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Cronaca Faenza

Ordigno bellico inesploso ritrovato durante gli scavi archeologici: fatto brillare in una cava

I militari sono arrivati in mattinata nella zona vicino al campo da Rugby, nella quale erano in corso gli scavi archeologici propedeutici all’intervento di riqualificazione dell’impianto sportivo e di costruzione della nuova Cittadella dello Sport

L’ordigno è stato asportato dal sito dove era stato rinvenuto ed è stato fatto brillare alla Cava Soglia di Brisighella. Questo l’intervento in zona Graziola a Faenza che giovedì mattina è stato effettuato dai militari dell’ottavo Reggimento Genio Guastatori della Folgore di Legnago, competente per il territorio di Ravenna. I militari sono arrivati in mattinata nella zona vicino al campo da Rugby, nella quale erano in corso gli scavi archeologici propedeutici all’intervento di riqualificazione dell’impianto sportivo e di costruzione della nuova Cittadella dello Sport.

Fatto brillare l'ordigno bellico ritrovato alla Graziola

Proprio nel corso di quegli scavi nella giornata di lunedì, a circa un metro di profondità, era stata rinvenuta una munizione bellica inesplosa. Stando a quanto riferito dall’ufficiale “si tratta di una granata tedesca da 10 centrimetri di diametro contenente meno di un chilo di esplosivo, ritenuta pericolosa per la frammentazione”.

I militari, una volta effettuato il sopralluogo alla presenza dell’assessore alla sicurezza Massimo Bosi e del responsabile dell’Unione della Romagna Faentina per la Protezione Civile, hanno valutato non necessarie altre azioni sul sito, quindi hanno messo in sicurezza l’ordigno per il trasporto verso la cava brisighellese. La scorta al mezzo dell’Esercito, composta dalla pattuglia della Polizia Locale dell’Unione della Romagna Faentina, della Polizia di Stato del commissariato di Faenza e dell’ambulanza del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana, si è poi diretta immediatamente verso la cava.

La munizione inesplosa è un ordigno di artiglieria, che probabilmente era indirizzata verso una postazione precisa sita in quel luogo durante il secondo conflitto mondiale. Al momento del ritrovamento era stata avvisata la Polizia di Stato e la Prefettura, attraverso cui era successivamente stato contattato il reparto di stanza nel veronese per l’intervento odierno.

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