rotate-mobile
Cronaca Faenza

Dopo l'alluvione rimane la paura sul Lamone: "Argini alzati solo da un lato. Ci sentiamo abbandonati"

La testimonianza di chi abita nei pressi del fiume: "A maggio l'acqua è arrivata fino a 1.80 metri. Ora basterà meno pioggia per ritrovarci come allora"

Le ferite dell'alluvione sono ancora vive e la paura è ancora presente in molti abitanti del territorio romagnolo, soprattutto nelle aree più colpite nel maggio 2023. Fra queste zone c'è sicuramente il territorio faentino, dove proseguono gli interventi per la messa in sicurezza del territorio, in particolare con l'innalzamento dei muretti di contenimento sull'argine del fiume Lamone, le cui acque avevano invaso gran parte di città e campagne. Ma se da un lato c'è apprezzamento per questi interventi, dall'altro ci sono cittadini che reclamano maggior attenzione dalle istituzioni. Fra questi ci sono gli abitanti di Sarna, piccola frazione a sud di Faenza, affacciata sulla sponda del Lamone. A testimoniare le proprie perplessità è Paola Frega, che presenta le preoccupazioni dei vari poderi e proprietà sull'argine del fiume.

Famiglia alluvionata costretta a vivere in sei in 65 metri quadri: "Nessuno ci affitta una casa, temono che non riusciremo a pagare"

Le due alluvioni di maggio sono state "una cosa disastrosa. Il fiume è straripato un po' ovunque. Nelle prime case si era formato una specie di catino, con da una parte la sponda dell'Orto Bertoni e dall'altro la strada che sale. Eravamo in una conca. Già con la prima alluvione auto e attrezzature erano state distrutte", spiega Paola, poi è giunta la seconda catastrofe pochi giorni dopo, "è stata devastante, l'acqua è arrivata fino a 1 metro e 80". Si tratta infatti di una zona particolarmente a rischio, con case e terreni che si trovano dentro l'ansa del fiume Lamone, a sud di Faenza, praticamente circondati su tre lati dal fiume. 

La situazione a metà febbraio sulla sponda sud del fiume Lamone a Sarna

La sfortuna per la famiglia di Paola, fra l'altro, non si è fermata a maggio. In estate nuovi drammi hanno frenato la ripartenza dell'azienda agricola. "Mio figlio Igor stava lavorando al carro di raccolta della frutta alluvionato, stava facendo un po' di manutenzione, quando improvvisamente il piano superiore del carro è precipitato trascinandolo giù. Ed è stato in coma al Bufalini". Un mese dopo, invece, il marito di Paola è stato colto da un infarto. La forza lavoro dell'azienda familiare si è così ridotta rallentando tutti i lavori necessari a ripartire. Come se non bastasse, "non siamo riusciti a fare la perizia. I periti dico che non hanno chiara la situazione e non si sentono di farle", afferma Paola, "ma noi non possiamo metterci a posto, con che mezzi, con che soldi?". Qui i danni di maggio sono stati pesantissimi: "Si parla di cifre enormi tra casa e azienda", con danni stimati per qualche centinaio di migliaia di euro.

Anche il futuro appare buio alla faentina. "Ora abbiamo paura di cosa ci succederà nella prossima primavera". La preoccupazione di Paola e di altri abitanti di Sarna riguarda la situazione del fiume. "Hanno tagliato le ramaglie e raccolto gran parte del legname. Ma ancora c'è tanta legna - e poi - l'argine è disastrato, tra solchi e frane" e i dubbi riguardano anche il letto del Lamone: "Oltre un ettaro di terreno è finito dentro il fiume". Inoltre "non si sa cosa si debba fare con gli argini - continua Paola - Il Comune ci ha detto che i lavori di somma urgenza sono finiti e che ora proseguono con altri interventi urgenti". 

I lavori effettuati finora non lasciano tranquilli gli abitanti di Sarna. "Gli argini sono stati alzati dal lato della città, ma non è stato pulito il letto del fiume e da noi l'argine è a livello del terreno. Credo sia stato giusto fare i lavori e salvare la città, però noi da questo lato siamo messi peggio di prima - dice Paola - Ora basterà meno pioggia per ritrovarci come a maggio". Nel frattempo si è tenuta una riunione tra gli abitanti della frazione e il Comune di Faenza. "Ci è stato promesso che passeranno per una visita casa per casa per constatare la situazione". Tuttavia Paola non può trattenere lo sconforto per quella che è la situazione attuale: "Ci siamo sentiti abbandonati. E non siamo tranquilli per il futuro".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Dopo l'alluvione rimane la paura sul Lamone: "Argini alzati solo da un lato. Ci sentiamo abbandonati"

RavennaToday è in caricamento