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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

La vendita all'immobiliare di Ortazzo-Ortazzino arriva in Regione. Il Parco del Delta: "Ci hanno negato il mutuo"

La sezione ravennate di Italia Nostra aveva sollevato il caso nei giorni scorsi, denunciando come l'area fosse stata aggiudicata tramite asta giudiziaria "nel totale silenzio degli enti pubblici"

La giunta regionale chiarisca se è stata interpellata "per concedere finanziamenti all'ente Parco del Delta del Po al fine di evitare che l'area oggetto di un'ampia lottizzazione finisse nelle mani di società private". Lo chiede con un'interrogazione Silvia Zamboni (Europa Verde) precisando che la lottizzazione, stando a quanto accertato da Italia Nostra, riguarderebbe due aree vicine al perimetro dell'area protetta del Parco: si tratta di Lido di Classe in via del Lombardi e di Lido di Dante - zona di protezione speciale conosciuta come Ortazzo e Ortazzino -, dove è stata di recente annunciata la realizzazione di edifici per complessivi quasi 7mila metri quadrati.

"Questi luoghi - ha ribadito la consigliera -, pur essendo tutelati da direttive europee e da leggi regionali, sono minacciati lato mare da subsidenza, erosione e innalzamento del livello del mare e, lato terra, da questa vasta lottizzazione". Da qui l'atto ispettivo per sapere, in caso affermativo, "per quale ragione è stato negato il finanziamento necessario per consentire all'ente Parco, che sostiene di avere un bilancio irrisorio e di non disporre dell'organico previsto, di acquistare la suddetta area. L'istituzione del Parco, più volte sollecitata da Europa Verde, dovrebbe garantire maggiori risorse e personale e quindi una gestione più efficace, da parte di Emilia-Romagna e Veneto, di quest'area unica così ricca di biodiversità". Zamboni, infine, chiede all'esecutivo regionale di "chiarire cosa impedisce la realizzazione di questa gestione unitaria".

Il caso sollevato da Italia Nostra

La sezione ravennate di Italia Nostra aveva sollevato il caso nei giorni scorsi, denunciando come l'area fosse stata aggiudicata tramite asta giudiziaria "nel totale silenzio degli enti pubblici, Regione, Provincia, Comune, Stato, Parco del Delta del Po. A quale scopo? Negli anni settanta, in quest’area vastissima e straordinaria dal punto di vista ambientale, grazie al WWF e a persone come Giorgio Lazzari e il pretore Vincenzo Andreucci una battaglia memorabile sventò una speculazione immobiliare spaventosa da 3,5 milioni di metri cubi di nuove edificazioni, che avrebbe cancellato la foce del Bevano, realizzato colate di cemento, villette, campi da golf su pinete e zone umide di Ortazzo ed Ortazzino e un porto turistico (“Porto Gaio”) alla foce del Bevano - precisano da Italia Nostra Ravenna - Chi conosce i luoghi sa quale paradiso preziosissimo avremmo perduto. Eppure, l’ingordigia dell’uomo e delle amministrazioni non si ferma".

La replica del Parco: "Ci hanno negato un mutuo per il nostro bilancio irrisorio"

Dal Parco del Delta del Po hanno precisato come lo stesso Parco "si è da subito attivato per chiedere mutui alla cassa depositi e prestiti dello Stato e anche a due banche diverse, inclusa la tesoreria attuale, ma non ci sono stati concessi. La causa? Il nostro irrisorio bilancio - come più e più volte segnalato - a detta delle banche stesse, non offriva sufficienti garanzie per un mutuo di appena 500mila euro. Ancora una volta la carenza di fondi è alla base di tutte le difficoltà dell'Ente: in questo caso la pochezza del bilancio dell’Ente è stata certificata anche da due banche e dalla cassa depositi e prestiti. Il Parco ha bussato a tutte le porte, chiedendo finanziamenti anche agli Enti locali, presentando dossier che illustravano l'importanza del sito e le possibilità di conservazione e valorizzazione dei siti, ma ciò non ha sortito l’apertura di linee di credito. L’Ente Parco ha dovuto, quindi, accettare suo malgrado che l'area finisse nuovamente nelle mani di società private. Tuttavia, preme ricordare ed evidenziare, a chi avesse dubbi e timori, come i vincoli del piano territoriale del Parco e di rete Natura 2000 rendano l'area di fatto intoccabile e assolutamente protetta da ogni punto di vista. L'impegno a non cambiare queste norme costituisce al momento, in assenza di fondi disponibili, ciò che l'Ente Parco può fare. E non è cosa da poco".

Ravenna in Comune: "Il Parco non è stato ascoltato, scelta di natura politica"

"Si tratta di zona ambientale presso la foce del Bevano estremamente vasta, compresa entro il perimetro comunale e di valore ambientale immenso - fanno notare da Ravenna in Comune - La zona è protetta ma, si sa, le leggi si possono cambiare e le tutele attenuare. I tentativi di farci i soldi con colate di cemento non sono un assurdo incubo notturno di qualche ambientalista con problemi digestivi, ma rappresentano la storia di queste zone, così come hanno fatto storia le battaglie per difenderle. Quello che ci colpisce, una volta di più, e a cui non riusciamo a rassegnarci è la totale mancanza di informazioni e di coinvolgimento in cui viene tenuta la cittadinanza rispetto a vicende che, come questa, dovrebbero vedere invece un dibattito partecipato allargato alla collettività tutta. Il parco riteneva essenziale l’acquisto, ma non è stato dotato delle risorse per farlo. Ha presentato dossier informativi agli Enti, presumibilmente Regione, Provincia e Comune di Ravenna, ma non è stato ascoltato. Sono state assunte decisioni politiche di rilevanza estrema per il territorio mantenendo completamente all’oscuro la comunità, presumendo che quel branco di "fessi" di ravennati abbia firmato una delega in bianco a chi si è presentato alle elezioni per rappresentarla. La Giunta de Pascale affermava nel 2017 di star lavorando per un’acquisizione dall’immobiliare. Dichiarava l’allora assessore competente, quel Cameliani che oggi presiede il Consiglio Comunale, che "si è riaperto un dialogo. La società potrebbe infatti essere interessata ad alienare il terreno, anche a prezzi non di mercato, consapevole che l’unico soggetto interessato a questo punto non può che essere un ente pubblico". Denunciamo l’opacità della Giunta e la totale assenza di sincerità in quella parte di maggioranza, che pur racconta di avere la tutela del territorio tra gli obiettivi essenziali della propria alleanza con il sindaco. È indispensabile che il sindaco riferisca cosa ha fatto e cosa non ha fatto in relazione alla tutela dell’Ortazzo e dell’Ortazzino. Certo, non è solo il Comune sul banco degli imputati: Bonaccini e i suoi alleati verdi e coraggiosi cos’hanno da dire sulle chiare accuse mosse dal Parco del Delta? Se il "bilancio è irrisorio", la scelta è di precisa natura politica. È sempre il bilancio irrisorio ad essere tirato in ballo quando si parla di gestione dei daini o di botulino nella Valle della Canna o, come adesso, della mancata acquisizione di quanto per sua natura dovrebbe essere di proprietà pubblica. La rilevanza di quanto è successo non sopporta il silenzio, aspettiamo con urgenza risposte".

Ravenna Coraggiosa: "Fare chiarezza"

Anche il gruppo consiliare Ravenna Coraggiosa ha sollecitato al sindaco e alla giunta - tramite un’apposita interrogazione firmata da Francesca Impellizzeri e Luca Cortesi - "chiarimenti sulla recente ipotesi di acquisizione da parte di una società immobiliare, chiedendo se si considerino possibili e opportune nuove iniziative volte a consentire il passaggio, finalmente definitivo, dell’area al patrimonio pubblico; e comunque stimolando ad attivarsi con sollecitudine e determinazione affinché tutti i vincoli al momento vigenti nell’area in oggetto trovino conferma e rafforzamento, allo scopo di scongiurare qualsiasi operazione speculativa di snaturamento della vocazione naturalistica dell’intera zona. Evitando anche compensazioni urbanistiche in altre aree del territorio comunale che possano portare ad un nuovo, inaccettabile, consumo del suolo".

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