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Cronaca

Bolletta del gas quadruplicata in un anno per la piscina: 64mila euro in un mese. "Ecco perchè chiudiamo"

Lo scorso anno, nello stesso periodo, la bolletta era meno di un quarto: poco più di 14mila euro. "E ci chiedono perchè domenica chiudiamo per protesta le piscine..."

Una bolletta più che salata, salatissima. La piscina comunale Gambi di Ravenna ha pubblicato sui social la bolletta del gas relativa al periodo 1-31 dicembre 2021, oltre 64mila euro da pagare entro inizio marzo. Lo scorso anno, nello stesso periodo, la bolletta era meno di un quarto: poco più di 14mila euro. "E ci chiedono perchè domenica chiudiamo per protesta le piscine... stesso impianto, stesso periodo... una follia", commentano i gestori.

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Domenica, infatti, anche la piscina ravennate - così come quella di Faenza - parteciperà all’iniziativa "Domenica 6 febbraio piscine chiuse" promossa in tutta Italie dalle principali sigle di categoria (Agisi, Assonuoto, Insieme si Vince, Piscine del Piemonte, Piscine Emilia Romagna e Sigis) riunite nel Coordinamento Associazioni Gestori Impianti Natatori, con il sostegno di Forum Piscine. Si tratta della prima giornata di chiusura generale delle piscine, cui le due strutture aderiscono insieme al Coordinamento delle piscine dell’Emilia Romagna, per accendere i riflettori sulla funzione degli impianti natatori pubblici che forniscono un servizio essenziale ai cittadini.

Un servizio fortemente a rischio come anche i numeri evidenziano. Su 23 mesi di pandemia, l’attività è stata sospesa per 10 mesi. Le piscine sono state le prime, il 6 agosto 2021, a imporre l’obbligo di ingresso con Green Pass e lavorano tuttora al 40% della capienza. I decreti ristori hanno coperto finora meno del 5% dei ricavi annuali a fronte di fatturati ridotti di oltre il 50-60%. A tali criticità di è aggiunto il recente ‘caro bollette’ che grava per un ulteriore 50% sui costi già elevati e una riduzione della frequenza dell’utenza del 50% a causa della quarta ondata pandemica.

"Nel perdurare dell’indifferenza nazionale rispetto ad un comparto ancor oggi limitato oltre il 50% causa pandemia, e in un quadro degli aumenti delle forniture di gas ed elettricità (fin dalla primavera scorsa) che oggi vede costi più che raddoppiati, i gestori di piscine sono costretti a chiudere gli impianti domenica 6 febbraio - spiegano i gestori dell'impianto di Faenza - E’ ovviamente un’azione per portare a conoscenza di tutti, anche di chi dovrebbe già saperlo bene, una situazione che vedrà impianti sportivi destinati a sicura chiusura. Il discorso non riguarda solo le gestioni, ma anche tutta l’attività sportiva praticata da semplici cittadini nei corsi o nuoto libero e l’attività agonistica che rischia di essere travolta dalla crisi del settore. Non è pensabile aumentare biglietti e quote del 50% per far fronte all’aumento dei costi facendo ritornare l’attività sportiva ad una pratica elitaria".

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