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Ortazzo-Ortazzino, per l'Ispra va istituita la Riserva Naturale. Italia Nostra: "Nessuna speculazione immobiliare"

Rispetto agli ambienti in zona “C”, Ispra esprime parere favorevole affinché “vengano fatti rientrare nella zona B del Piano del Parco. Il cambiamento di classificazione è auspicabile per garantire la conservazione della biodiversità nel lungo termine"

Le associazioni WWF Ravenna, Enpa, Federazione Nazionale Pro Natura, Italia Nostra, Legambiente Ravenna Circolo Matelda, Oipa ed Ubn - Unione Bolognese Naturalisti hanno inviato ad ottobre all’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), il massimo organo istituzionale competente sull’ambiente in Italia, una richiesta di parere sulle caratteristiche ambientali dell’area Ortazzo-Ortazzino e sull’opportunità sia di riclassificare i quasi 80 ettari della “zona C” a minor protezione, a zona “B”, sia di istituire una Riserva Naturale dello Stato (come lo sono ad esempio le nostre pinete litoranee), al fine di garantire la massima protezione.

Il parere fornito da Ispra, spiegano da Italia Nostra Ravenna, ha stabilito che “Il comprensorio denominato “Ortazzo, Ortazzino e Foce Bevano sud” rappresenta uno dei pochi lembi di territorio costiero della regione Emilia-Romagna sopravvissuto al rapido processo di trasformazione del litorale avvenuto a partire dagli anni ‘60 del secolo scorso in seguito al boom economico e al conseguente sviluppo dell’attività turistica che ha interessato l’intera fascia alto adriatica” e che tali ambienti “vadano adeguatamente protetti, non solo preservando gli habitat nelle zone dove essi sono attualmente diffusi, ma anche favorendone l’espansione di areale. È ben noto, infatti, che l’efficacia di un’area protetta dipende in larga misura dalla sua estensione: più un’area è piccola ed isolata rispetto ad analoghi contesti ambientali, meno riesce a preservare habitat e specie nel periodo medio-lungo”. Rispetto agli ambienti in zona “C”, Ispra esprime dunque parere favorevole affinché “vengano fatti rientrare nella zona B del Piano del Parco. Il cambiamento di classificazione è auspicabile per garantire la conservazione della biodiversità nel lungo termine in quanto permetterebbe di perseguire più efficacemente gli obiettivi di conservazione degli habitat e delle specie di interesse nazionale e comunitario presenti nel biotopo”.

In merito all’opportunità di ricomprendere tutta l’area in una Riserva Naturale dello Stato e acquisirla al Demanio statale, rileva che l’area possiede tutti i requisiti previsti in tal senso dalla legge “in quanto risultano presenti numerosi habitat di interesse comunitario” “di cui almeno 5 prioritari”. Le associazioni, con l’aiuto di esperti e consulenti vegetazionali, hanno individuato ben 23 habitat protetti dalle direttive europee, di cui alcuni rarissimi, diversi dei quali, grazie alla libera evoluzione lasciata alla natura in questi 50 anni dalla cementificazione prevista e poi bloccata nel 1975, sviluppati proprio nella “zona C” oggi a minor tutela. Infine, Ispra “evidenzia i valori naturali e i profili di vulnerabilità territoriale” e ritiene che “la proposta di acquisizione da parte del demanio statale formulata e l’inserimento dell’area all’interno di una Riserva Naturale dello Stato appare essere una misura opportuna per scongiurare iniziative incompatibili con le prioritarie esigenze di tutela del comprensorio”.

"Dunque, sono soddisfatte tutte le condizioni affinché gli enti possano esercitare gli obblighi previsti dalla legge che spettano loro, ovvero la tutela prioritaria del patrimonio ambientale - concludono da Italia Nostra - Gli enti compiranno senza esitazione il loro dovere o si renderanno complici della speculazione immobiliare che pare si stia delineando, con la vendita imminente a prezzo raddoppiato?".

Le associazioni hanno inviato richiesta urgente al presidente della Regione Bonaccini, al presidente e direttore del Parco del Delta del Po Aida Morelli e Massimiliano Costa, al sindaco di Ravenna Michele de Pascale "affinché provvedano immediatamente alla riclassificazione" e invieranno al Ministero e ai Carabinieri Forestali la richiesta di dichiarazione di Riserva Naturale dello Stato. "Al contempo la richiesta è stata posta in conoscenza anche alla Procura della Repubblica. Altre iniziative sono previste per scongiurare l’attacco a questo preziosissimo patrimonio ambientale dei ravennati e di tutta l’Italia".

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