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Economia

Maltempo, Legacoop Romagna: "Sono danni da cambiamento climatico, basta negazionisti"

Il presidente Paolo Lucchi: "La progressione delle ultime settimane ci dice che non è più questione di fare fronte a singoli eventi drammatici, perché siamo entrati in una fase nuova, che gli esperti avevano più volte annunciato"

"Le catastrofi legate al cambiamento climatico si susseguono, con una velocità e una violenza spaventose", lo afferma Legacoop Romagna a seguito della tromba d'aria di sabato e della tempesta di vento di martedì, eventi per cui chiede di "superare la logica di breve periodo e di andare verso la costituzione di un fondo apposito per il cambiamento climatico, a livello nazionale ed europeo, in cui convogliare tutte le risorse e a cui attingere non solo per la ricostruzione, ma per realizzare opere di mitigazione e adattamento alle conseguenze del riscaldamento globale".

"La progressione delle ultime settimane ci dice che non è più questione di fare fronte a singoli eventi drammatici — dice il presidente di Legacoop Romagna, Paolo Lucchi —, perché siamo entrati in una fase nuova, che gli esperti avevano più volte annunciato. Chiediamo di superare la dinamica emergenziale e di ragionare su scala più ampia: occorre creare un Fondo per il cambiamento climatico, da cui potere attingere per i risarcimenti, la mitigazione dei danni e l’adattamento delle popolazioni e delle imprese. Bene la tempestività di Comune e Regione nelle proposte e negli interventi, in particolare, con la immediata presa d’atto della necessità di dichiarare lo stato di calamità naturale. Ma ora occorre fare un salto di qualità a livello Paese, superando le posizioni negazioniste che purtroppo trovano ancora spazio nel dibattito politico". 

La conta dei danni degli ultimi giorni è, ancora una volta, drammatica. La CAB Massari di Conselice ha visto distrutti otto ettari di pereto che si erano salvati dall’alluvione di metà maggio, con un’ulteriore aggravio di 400mila euro. La cooperativa Agrisfera di Sant’Alberto ha visto disintegrato l’impianto di irrigazione (200 mila euro) e 100 ettari di mais. Alla cooperativa braccianti di Fusignano sono stati devastati l’impianto fotovoltaico e il tetto di un capannone. A Savarna la Sopred (che opera nel settore dei foraggi ed erba medica disidratati) ha perduto 9.000 mq di tetto fotovoltaico di un capannone, mentre il sito produttivo di Cà Bosco è stato parzialmente abbattuto, per un danno complessivo di oltre 2 mln di euro. La cooperativa di secondo grado Apofruit ha subito un danno consistente al magazzino di Lavezzola di Conselice (Ravenna), dove era montato un impianto fotovoltaico nuovo, entrato in funzione a gennaio 2023.

A questo quadro disastroso (al quale andranno aggiunte le conte dei danni, in corso, di altre realtà cooperative), si sommano i pesantissimi danni, ancora da quantificare con precisione, occorsi a diverse colture d’eccellenza, tra cui pere, mele e pesche, anche dove erano presenti impianti antigrandine. Tutto questo senza contare i danni occorsi alle abitazioni private nella zona colpita dall’evento.

"A maggior ragione a fronte di questo quadro drammatico – conclude Lucchi - è necessario l’intervento tempestivo del Governo e la messa a disposizione di risorse adeguate che vanno aggiornate per dare risposta anche a questo ultimo episodio catastrofico. Nel frattempo, abbiamo accolto positivamente la proposta da parte del Sindaco di Ravenna e Presidente della Provincia, Michele De Pascale, di includere i danni dell’evento di sabato scorso all’interno della procedura di risarcimento già avviata per l’alluvione di maggio: si tratterebbe di un percorso per cercare di accelerare il processo di risarcimento, ovviamente attivando la possibilità di raccogliere la documentazione relativa ai danni occorsi per potere poi attivare i risarcimenti del caso".

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