali adottato dalla Soprintendenza regionale per il magazzino ex-Sir della Darsena di Ravenna, ricorso depositato lunedì scorso. E’ stato questo l’ulteriore passo di un gruppo di cittadini e del Movimento 5 Stelle nei confronti della tutela dei beni culturali, “tutela che non riteniamo sia stata applicata nel caso in questione, per i motivi espressi nel ricorso e che si possono riassumere in questo concetto: l'istanza di tutela di un bene culturale deve attuarsi in primo luogo in maniera 'fisica' (principio di realità) e sulla sua materialità, non sulle 'vestigia' o sull''idea' del bene. In caso contrario si produce a tutti gli effetti una ‘reinterpretazione’, ossia un falso storico”.

Il vincolo in questione, invece, come strutturato, propone di 'interpretare' il bene e di tutelarne, in fondo, solo l' 'idea' (gli archi, una non meglio definita 'spazialità'). Inoltre, del punto in cui dice: "Il manufatto richiede interventi di recupero e nuove destinazioni d'uso che possano salvarlo dal suo destino di rovina e di abbandono, anche con sviluppi progettuali che contemperino le nuove vocazioni dell'area in cui si inserisce, con la conservazione delle strutture portanti a parabola nella spazialità che vanno a definire, quindi con valenze interpretative e compensative proprie della contemporaneità", “chiediamo cosa vuol dire 'compensative’? Di che cosa deve essere “compensativo” un recupero di un bene tutelato? Di qualcosa che stiamo cancellando?”

“Per capirlo – si legge nella nota firmata Fabrizio Martelli e Movimento 5 Stelle Ravenna -  è forse sufficiente guardare il progetto presentato in settembre già avallato senza remore da parte del Comune e della Soprintendenza e senza il confronto con altre proposte. Nessuna valutazione in merito ad eventuali alternative, ed anche le nuove linee guida del POC Darsena ampiamente contestate dai cittadini nell’ambito del processo partecipativo de “La Darsena che Vorrei” accolgono in pieno le proposte del progetto presentato. Dopo la presentazione di questo (e dopo la nostra denuncia alla Procura) è stato riavviato il procedimento di vincolo lasciato decadere per oltre un anno. Vincolo che, non a caso, pare ‘tagliato’ apposta sul progetto presentato. Ecco, di questo chiede conto il nostro ricorso, di questa inspiegabile procedura lacunosa e ‘a rovescio’ che, pur dovendo tenere conto di più istanze, comprese quelle della proprietà privata, non può tuttavia anteporre queste a ciò che richiede il Codice dei Beni Culturali. Com’è è possibile che l’intervento di una Soprintendenza vanifichi addirittura le norme (per loro natura meno stringenti) del Piano Regolatore tuttora in vigore, per le quali il magazzino Sir era da sottoporre a tutela e restauro integrale?Come può, questo intervento, premesse addirittura le condizioni di degrado fortissimo della struttura (mai supportate da una controperizia), approvare un progetto che la destabilizza ulteriormente, lasciando sotto le intemperie questi nudi archi privi dei collegamenti strutturali che ora costituiscono l’ ‘organismo architettonico’ e il sistema strutturale del magazzino?Una occasione di riqualificazione della Darsena anche in questo caso inspiegabilmente mancata, riteniamo, a danno di tutto il quartiere e di tutti  i cittadini. A supportarci è giunta anche la nostra capolista al Senato Michela Montevecchi, che della cultura e dalla salvaguardia dei beni irripetibili del nostro Paese fa un punto fondamentale del suo programma”.

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