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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Mercato coperto, Ancisi (LpR): "Salvare il salvabile"

Con la deliberazione della Giunta comunale in data 30 agosto scorso, la sorte dell’ex mercato coperto è ad un passo dall’irrimediabile. La Coop Adriatica, in raggruppamento col Consorzio Cooperative Costruzioni,

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

Con la deliberazione della Giunta comunale in data 30 agosto scorso, la sorte dell’ex mercato coperto è ad un passo dall’irrimediabile. La Coop Adriatica, in raggruppamento col Consorzio Cooperative Costruzioni, è stato nominata soggetto promotore per l’esecuzione dei lavori e la successiva gestione dell’intervento di riqualificazione della struttura, ed è stata avviata, sulla base della proposta presentata dalla Coop, la procedura di approvazione del progetto preliminare. Toccherà alla dirigenza tecnica del Comune raccogliere le autorizzazioni e i pareri da parte degli enti competenti ad esprimersi sul progetto, per giungere all’approvazione definitiva da parte della Giunta comunale. Tempo qualche mese.

La gara in cui la Coop ha corso senza altri concorrenti, vincendola senza sforzo, è stata verniciata, in ogni passaggio, di un velo di legalità, che, per quanto sottile, attribuisce alla società il diritto ormai insopprimibile di realizzare il progetto con cui ha presentato al Comune la propria offerta. Esso si riassume nella prospettiva di un ennesimo anonimo centro commerciale Coop, che snaturerà i caratteri tradizionali e peculiari dello storico mercato coperto di Ravenna, attivo dal 1922.

Molti cittadini ci chiedono se si può fare ancora qualcosa per contrastare questa deriva. È una battaglia che Lista per Ravenna conduce strenuamente da quando, nell’autunno 2008, l’operazione è stata concepita così come poi si è infelicemente rivelata. La forza dello strapotere politico ha ormai prevaricato e sconfitto le ragioni dell’interesse pubblico. Il “mercato coperto” che i ravennati conoscevano finisce qui.

Tuttavia, è ancora possibile fare qualcosa per limitare il danno. La Coop ha l’onere, per norma di legge, di “procedere alle modifiche progettuali necessarie ai fini dell'approvazione del progetto...senza che ciò comporti alcun compenso aggiuntivo, né incremento delle spese sostenute per la predisposizione delle offerte indicate nel piano finanziario”. Certo, le linee portanti del progetto non possono essere corrette radicalmente, ma il Comune può ancora imporre le modifiche che ritiene necessarie al fine di rispettare i principi e gli obiettivi di fondo su cui il bando di gara è stato impostato e pubblicato. Tanto più che la presenza di un solo concorrente ha impedito di valutare offerte potenzialmente migliori, di fatto obbligando ad accettare l’unica proposta avanzata nonostante il basso punteggio complessivo assegnatole dalla commissione di gara, pari ad appena 53,65 punti su 100.

In sostanza, la Giunta comunale può assegnare alla dirigenza tecnica incaricata di condurre in porto la procedura il compito di formulare le modifiche progettuali ritenute indispensabili e di ottenerne l’accettazione dalla Coop.

A nostro giudizio, ci sono margini ragionevoli per orientare le modifiche sulle parti progettuali più carenti rispetto alle indicazioni del bando, e precisamente:
1.    sugli “aspetti merceologici”, che hanno ottenuto dalla commissione appena 6 punti su 15: in particolare sulla “molteplicità delle merceologie” e sul mantenimento delle “botteghe tradizionali”. Dal progetto risulta che la superficie complessiva dedicata ai box degli operatori è di appena 108 metri quadrati su 4.500 complessivi e le postazioni sono solo 11, di cui cinque di fronte al supermarket e sei variamente dislocate. Prima che fosse abbandonato a se stesso e ridotto in malora, i box erano 52;
2.    sulle “ulteriori misure compensative rispetto agli operatori economici esistenti all’interno del Mercato Coperto”, valutate con l’infimo punteggio di 2,80 punti su 15: gli operatori che hanno resistito strenuamente fino ad oggi, senza arrendersi al degrado, sono 19; gli ultimi 7 si sono ritirati nel corso dello svolgimento del bando; ma, secondo i sondaggi informali compiuti, quelli che vorrebbero rientrare, sotto la Coop, sono solo tre o quattro. È evidente che le condizioni economiche e gestionali imposte devono essere sostanzialmente migliorate, per far sì che un maggior numero di operatori non abbandoni il suo tradizionale luogo di lavoro.

Naturalmente serve, da parte del sindaco e della sua maggioranza, la volontà politica di salvare quel poco che può essere salvato. Noi possiamo solo offrire la nostra collaborazione, se richiesta, ed esercitare pressione politica. Ma la spinta maggiore dovrebbe venire dalla stampa e soprattutto dai cittadini. Serve che la società civile alzi la voce.
 

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