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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Cure palliative, a Ravenna un centro hub specializzato per il trattamento del dolore

Sono aumentate le prestazioni terapeutiche per il trattamento del dolore raggiungendo il numero di 58.000 (46.000 nel 2022) e i pazienti che si sono rivolti agli ambulatori pubblici sono stati 3.000 in più rispetto al 2022

Garantire sollievo e dignità ai pazienti e alle loro famiglie in tutte le fasi del percorso clinico dei malati, soprattutto in un momento delicato come quello del fine vita. È l’obiettivo della Rete di Terapia del Dolore e della Rete Cure palliative della Regione Emilia-Romagna che assicurano un adeguato trattamento del dolore in tutte le proprie strutture, mettendo sempre al centro la persona e impegnandosi a dare continuità assistenziale da un luogo di cura all’altro: dal ricovero in reparto ospedaliero all’hospice, dalle terapie ambulatoriali all’assistenza domiciliare.   

In regione, fin dal 2001, è attivo il progetto “Ospedale senza dolore” che ha come finalità la sistematica rilevazione del dolore dei pazienti e la sua trascrizione in cartella clinica, come per gli altri paramenti vitali; il monitoraggio dei livelli di applicazione delle linee guida, la loro rimodulazione in base ai diversi contesti assistenziali e la valutazione della loro efficacia; la promozione della formazione continua per tutto il personale coinvolto nel processo assistenziale e di cura sui principi di trattamento del dolore, sull'uso dei farmaci e sulle modalità di valutazione del dolore; l’elaborazione e la distribuzione di materiale informativo agli utenti.

“La cura del dolore non è soltanto un dovere etico, ma l'esempio di una buona pratica clinica- afferma l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Il trattamento del dolore è un intervento di primaria importanza nella valutazione clinica della persona, perché il dolore costituisce un fenomeno patologico, una malattia nella malattia, che influisce pesantemente sulla vita delle persone con effetti negativi anche sulla sfera psicologica, emotiva, relazionale”.

“L’Emilia-Romagna è una delle prime regioni in Italia per strutture e posti letto dedicati alle cure palliative- prosegue l’assessore-. Un’organizzazione che ci ha permesso di non lasciare indietro nessuno anche durante le fasi più acute della pandemia e che continueremo a rafforzare attraverso iniziative di formazione e informazione rivolte ai professionisti e agli utenti. Ringrazio tutti coloro che, dai medici agli infermieri passando per i volontari, permettono a chi soffre e ai loro cari di vivere le malattie, anche le più gravi, con la massima dignità e la migliore assistenza”.

L’assetto della rete

Il modello del Coordinamento di Rete di Terapia del Dolore, attivo da anni e rinnovato nel 2023, è fortemente integrato e si basa su un approccio multidisciplinare alle patologie dolorose, sulla competenza diffusa dei professionisti del settore, anche per l’interventistica con dispositivi, sul coinvolgimento diretto dei professionisti non solo di settore ma afferenti ad altre discipline (specialisti e medici di medicina generale) per la continuità di cura dei pazienti con dolore; sull’erogazione delle prestazioni in sedi più prossime al domicilio, con riduzione degli aggravi logistici per il paziente e i famigliari. 

Il coordinamento della Rete regionale dell’Emilia-Romagna ha elaborato e diffuso alle aziende sanitarie indicazioni d’appropriatezza al trattamento farmacologico e interventistico delle principali patologie dolorose croniche, oncologiche e non oncologiche, utili ad orientare i comportamenti dei clinici coinvolti e non solo degli specialisti, definire percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali e utilizzare le terapie disponibili in modo appropriato. 

In considerazione di valutazioni epidemiologiche l’assetto della Rete di Terapia del dolore è organizzato intorno a due centri Hub di secondo livello: uno a Ravenna e uno a Parma, più un centro Hub sperimentale a Castelfranco Emilia (Mo) e a 15 centri spoke su tutto il territorio regionale. L’offerta residenziale per le cure palliative può contare su oltre 300 posti letto in 23 differenti strutture (hospice) oltre ai trattamenti possibili presso gli ospedali e gli ambulatori diffusi su tutto il territorio. Numerose sono le attività formative sviluppate in questi anni dalle aziende sanitarie, come corsi per medici di medicina generale e specialisti nell’ambito dei Master per le cure palliative, lezioni nell’ambito del corso regionale di formazione per medici di base per le aziende sanitarie, sperimentazione di seminari ad hoc rivolti agli studenti di Medicina e ai medici in formazione

La rete regionale delle cure palliative pediatriche 

La rete regionale di Cure palliative pediatriche si compone di 3 nodi: ospedale, territorio e hospice. Per ogni nodo sono identificati compiti specifici. Inoltre, sono previste 2 strutture funzionali, la Unità di valutazione multidimensionale pediatrica (Uvmp) e il Punto unico di accesso pediatrico (Puap), che rappresentano le connessioni tra i nodi.  Rispettivamente il loro compito è di valutare l’eleggibilità del bambino alle Cure palliative pediatriche in base ai criteri d’inclusione nella rete; effettuare la stesura del Piano assistenziale individuale (Pai) del bambino ed avviarne la presa in carico continuativa stabilendo il percorso assistenziale più appropriato; organizzare l’assistenza territoriale e garantire l’erogazione dei dispositivi medici necessari. 

I numeri della terapia del dolore e delle cure palliative in Emilia-Romagna

Nel 2023 sono stati oltre 2.600 (1500 nel 2022) i ricoveri nei reparti ospedalieri dedicati alla terapia antalgica nelle strutture pubbliche dell’Emilia-Romagna che garantiscono anche attività di consulenza per il trattamento del dolore acuto presso altri reparti ospedalieri. 

Gli ambulatori pubblici del territorio nel 2023 hanno effettuato oltre 28.500 prime visite (23.000 nel 2022) ed oltre 9.000 pazienti hanno effettuato visite di controllo (7.000 nel 2022). Sono aumentate le prestazioni terapeutiche per il trattamento del dolore raggiungendo il numero di 58.000 (46.000 nel 2022) e i pazienti che si sono rivolti agli ambulatori pubblici sono stati 3.000 in più rispetto al 2022. 

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