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Mareggiate, "basta coi fallimentari “ripascimenti” contro l’erosione delle spiagge"

"Siamo appena ai primi giorni di settembre e due milioni di euro sono stati già inghiottiti dal mare solo a Lido di Dante. Cosa dobbiamo aspettarci quando le burrasche autunnali e invernali investiranno il nostro litorale?"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

Siamo appena ai primi giorni di settembre e due milioni di euro sono stati già inghiottiti dal mare solo a Lido di Dante. Cosa dobbiamo aspettarci quando le burrasche autunnali e invernali investiranno il nostro litorale? Studi scientifici, adottati da altre regioni italiane e da Stati di oltreoceano, invano proposti qui da Lista per Ravenna, sono serviti a combattere efficacemente le erosioni marine, dando ottimi frutti. Se i nostri governanti locali avessero un po' di sale nella zucca si potrebbe evocare l'appello di Dante: "O voi ch'avete li 'ntelletti sani, morate la dotrina che s'asconde sollo 'I velame de li versi strani (Inf. IX, v.61)", ma non c'è speranza. Si potrebbe dire: tutte braccia sottratte all'agricoltura, se non fosse un'offesa ad una categoria di lavoratori dotati di buon senso. Anziché celare la loro inettitudine dietro il paravento della mancanza di fondi, mettano a frutto l'abc di ogni amministratore di beni, pubblici o privati, che impone di non depauperare risorse economiche in progetti che neanche l'uomo della strada prenderebbe in considerazione, senza offesa neanche per lui.

Si ritorna a parlare del solito "Progettone", come se quanto realizzato di questo negli anni scorsi avesse prodotto qualche risultato. Di palliativo in palliativo, non si risolve il problema della difesa della costa e dei centri abitati, ma si tira solo a campare. Gli esperimenti sono finiti da un pezzo, ma si continua a privilegiare studi fallimentari che rivelano i loro limiti alla minima maretta. L'Olanda è per il 20 per cento sotto il livello del mare. La lotta per strappare il territorio al mare ed ai fiumi è uno dei temi ricorrenti della sua storia e geografia. Addirittura fu parzialmente prosciugato un lago (Flevo), ove poi è sorta la provincia di Flevoland. Ma a Ravenna si continua a parlare di ripascimenti e di dune di sabbia davanti agli stabilimenti balneari. Non è un maquillage linguistico, è una precisa volontà culturale di escludere chiunque ne sappia più di loro in materia di difesa della costa dall'erosione marina. Lo dimostra il fatto che ancora non hanno compreso la forza del mare, nonostante la distruzione delle dune e di un argine consolidatosi negli anni davanti alla pineta Ramazzotti. Com'è possibile far credere di tenere lontano il mare con dune di sabbia, come svuotarlo con un secchiello?

Servono interventi strutturali, che attestino il mare ad una certa distanza dalla costa, non camion e camion di sabbia, se non terraccia. Emblematica la situazione di Lido di Dante, come emerge dalle foto allegate: alla foce dei Fiumi Uniti sono spariti ulteriori 100 metri di arenile - foto 1 (il confronto è dato dalla scomparsa del tratto di arenile davanti alla massicciata che si vede sullo sfondo e di un capanno che fino a poco tempo fa era sulla terra ferma); a nord della località, la spiaggia è alla stessa quota dell'argine a protezione del centro abitato - foto 2 (alla prossima mareggiata avremo l'acqua in paese); l'eroico Bagno Smeraldo, nonostante il "miracoloso" e tanto decantato adeguamento delle scogliere, presto ridiventerà un isolotto, simbolo delle incompetenze dei nostri amministratori in materia di erosione costiera - foto 3.

Pasquale Minichini

Capogruppo di Lista per Ravenna

Consiglio territoriale del Mare

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