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Versalis, Ancisi: "Il senso del voto unanime del consiglio comunale"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

"Deve essere chiaro come il futuro della chimica italiana, la cui spina dorsale è la società Versalis/ENI, dalla quale dipendono l’economia ravennate e un migliaio dei nostri posti di lavoro, è nelle mani del Governo nazionale, regolatore della politica industriale nel nostro Paese e possessore dell’ENI al 100%. La trattativa in corso per la vendita del 70% di Versalis ad un fondo finanziario americano (il SK Capital) ha dunque giustamente sollevato la preoccupazione che non si tratti del normale riassetto di una grande azienda, ma dello smantellamento della chimica italiana. La cessione della Versalis mette infatti in discussione l’intero assetto territoriale della chimica, da quella “verde”,  suscettibile di liquidazione causa il blocco degli investimenti, a quella tradizionale, che già subisce i mancati investimenti di questi anni. Prima vittima lo stabilimento di Ravenna.

L’ordine del giorno da me proposto il 18 dicembre al consiglio comunale e approvato, il giorno 22 all’unanimità - evento insolito su un’iniziativa dell’opposizione - rappresenta dunque una presa di coscienza, senza distinzioni di parte, che il tema non può essere ulteriormente ignorato dalla dirigenza politica del Comune di Ravenna, a sua volta chiamata a far leva sul senso di responsabilità del Governo. Se ne parlerà, dunque, come si è deciso, in “una seduta straordinaria del Consiglio alla prossima ripresa dei lavori invitando a parteciparvi i rappresentanti di EniI-Versalis, come la presidente di ENI Emma Marcegaglia, i rappresentanti dei sindacati ed eventuali rappresentanti di altre realtà istituzionali e sociali interessate di dibattito”.

Come recita il comunicato stampa ufficiale del Comune, il testo finale dell’ordine del giorno si è avvalso “della collaborazione tra Alvaro Ancisi e Matteo Cavicchioli del Pd” nonché del “contributo di Alberto Ancarani di FI”. Nodo da risolvere rispetto all’altro documento del Pd, distribuito ai consiglieri in corso di seduta, è stata la parte del dispositivo che nel mio testo chiedeva allo Stato di intervenire “presso la Cassa Depositi e Prestiti perché entri nell’azionariato di Versalis insieme alla prevista restante quota del 30% in capo ad Eni, così da evitare che la maggioranza azionaria della società, e con essa la chimica italiana, cada in mano straniera”. Il testo del PD chiedeva invece di “intervenire nei confronti del Ministero competente e del Governo per apprendere se il partner americano Sk Capital ha la necessaria solidità finanziaria per garantire la realizzazione del piano industriale e la gestione futura dell’azienda e a chiedere garanzie sul destino dell’investimento da 200 milioni previsto dal piano industriale di Versalis sul nostro territorio” e di “chiedere altresì che Eni mantenga la maggioranza delle azioni di Versalis finché il nuovo piano industriale non sia delineato chiaramente, anche se ciò richiede da parte dello stato l’utilizzo di strumenti come il fondo strategico della cassa depositi e prestiti”. 

La mediazione, che ha prodotto l’unanimità del consiglio, è stata sulla necessità di esprimere “presso il Governo le ragioni sostenute dalle rappresentanze sindacali dei lavoratori, e in particolare che, in assenza di un piano industriale credibile, approvato dalle rappresentanze sindacali dei lavoratori, sostenuto da un piano finanziario adeguato e sostenibile, utile a consolidare e a rafforzare l’assetto industriale della chimica nazionale, la maggioranza azionaria di Versalis resti in capo ad ENI, prevedendo, al fine di consolidare la compagine azionaria, anche il ricorso al Fondo Strategico Italiano della Cassa Depositi e Prestiti”. 

I lavoratori hanno la maturità per comprendere che l’accordo è stato raggiunto su un punto più elevato di garanzie per la chimica italiana. Che un “piano industriale credibile” sia “approvato dalle rappresentanze sindacali dei lavoratori” è infatti la maggiore garanzia.  Allo stato attuale dei fatti - la manifestazione dei lavoratori avvenuta il 17 dicembre davanti alla sede centrale di Versalis e lo sciopero nazionale programmato il 20 gennaio in tutte le sedi del gruppo ENI - non è una fideiussione da poco. Ne dipende, come conclude l’ordine del giorno, che “sia potenziato l’assetto della chimica nazionale e rilanciato in direzione della chimica verde”.

Alvaro Ancisi, capogruppo Lista per Ravenna
 

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