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Cronaca

I locali ravennati sfidano il Governo con la manifestazione 'Io apro': "Fateci lavorare rispettando le regole"

Nel territorio di Ravenna le prime adesioni alla campagna "Io Apro" che prevede la riapertura a partire dal 15 gennaio: "Ci hanno fatto prendere tutte le precauzioni, ma ci tengono chiusi lo stesso"

Si allungano i giorni di chiusura forzata per molte attività a causa della pandemia da Coronavirus e sale il malumore di commercianti e ristoratori. Cresce talmente tanto l'amarezza che, alla fine, qualcuno decide di non sottostare più alle regole imposte dal Governo. Così diversi imprenditori d'Italia hanno deciso di riunirsi al grido dell'hashtag "#ioApro1501", una protesta comune che prevede di riaprire tutto a partire dal 15 gennaio 2021 (ma c'è anche chi si è schierato contro questa scelta dei colleghi).

Insomma, dopo gli atti di disobbedienza dei singoli esercenti arriva l'iniziativa collettiva: venerdì 15 gennaio diversi bar e ristoranti - ma anche altre attività come palestre e piscine - terrano aperte le proprie porte e serviranno i clienti a prescindere delle norme in vigore nel territorio in cui si trovano. Una data non casuale, visto che venerdì sarà varato il nuovo dpcm e molte regioni - tra cui anche l'Emilia Romagna - potrebbero rischiare misure ancora più rigide rispetto a quelle attualmente in vigore, tra cui anche l’abolizione del servizio d’asporto per bar e ristoranti dopo le 18.

Sono già molte le attività di tutta la Regione che hanno dichiarato la propria intenzione di aprire nonostante i divieti, e fra queste ci sono anche due storiche realtà del territorio ravennate: il ristorante Da Matteo a Marina di Ravenna e il Macgowan pub a Ravenna. "Dobbiamo pur mangiare anche noi. I contagi continuano a crescere in quantità, ma sono chiusi solo bar e ristoranti? - si domanda Manuela Savorelli del ristorante Da Matteo - Mi sembra una sciocchezza. E' vero che danno la possibilità di fare l'asporto, ma siamo a Marina di Ravenna, non in centro a Bologna. E in ogni caso mi sembra ingiusto. Mi sento presa in giro, è ridicolo che tutti siano aperti tranne bar e ristoranti. Ci hanno fatto prendere tutte le precauzioni, e questo va bene, ma poi ci tengono chiusi lo stesso. Fateci lavorare facendoci rispettare tutte le regole che si devono rispettare per stare aperti. Quello che non mi piace - aggiunge poi la ristoratrice - è che probabilmente saremo gli unici ad aprire qui a Marina e il giorno in cui apriremo, perché io apro, troveremo i Carabinieri fuori dalla porta. Mi dispiace che questa volta non si lotti tutti uniti".

"Dopo tutti questi mesi rischiamo di dover chiudere attività, perché non riusciamo più a sostenere le spese - afferma Fulvia, che insieme al marito è socia del Macgowan pub di Ravenna - Tanti responsabili hanno notato che non è nei luoghi di lavoro che si diffonde il Covid, ma ci si contagia ritrovandosi nelle case. I problemi nascono lì, non nei pub, nei ristoranti e in altri luoghi di lavoro. Noi apriamo per dare una segnale anche alle altre persone che non aprono per paura. Sicuramente chi non apre ha paura di prendere una multa, ma a questo punto mi chiedo: cosa cambia? I ristori sono un'elemosina, non possiamo continuare così. Noi venerdì apriamo fino all'orario del coprifuoco e penso che qualche cliente verrà. E se anche non venisse nessuno, sarebbe comunque una protesta simbolica".

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