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Cronaca

"I libri sono fratelli maggiori": Claudio Magris ricorda la Classense in un lungo articolo sul Corriere della Sera

Magris entrò per la prima volta in una vera biblioteca durante una visita a Ravenna, quando aveva solo 9 anni. E a guidarlo in visita alla Classense fu Manara Valgimigli.

La biblioteca Classense al centro di un articolo - intitolato “I libri sono fratelli maggiori” - scritto da Claudio Magris sul Corriere della Sera in edicola domenica 4 dicembre. Un omaggio inaspettato, per il quale l’assessore alla Cultura Elsa Signorino e la direttrice della Classense, Claudia Giuliani, ringraziano l’autore.

Nell’articolo, dedicato al rapporto col libro, Magris ricorda il suo primo impatto con una “vera Biblioteca”, la Classense appunto. Era il 1948, “avevo nove anni – scrive Magris – e con i miei genitori eravamo andati a trovare mio zio Virgilio, fratello di mio padre e allora Prefetto di Ravenna”. Guida di eccellenza di quella visita Manara Valgimigli, grande grecista, direttore della Classense dal 1948 al 1955, che visse proprio tra le mura dell’ex monastero camaldolese di Classe, divenuto biblioteca civica di Ravenna nel 1803.

“Illustrati dalla sua sanguigna e bonaria sapienza di romagnolo – scrive tra l’altro Magris riferendosi a Valgimigli – quei libri, quegli scaffali, quei meandri non mi sembrarono un’inquietante ossessiva muraglia ma piuttosto una foresta grande e, anche nella sua ombra, protettrice… I libri potevano essere fratelli, sebbene maggiori, e tanto più ricchi d’esperienza e d’intelligenza, e non necessariamente padri o profeti tirannici”.

“Vogliamo esprimere un sentito ringraziamento a Claudio Magris, anche a nome dei numerosi cittadini che hanno letto l’articolo e che da ieri ci stanno contattando – dichiarano Signorino e Giuliani – perché le sue parole ci restituiscono la fotografia esatta e tutte le emozioni di ciò che il libro, l’esperienza della lettura e la biblioteca Classense rappresentano per noi.

La nostra biblioteca è un prezioso scrigno che custodisce uno straordinario patrimonio di fondi antichi e di letteratura contemporanea, uno scrigno che non rimane chiuso ma si apre allo studio degli esperti, all’interesse e alla curiosità dei lettori che frequentano e vivono la Classense ogni giorno, a partire da quelli più piccoli, della stessa età che aveva Magris quando vi entrò per la prima volta e anche più giovani, ai quali sono rivolte in particolare tante iniziative organizzate all’interno della stessa Classense e nelle biblioteche decentrate.

La Classense è uno straordinario complesso monumentale, custode di un patrimonio librario mantenuto vivo e vitale dal continuo rapporto coi fruitori della stessa, che gli trasmettono linfa come il sole fa con gli alberi ai quali Magris paragona i libri, custodito nel tempo da figure di direttori appassionate e lungimiranti come quella di Valgimigli, nel cui solco vogliamo continuare a operare. Contatteremo il professor Magris per proporgli di venire a visitare nuovamente la Classense - e ci auguriamo possa accogliere il nostro invito - e illustrargli il frutto degli ultimi progetti realizzati nella biblioteca e quelli futuri”.

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