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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Strumenti urbanistici, la Bassa Romagna è pronta alla nuova legge regionale

Sono stati adottati i Piani operativi comunali di Alfonsine, Bagnacavallo, Conselice, Fusignano, Lugo e Massa Lombarda, dopo all'approvazione già avvenuta dei Poc di Bagnara e Cotignola

I Comuni dell’Unione della Bassa Romagna hanno adottato le varianti del Piano strutturale comunale (Psc) e del Regolamento urbanistico edilizio (Rue). Inoltre, sono stati adottati i Piani operativi comunali (Poc) di Alfonsine, Bagnacavallo, Conselice, Fusignano, Lugo e Massa Lombarda, dopo all'approvazione già avvenuta dei Poc di Bagnara di Romagna (2016) e Cotignola (2017).

I nuovi strumenti sono stati presentati a Lugo dal sindaco Davide Ranalli, delegato alla Pianificazione territoriale dell’Unione, e da Gabriele Montanari, dell’Area Territorio dell’Ucbr. Le varianti prevedono una riduzione molto importante delle aree di possibile espansione previste dal Psc del 2009: circa il 50% viene eliminato, sia accogliendo le richieste dei proprietari, sia per adeguare i piani di sviluppo alla luce di nuovi studi sulla sicurezza idraulica e sismica del territorio. Il risultato è la riduzione di 630 ettari di terreno che ritornano al pieno uso agricolo.

Le varianti generali di Psc e Rue sono le prime dopo l'approvazione degli strumenti urbanistici del 2009 e 2012; oggi vengono rinnovati e aggiornati per fare il primo passo di adeguamento in vista della nuova legge urbanistica regionale, che sarà approvata nei prossimi giorni; i Poc completeranno con la loro approvazione il quadro degli strumenti urbanistici previsti dalla legge regionale urbanistica 20/2000; questo obiettivo è stato colto solo da un terzo dei Comuni dell’Emilia-Romagna, e i Comuni della Bassa Romagna sono gli unici in provincia a esserci arrivati, dopo quello di Ravenna.

Il percorso di costruzione delle varianti, svolto in pochi mesi per effetto dell'arrivo della nuova legge, è stato caratterizzato dalla forte collaborazione con le associazioni di categoria del mondo del lavoro, dagli ordini e collegi professionali di architetti, ingegneri, agronomi, periti e geometri, fondamentali nella definizione rinnovata delle norme urbanistiche, tutti accomunati dall'idea di snellire e rendere più efficaci le pratiche edilizie che consentono la riqualificazione del patrimonio edificato esistente e lo sviluppo delle imprese.

Con le “passeggiate urbanistiche” si è inaugurata nei mesi scorsi una modalità per indagare insieme nei centri storici, nelle zone rurali e nel mondo del commercio, per evidenziare i limiti attuali e superarli. Dal 13 dicembre, con la pubblicazione sul Bollettino ufficiale regionale (Burert), si aprono sessanta giorni dedicati alla presentazione di osservazioni e contributi che potranno migliorare gli strumenti urbanistici dei Comuni dell'Unione, per portarli alla definitiva approvazione tra marzo e aprile del 2018.

“Alla vigilia della pubblicazione sul Bollettino ufficiale regionale, abbiamo scelto di condividere il lavoro svolto - ha dichiarato Davide Ranalli -. A inizio mandato la giunta dell’Unione ha espresso l’intenzione di portare avanti un lavoro che trovasse concretezza attraverso gli atti. Era riconosciuto da ordini e associazioni il fatto che il nostro regolamento urbanistico avesse bisogno di essere adeguato ai bisogni del territorio e di un mondo che nell’ultimo decennio è molto cambiato. Abbiamo così individuato una modalità operativa basata sulla condivisione, attraverso il tavolo della semplificazione, composto da associazioni di categoria, ordini professionali e da alcune aziende nominate dalle stesse associazioni”.

“Il lavoro sulla carta è stato anche integrato da un lavoro di presa di contatto reale attraverso quelle che abbiamo chiamato passeggiate urbanistiche e successivamente agricole - continua il sindaco Ranalli -, al fine di verificare le più idonee classificazioni per ciascun edificio, alla luce di una maggior aderenza tra realtà e regole, semplificando di conseguenza la burocrazia.  Abbiamo così lavorato per liberare alcuni vincoli e favorire la ripresa di un settore in difficoltà e che nel territorio occupa ancora tante persone”.

“Aver condiviso questo percorso ci ha condotto ad abbattere anche una sorta di diffidenza tra il pubblico e il privato, rompendo lo schema classico legato a una distanza qui ridotta se non annullata - conclude Ranalli -. Un difficile, ma appassionato percorso ci consegna oggi meno vincoli, meno consumo di suolo, più recupero dell’esistente, più qualità abitativa e maggiore sicurezza degli edifici storici”.

“Gli aspetti delle varianti tengono conto anche dell’effetto demografico, che di fatto conferma che non vi sia necessità di aumentare gli insediamenti abitativi consumando suolo agricolo - ha sottolineato Gabriele Montanari -. I nuovi strumenti tengono conto della realtà dei fatti, ovvero l’esistenza di zone produttive ancora non pienamente sfruttate, all’interno delle quali ha grande importanza il manifatturiero, e le tante richieste degli agricoltori di preservare un’agricoltura di qualità. I vecchi piani regolatori basati su una previsione di forte consumo di suolo non hanno confermato le previsioni, incontrandosi così anche con la richiesta della futura legge urbanistica, che intende favorire principalmente la riqualificazione dell’esistente”.
 

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