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Cronaca

Parco marittimo, la denuncia di Italia Nostra: "Devastazione ambientale nella pineta"

L'associazione: "Il Comune di Ravenna vada a vedere cosa sta combinando e fermi subito lo scempio"

"Davanti all'ecatombe di Marina di Ravenna e Punta Marina del primo stralcio del Parco (Marittimo, ndr), forse impallidirebbero persino le ruspe di Jovanotti". Questo è il commento di Italia Nostra sezione di Ravenna, rispetto ai lavori in corso nelle pinete di Marina di Ravenna e Punta Marina. "Lo scopo era di difendere la costa dal mare e di arricchirla di elementi naturali. Una caratteristica tutta ravennate devastata e snaturata per sempre: numerose centinaia di alberi abbattuti, il piede della duna lato mare completamente disboscato dalle piante che ne costituivano, con le proprie radici, l'ossatura - denuncia l'associazione - Tutto questo nonostante, in periodi di forti mareggiate ed eventi climatici estremi come i recenti, la presenza di vegetazione con funzione di barriera frangivento ed anti erosione diventi fondamentale. Si legge che il sottobosco andrà sfoltito. Per quale motivo? Parchetto con area picnic, alla faccia della biodiversità garantita dalla presenza del rovo e di altre specie? E che passerelle ciclabili si insinueranno ovunque, anche sugli ultimi relitti di naturalità delle dune superstiti".

"Con amarezza e sconcerto, ricordiamo che progetti come questi, che di 'green' pare abbiano solo la 'location', sono realizzati all'interno di una Riserva Naturale dello Stato - aggiunge Italia Nostra - Un luogo, quindi, destinato alla massima tutela della natura, della fauna, della flora, del patrimonio comune, su cui la legge impone di contenere al minimo l'impatto antropico, non certo di esaltarlo. Il tutto con fondi Pnrr (quasi 6 milioni di euro solo per il primo dei tre stralci, per un totale di oltre 17 milioni di euro), per il quale dovrebbe valere il cosiddetto principio “DNSH” (Do no significant harm), ovvero che gli interventi previsti non arrechino nessun danno significativo all’ambiente. II lavori, stando al progetto, si fermeranno il 15 marzo, per evitare il disturbo all'avifauna. C'è dunque da immaginare, visti i ritardi, che la furia distruttrice si scatenerà ancor più violenta in questi ultimi giorni. Il Comune di Ravenna vada a vedere cosa sta combinando e fermi subito lo scempio".

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