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Cronaca

Concluse le operazioni di sbarco dei 336 migranti. Il sindaco: "La risposta di Ravenna è stata esemplare"

Dopo tutti gli adempimenti sanitari e di polizia la giornata si chiuderà con i trasferimenti dei migranti secondo la ripartizione già stabilita. Bonaccini: "Di fronte a un Governo che diceva di voler chiudere addirittura i porti e si trova invece a gestire in maniera improvvisata gli arrivi e l’accoglienza, l’Emilia-Romagna, come sempre, risponde con i fatti"

"Si sono appena concluse le operazioni di sbarco dei 336 migranti a bordo della nave Ong Geo Barents di Medici Senza Frontiere. Nessuna criticità, ora i migranti sono al Pala De André per le visite mediche, triage infermieristico, colloqui con i Servizi Sociali e Mediatori, adempimenti di polizia". Lo fa sapere il prefetto di Ravenna, Castrese De Rosa. Una giornata che è iniziata attorno alle 7 di stamattina con l'arrivo in rada della nave e il successivo approdo al terminal crociere di Porto Corsini. A quel punto sono saliti a bordo i medici Usmaf, il personale della Croce Rossa Italiana e del 118. Lo sbarco dei primi migranti è avvenuto alle 8. Dalla nave sono scese prima le persone che soffrivano di qualche patologia (fra loro una donna incinta e 65 con casi di scabbia), i minori non accompagnati e i nuclei familiari.

Lo sbarco degli oltre 300 migranti della Geo Barents a Porto Corsini (foto Massimo Argnani)

"Una giornata lunga - commenta il prefetto - che si chiuderà con i trasferimenti dei migranti in Lombardia (112), in Toscana (112) e a Bologna per i restanti 112 che saranno ripartiti tra le varie province. A Ravenna ne rimarranno 10". Nel dettaglio, 26 migranti andranno a Bologna, 9 a Ferrara, 18 a Modena, 11 a Parma, 3 a Reggio Emilia, 7 a Piacenza, 10 a Forlì-Cesena, 8 a Rimini e 10 rimarranno a Ravenna - 6 nel Cas di Solarolo, 2 in quello di Cotignola, uno in quello di Lugo, un minore nel Cas di Santa Maria in Fabriago.

A bordo della Geo Barents c'erano donne e uomini, soccorsi in mare in acque libiche dalla Guardia costiera, provenienti da Pakistan, Siria, Eritrea, Bangladesh, India, Senegal, Sudan del Nord e del Sud, Egitto, Nigeria, Palestina, Sri Lanka e Yemen. Trentaquattro di loro sono minorenni, 27 dei quali non accompagnati. A bordo c’era anche una donna incinta. Ad assisterli, la macchina organizzativa dell’Emilia-Romagna: oltre 200 operatori tra personale della Prefettura, del Comune di Ravenna, forze dell’ordine, medici, infermieri, mediatori culturali, Croce Rossa e volontari della Protezione Civile. Si tratta del più alto numero di migranti mai sbarcato in Emilia-Romagna. Le operazioni di sbarco sono state portate a termine senza problemi e le persone che si trovavano bordo sono state accompagnate al Pala De Andrè di Ravenna, dove sono allestiti laboratori sanitari con personale medico, della Croce Rossa, della Questura e dei servizi sociali di Ravenna.

Ravenna accoglie i migranti della Geo Barents - VIDEO

“Ancora una volta, la macchina dell’accoglienza regionale, pur dinanzi a una situazione senza precedenti per il numero di persone da assistere, si è attivata con prontezza e con un grande dispiegamento di forze per prestare soccorso a chi si trova in condizioni di difficoltà - affermano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore al Welfare, Igor Taruffi - donne, uomini e bambini fuggiti da situazioni drammatiche, spesso dalla guerra, che hanno trascorso molti giorni in mare dopo essere sopravvissuti a un naufragio. A tutti gli operatori che in queste ore stanno lavorando senza sosta, al nostro personale medico e sanitario, sempre in prima linea, con professionalità e umanità, per prestare le cure necessarie a coloro che ne hanno più bisogno, va il nostro ringraziamento”.

“Di fronte a un Governo che diceva di voler chiudere addirittura i porti e si trova invece a gestire in maniera improvvisata gli arrivi e l’accoglienza, lasciando spesso soli i territori - aggiungono presidente e assessore -, l’Emilia-Romagna, come sempre, risponde con i fatti. Perché la solidarietà fa parte di ciò che siamo, e rappresenta un valore irrinunciabile”.

“Al netto della domanda più volte fatta al Governo e a cui non è mai stata data risposta - sottolinea il sindaco di Ravenna, Michele de Pascale-, sul perché vengano individuati, per gli sbarchi, porti del centro-nord, allungando così il viaggio delle navi con tutti i rischi connessi, la risposta della città di Ravenna e della sua comunità anche in questa circostanza è stata esemplare. Le nostre politiche di accoglienza si fondano su due pilastri fondamentali: umanità e organizzazione. Qualsiasi intervento parte dal fatto che abbiamo a che fare con un flusso di esseri umani provenienti da esperienze tragiche e da un viaggio drammatico. Questa umanità si contrappone alla disumanità delle tante speculazioni politiche, promesse tradite, slogan violenti che abbiamo udito e a cui ha poi seguito la moltiplicazione degli sbarchi. Ma l’umanità è, purtroppo, una condizione necessaria, ma da sola non sufficiente per gestire un fenomeno tanto complesso, servono una strategia complessiva sui flussi migratori, che può essere messa in campo solo dalla Repubblica italiana e dall’Unione Europea, e grandi capacità organizzative”.

“Ciò che abbiamo potuto fare come comunità ravennate - conclude il sindaco - è disporre un’organizzazione efficace e una capacità di gestione a carattere locale. In questo senso l’efficienza del personale del Comune di Ravenna e dello Stato, di quello socio-sanitario, di polizia, di volontariato, di Croce rossa italiana, di mediazione culturale, dimostra che agendo con serietà, professionalità e umanità, anche una sfida drammatica e complicatissima come quella della gestione dei flussi migratori può essere vinta”.

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