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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica

Capanni balneari a rischio, Ancisi (LpRa) "Ordinanza irregolare e mancate risposte dal Comune"

Come riferisce il consigliere della lista civica, le richieste di rinnovo della concessione da parte dell’associazione Capannisti "non hanno ricevuto risposta"

Un’antica tradizione ravennate, che risale alla fine dell’800, rischia di scomparire: si tratta dei capanni balneari, messi a rischio da un'ordinanza comunale che ne impone l'abbattimento. Sulla questione interviene il consigliere comunale di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi, che ricorda come, tramandati di generazione in generazione, di capanni sul mare "ne sono arrivati ai tempi nostri 74, concentrati a Marina di Ravenna e a Punta Marina Terme, salvo pochissime unità a Marina Romea e a Porto Corsini. Tutti i proprietari sono rappresentati dall’Associazione Capannisti Balneari di Ravenna".

L'ordinanza impone all'associazione "di procedere entro 90 giorni alla rimozione dei manufatti descritti quali capanni  balneari lungo il litorale del Comune di Ravenna", richiamandosi al Codice della Navigazione, che dispone: “Qualora siano abusivamente occupate zone del demanio marittimo o vi siano eseguite innovazioni non autorizzate, il capo del compartimento ingiunge al contravventore di rimettere le cose in pristino entro il termine a tal fine stabilito e, in caso di mancata esecuzione dell' ordine, provvede di ufficio a spese dell' interessato”. Per Ancisi la chiamata in causa dal Comune come polizia giudiziaria, potrebbe aver "avviato le procedure per dare sollecita esecuzione all’ordinanza, ravvisandovi, dall’esposizione dei fatti, una “'occupazione senza titolo di demanio marittimo' da parte dei capannisti in questione, per tutti i quali ha rivolto la richiesta di esibire una 'concessione demaniale in corso di validità ovvero ogni titolo autorizzativo'".

"Si ravvisa fin d’ora come sembri irregolare che l’ordinanza sia stata emessa dal Comune di Ravenna, anziché dalla Capitaneria di Porto, ragione quindi di impugnazione per vizio di legittimità. Ciò ha comunque comportato un’esposizione dei fatti, che non dimostra la mancanza di titolo autorizzativo ad esistere da parte dei capanni balneari - prosegue il consigliere della lista civica - Da tempo immemore, infatti, l’Associazione capannisti è titolare di una serie di concessioni demaniali, le ultime delle quali scadute, come scritto nell’ordinanza, il 31 gennaio 2001, per 85 capanni, e il 31 dicembre 2013 (il 31 dicembre 2020 in realtà, secondo l’Associazione) per altri 2 capanni: scadenze seguite però da richieste di rinnovo dell’Associazione che non hanno ricevuto risposta. L’Associazione scrisse infatti  al sindaco, il 13 aprile 2022, che la mancata risposta era equivalsa, ai sensi dell’art. 20 della legge 241 del 1990 sul procedimento amministrativo, ad un silenzio assenso, rafforzato fortemente dal fatto che l’Associazione aveva versato al Comune, fin dal 1° febbraio 2002, i canoni di concessione applicabili ai capanni in regola". 

Ancisi chiede dunque al sindaco "di compiere verifiche puntuali a chiarimento dei fatti avvenuti, anche in relazione ad azioni od omissioni dei competenti uffici comunali, dando puntuali risposte ai rilievi prodotti dall’Associazione dei capannisti e informando doverosamente il Consiglio comunale di come sia stato così clamorosamente contraddetto il proprio ordine del giorno del 19 settembre 2023 approvato all’unanimità" che chiedeva invece la valorizzazione dei capanni balneari. Oltre a chiedere spiegazioni, Ancisi si domanda se non sia opportuno "sospendere l’ordinanza".

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