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Cronaca

"Caso Bisi", Matteucci: "Da Ministero Giustizia risposta evasiva"

"La risposta del Ministero non mi soddisfa affatto". Il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, ha reso noto la lettera del Mistero sul "caso Bisi"

“La risposta del Ministero non mi soddisfa affatto". Il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, ha reso noto la lettera del Mistero sul "caso Bisi",  il pluriomicida che il 17 settembre, dopo essere evaso dai domiciliari, ha sparato all’avvocato  Francesco Manetti nel Borgo San Rocco. Inoltre ha annunciato di aver avviato le pratiche per ottenere un risarcimento in favore della signora Alida Triossi, vedova di una delle vittime di Bisi, da parte della Fondazione vittime dei reati della Regione Emilia-Romagna.

LA LETTERA - “Il Ministro -  scrive  il Capo di Gabinetto Filippo Grisolia -  condivide con Lei il rammarico e lo sgomento per la tragica vicenda che ha colpito la comunità che Ella rappresenta, consapevole al contempo, della delicatezza e della difficoltà dell’opera di bilanciamento, cui è chiamata la Magistratura, tra le contrapposte esigenze di salvaguardia della collettività da così efferati delitti e la necessità di garantire i diritti di coloro che ne siano resi autori, nelle ipotesi in cui, per ragioni di salute, l’espiazione della pena sia incompatibile con il regime carcerario. Le comunico  -  prosegue Grisolia -  che questa Amministrazione ha acquisito, per il tramite della competente articolazione ministeriale, notizie in merito ai fatti da Lei esposti. Si tratta però di questioni che riguardano il merito di decisioni processuali, ed esse, come tali, sono costituzionalmente riservate all’autonomo ed indipendente esercizio dell’attività giurisdizionale, senza che vi sia alcuno spazio di intervento per il Ministro della Giustizia”.

"RISPOSTA FRETTOLOSA" - “La risposta del Ministero non mi soddisfa affatto -  commenta  Matteucci -. Ricordo che stiamo parlando di un pluriomicida condannato due volte per avere ucciso tre persone e attualmente in carcere in attesa di perizia psichiatrica per averne tentato di ucciderne una quarta mentre si trovava agli arresti domiciliari. Pertanto trovo questa risposta  frettolosa ed evasiva".

"Il Ministero della Giustizia ha due poteri che gli derivano dalla Costituzione: quello di vigilare sul funzionamento del servizio di giustizia che gli consente di procedere con le inchieste amministrative disciplinate dall’articolo 12 della legge 1311 del 1962 e quello che gli deriva dall’articolo 107 della Costituzione, che gli consente di promuovere l’azione disciplinare nei confronti dei magistrati. Quest’ultimo potere è disciplinato dal decreto legislativo 109/2006", continua il sindaco.

"E se è vero quindi come scrive il Capo di Gabinetto del Ministro, che il merito delle decisioni è riservato all’autonomo esercizio del potere giurisdizionale, dalle norme del decreto legislativo in questione si può ricavare che  comunque deve essere valutata l’assenza di  ‘un’ignoranza o negligenza inescusabile’  nell’applicazione della legge - osserva il sindaco -. Quindi prima di affermare che il Ministero non ha alcun spazio di intervento, occorre acquisire elementi di conoscenza su qual è stata la motivazione del Tribunale di Sorveglianza nel concedere gli arresti domiciliari a Bisi e su come erano dimostrate le condizioni di salute che giustificavano il provvedimento".

"Certo, può essere che si sia proceduto nel rispetto delle leggi o che l’eventuale  leggerezza del Giudice non giustifichi l’avvio di un procedimento disciplinare - evidenzia Matteucci -. Comunque, a mio giudizio, c’è di che ‘incuriosire’  il Ministro. Io  non mi do per vinto : questa vicenda presenta aspetti sconcertanti che minano la credibilità del sistema giudiziario italiano che vanno chiariti entrando nel merito, non limitandosi a risposte del tipo: io non posso farci nulla".

Matteucci attende "anche le risposte che il Governo darà alle interrogazioni presentate alla Camera dai Deputati Albonetti e Cuperlo e al Senato dal Senatore Mercatali. Infine, ho avviato le pratiche per ottenere un risarcimento in favore della signora Alida Triossi, vedova di una delle vittime di Bisi,  da parte della Fondazione vittime dei reati della Regione Emilia-Romagna”.

 

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