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Compravendita di Ortazzo-Ortazzino, Zamboni (Europa Verde): "Soluzione positiva solo a metà"

"Il (tardivo) esercizio di prelazione da parte dell’ente Parco del Delta del Po verrà infatti esercitato solo sulle aree A e B di Ortazzo e Ortazzino, lasciando in mani private l’area C"

L’annuncio dello stanziamento delle risorse da parte di Regione Emilia-Romagna e Comune di Ravenna delle risorse necessarie all’acquisto delle aree di Ortazzo e Ortazzino è una notizia buona a metà: il (tardivo) esercizio di prelazione da parte dell’ente Parco del Delta del Po verrà infatti esercitato solo sulle aree A e B di Ortazzo e Ortazzino, lasciando in mani private l’area C. Rimane infatti un cono d’ombra sul destino dell’area classificata C e, più in generale, sulla compravendita tra privati dello scorso marzo". È il commento di Silvia Zamboni, capogruppo di Europa Verde in consiglio regionale.

"Il 18 ottobre, rispondendo ad una mia interrogazione, l’assessora Barbara Lori aveva reso nota la decisione dell’Ente di gestione del Parco di affidare a due legali la verifica della regolarità del procedimento di vendita alla società immobiliare vicina ad un imprenditore ceco - spiega Zamboni - Inoltre, l’assessora non aveva escluso la possibilità di riclassificare in fascia di tutela B l’area di Ortazzo e Ortazzino al momento in classe C al fine di aumentarne il grado di protezione. A tal riguardo, due giorni fa è arrivata la risposta di Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) sulle caratteristiche ambientali dell’area Ortazzo-Ortazzino. Alle diverse associazioni ambientaliste (tra cui Italia Nostra, WWF, Legambiente) che l’avevano interpellata, l'Ispra ha sottolineato che il cambiamento di classificazione da C a B è auspicabile “per garantire la conservazione della biodiversità nel lungo termine in quanto permetterebbe di perseguire più efficacemente gli obiettivi di conservazione degli habitat e delle specie di interesse nazionale e comunitario”. Inoltre, ha caldeggiato di ricomprendere tutta l’area Ortazzo Ortazzino (A, B, C) in una Riserva Naturale dello Stato e acquisirla al Demanio statale".

Per tutti questi motivi, l’esercizio del diritto di prelazione sulle aree A e B secondo la consigliere "è un primo importante passo, ma a metà. Mi chiedo infatti perché solo oggi emerga l’esclusione dell’area C da tale diritto, e perché la Regione oggi dichiari (con un comunicato stampa) che i circa 500 ettari di Ortazzo e Ortazzino sono stati oggetto di una vendita, nel marzo scorso, da privato a privato senza che fosse concesso diritto di prelazione all’Ente Parco. Per chiarire questi aspetti della vicenda a parere di Europa Verde ancora opachi, domani depositerò un’interrogazione in Assemblea legislativa, con l’obiettivo, in particolare, di sapere se il lavoro legale di verifica della regolarità dell’atto di vendita di Ortazzo e Ortazzino di marzo si sia concluso e con quali risultati, e se si procederà alla riclassificazione da zona C a zona B per la porzione di area interessata”.

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