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Cronaca

Due bandi per Teatro Rasi e attività culturali: lungo dibattito in Consiglio

Un investimento da oltre un milione di euro: 568mila euro per sostenere attività culturali pluriennali, 465mila per la gestione del Teatro Rasi e della prosa dell'Alighieri

Saranno i bandi pubblici a stabilire le convenzioni nel settore Cultura del Comune di Ravenna. Sono state discusse e votate martedì pomeriggio, durante il consiglio comunale, le due delibere di indirizzo presentate dall’assessora alla cultura Elsa Signorino su “Convenzioni con le associazioni culturali relative ad attività culturali e di spettacolo dal vivo – approvazione delle linee di indirizzo” e “Convenzione per la gestione del teatro Rasi sito in Ravenna, via Di Roma 39 periodo 2018/2022 – approvazione linee di indirizzo", per un totale di oltre un milione di euro.

Attività culturali e di spettacolo

Sono cinque le aree su cui le associazioni culturali potranno proporsi: musica, arti performative, produzione letteraria, arti visive e arti cinematografiche. "Ad oggi abbiamo più di 30 convenzioni con diverse associazioni culturali - spiega l'assessore Signorino - Il nostro obiettivo principale è riuscire ad assicurare la pluralità delle espressioni artistiche". La procedura passerà attraverso un bando, una commissione e una valutazione: i punti assegnati alla qualità progettuale in termini organizzativi potranno essere fino a un massimo di 30, mentre potranno arrivare a 70 quelli assegnati per la qualità artistica e l'esperienza pregressa. Rimangono invariate le risorse economiche destinate a questo progetto, confermate anche per quest'anno per 586.560 euro. Per il rinnovo quinquennale si è optato per gli strumenti di evidenza pubblica: da un lato per "consolidare le eccellenze", dall'altro per "aprire spazi a nuovi soggetti garantendo qualità e trasparenza". La delibera è stata approvata con 19 voti favorevoli (Pd, Articolo 1-Mdp, Pri, Sinistra per Ravenna, Ama Ravenna) e 11 contrari (La Pigna, Ravenna in comune, Cambierà, Lega Nord, Forza Italia, Lista per Ravenna, Gruppo Alberghini)

Teatro Rasi 

"Ci siamo prefissi diversi obiettivi nella ricerca di un nuovo partner - spiega l'assessore - Serve un gestore che sappia mantenere il teatro come centro di produzione e di didattica teatrale, oltre che di sperimentazione per i giovani. Qualcuno che abbia capacità tecniche, oltre che artistiche. Apriremo la procedura di selezione attraverso un bando, poi verranno presentati i progetti e solo allora costituiremo la commissione che valuterà le proposte. Per la pregressa esperienza artistica e la metodologia organizzativa verrà assegnato un massimo di 30 punti, mentre per la qualità del progetto culturale i punti potranno essere fino a 70". Con una clausola di salvaguardia per i tempi per la stagione 2017-2018: se entro il 31 ottobre non sarà ancora stato individuato un gestore adeguato che possa prendere in mano il futuro quinquennio del teatro, resterà in carica l'attuale gestore per la stagione teatrale 2017/2018. Solo per l’anno 2018 saranno ammissibili a contributo anche i progetti avviati il 1 settembre 2017 e con spese sostenute a partire da tale data. Verrà definito un contributo finanziario annuale. Per il 2018 sarà di 465mila euro comprensivo di gestione e programmazione teatrale. Per gli anni successivi il contributo, con cadenza biennale, verrà stabilito sulla base delle programmazioni artistiche presentate ed entro i limiti degli stanziamenti previsti nei bilanci annuali e pluriennali approvati dal Consiglio comunale. La giunta, nell’esprimere parere negativo agli emendamenti presentati, ha sottolineato come non abbia senso mettere in relazione la scadenza della consigliatura con la durata di un contratto frutto di una procedura di bando con elementi tecnici e di valutazione oggettivi.

Il contributo comunale, 465mila euro, è inferiore alle spese totali, 760mila euro di gestione artistica e 380mila per il teatro. "Solo tendendo insieme i vari aspetti, gestione, programmazione e produzione si può mantenere il Rasi un'eccellenza", commenta dai banchi della maggioranza il capogruppo del Partito democratico Fabio Sbaraglia. Daniele Perini di Ama Ravenna parla di "svolta, di una rivoluzione in campo culturale, anche per preparare bene Dante 2021, non come per la Capitale europea". Giannatonio Mingozzi del Partito repubblicano italiano rimarca la necessità, oltre a quella di "dare più valore agli artisti ravennati", che "le associazioni si mantengano senza contributi comunali". Mingozzi trova l'approvazione anche tra le fila della minoranza, come quella di Alberto Ancarani di Forza Italia: "Fate il bando perchè la situazione con l'affidamento diretto è inaccettabile". Perplessità anche per l'unificazione nella seconda delibera della gestione del teatro e della stagione di prosa. Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna non è convinto: "Gestione e stagione insieme limitano le possibilità di offerta, serviva un bando unico: l'equilibrio distorto si rafforza". Dello stesso avviso Massimo Manzoli di Ravenna in Comune e Marco Maiolini di CambierRà, che sottolinea come "la durata quinquennale non favorisce i giovani". Veronica Verlicchi della Pigna presenta sette emendamenti per evitare che la durata della convenzione per il Rasi superi il mandato: emendamenti giudicati non tecnicamente accettabili dal dirigente e votati con 7 favorevoli (La Pigna, Lista per Ravenna, Fi, Cambierà, Gruppo Alberghini), 19 contrari (Pd, Articolo 1-Mdp, Ama Ravenna, Sinistra per Ravenna, Pri), 5 astenuti (Lega Nord, Ravenna in comune). Massimiliano Alberghini del gruppo omonimo è convinto che "non sussista l'irregolarità tecnica e concorda con i colleghi sulla necessità dello "spacchettamento" nella convenzione per il Rasi tra gestione, produzione e programmazione". La delibera è stata approvata con 19 voti favorevoli (Pd, Articolo1-Mdp, Pri, Sinistra per Ravenna, Ama Ravenna) e 12 contrari (La Pigna, Ravenna in comune, Cambierà, Lega Nord, Forza Italia, Lista per Ravenna, Gruppo Alberghini).

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