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Spadoni (Udc): "Il rapporto tra Comune e centro stampa associato doveva cessare diversi anni fa"

"Con delibera di Consiglio Provinciale del 30 settembre 2008, si è costituito l’ufficio associato fra la Provincia e il Comune di Ravenna per la gestione unificata del centro stampa dei due enti"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

"Con delibera di Consiglio Provinciale del 30 settembre 2008, si è costituito l’ufficio associato fra la Provincia  e il Comune di Ravenna per la gestione unificata del centro stampa dei due enti, con lo scopo di conseguire obiettivi di economicità, efficacia ed efficienza dell’azione amministrativa anche mediante la realizzazione di economie di scala. L’attività del citato centro è svolta tuttora in locali presi in affitto dal Comune a un costo annuo di 330.000,00 euro. Avere concentrato in un unico servizio a gestione associata le attività di stampa e riproduzione, doveva consentire risparmi sui costi e convenienza economica a vantaggio delle due istituzioni, ma alla luce dei fatti, per la Provincia  da alcuni anni, tali  obiettivi si sono rivelati del tutto virtuali. 

L’utilizzo della stamperia, infatti, è da qualche anno assolutamente parziale e ciò è  dovuto all’inadeguatezza delle macchine a disposizione, poiché  alcune  apparecchiature  per stampe uniche, tecnicamente non sono più rispondenti a buona parte delle esigenze dei lavori da eseguire. Non si tratta di casi isolati, e ciò produce continui  ricorsi da parte dei singoli servizi dell’amministrazione provinciale alle tipografie e alle  attività di litografia e di riproduzione esterne.  In questo modo, paradossalmente l’ente di Piazza dei Caduti si trova a dovere sostenere l’onere fisso stabilito dalla convenzione in essere  pari a euro 140.000,00 annui  dovuto al Comune a titolo di rimborso spese per la gestione associata  del citato centro stampa, cui si aggiunge  il costo di una dipendente a totale carico della  Provincia e con un onore  stimabile all’incirca in 30/ 35.000,00 euro annui.

Inoltre si sommano  le spese sostenute per i  singoli lavori affidati alle tipografie private del territorio, il cui ammontare  complessivo  indicativamente  non è  meno di 150.000,00 euro annui. Va annotato, peraltro, come l’amministrazione provinciale disponga, inoltre, di fotocopiatori a noleggio i cui costi di nolo e di materiale vanno aggiunti a quelli già citati, e l’insieme di queste voci nel solo  2011 ha prodotto una spesa  per la voce  tipografia e stampa, di  oltre 320.000 euro.

Situazione recente. Probabilmente, anche attraverso una personale interrogazione risalente ad alcuni anni fa, la giunta provinciale ha riconsiderato la questione e ha  proposto il recesso dall’accordo con il  Comune a valere dal gennaio 2014. Al riguardo, se il fine individuato dall’esecutivo è condivisibile, quest’atto è in ogni modo tardivo poiché anticipa di soli nove mesi la normale conclusione del rapporto, in uno scenario economico e istituzionale completamente cambiati rispetto all’anno dell’accordo. La crisi e i mancati trasferimenti hanno pressoché annullato gli investimenti e, tra l’altro, molte attività e competenze  sono state in larga parte soppresse. Soprattutto, le tecnologie usate  nel citato centro stampa sono da molti   anni, del tutto inadeguate sino a rendere fortemente sottoutilizzato il ricorso a tali servizi.

Addirittura, come precisa un atto consiliare “…il costo della copia previsto in convenzione, per effetto del diminuito fabbisogno, risulta più alto rispetto a quello che la Provincia sosterrebbe se utilizzasse le fotocopiatrici attualmente in dotazione a questo ente..”. Per queste ragioni si doveva agire nei confronti di Palazzo Merlato da diversi anni e con trattative più incisive e determinate, mentre, alla fine,  lo stesso Comune di Ravenna è l’unico soggetto ad averne tratto vantaggi concreti di partecipazione alla spesa. Intanto l’ente di pazza Caduti, in data 20 agosto 2013 ha liquidato altri 53.223.00 euro a saldo del 2012 e in acconto sul trimestre aprile – giugno 2013.

A margine della questione,  stupisce  registrare l’  impegno dell’amministrazione  teso a  rinunciare  a finanziamenti deliberati o per anticipare l’estinzione parziale o totale di mutui presso la Cassa depositi e  prestiti, mentre, come paradosso,  non è   riuscita a chiudere definitivamente e già da alcuni anni  una partita  più semplice   che in ogni modo avrebbe evitato di spender inutilmente 140.000  euro annui".

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