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Consiglio territoriale del Mare, dibattito sulla nomina del vicepresidente: "Basta di nuovo un pallottoliere"

"Il problema non è assolutamente Fantini, ottima e qualificata persona, bensì di regole amministrative e di comportamenti politici da osservare. Sarà necessario aver ben chiari concetti e comportamenti".

Continua il dibattito sulla nomina del vicepresidente del consiglio territoriale del Mare. I consiglieri territoriali di Lista per Ravenna Pierluigi Bucchi  e Pasquale Minichini, del Movimento 5 Stelle Paolo Cornacchione e di Lista del Mare Luca Rosetti, in una nota congiunta, sottolineano che "la risposta della neo presidente del consiglio territoriale del Mare, Alice Maraldi, non chiude alla nostra richiesta di annullamento, per le evidenti irregolarità avvenute, della elezione del vice-presidente, nella persona di Giuseppe Fantini del Pdl".

"Passa da qui e da un comportamento politicamente corretto dei consiglieri del Pd in sede di nuova votazione, consentire che il litorale del nostro Comune abbia una rappresentanza territoriale fondata su un doveroso e fecondo equilibrio delle sue espressioni elettive - sostengono Bucchi, Minichini, Cornacchione e Rosetti -. Il problema non è assolutamente Fantini, ottima e qualificata persona, bensì di regole amministrative e di comportamenti politici da osservare. Sarà necessario aver ben chiari concetti e comportamenti".

LE “VERIFICHE” DEL DIRETTORE GENERALE - Illustrano i consiglieri territoriali: La Maraldi rimanda a “verifiche”, che il direttore generale del Comune, da noi parimenti richiesto di far applicare le norme, ha detto di voler commissionare al segretario generale, ora in ferie. Legittima la richiesta di parere, ma il Pd non creda che una interpretazione pro domo sua possa passare pacificamente. La norma è così chiara che non richiede interpretazioni. È sufficiente: leggere l’art. 33 del regolamento dei consigli territoriali, in cui è scritto che l’elezione dei presidenti e dei vice non può scendere sotto “il maggior numero dei voti dei consiglieri presenti”; leggere anche il verbale della votazione con cui la Maraldi ha designato eletto Fantini “presenti 18” consiglieri e “favorevoli 6”; prendere un pallottoliere e “verificare” che “il maggior numero dei voti dei consiglieri presenti” era 10 e non 6. Conseguenza: il Pd non avrebbe dovuto regalare al Pdl solo il voto di 2 suoi consiglieri per fare prevalere il suo candidato su quello di Lista per Ravenna- Movimento Cinque Stelle-Lista del Mare, ma la bellezza di 6, pagando però il prezzo di scoprirsi totalmente le terga vermiglie. Lo farà nella nuova indispensabile votazione? Libero il Pd di impiccarsi come crede, libera l’opposizione di presentare, senza sconti e per tutta la durata del mandato elettorale, il conto della corda".

IL CONTEGGIO DEI CONSIGLIERI DI OPPOSIZIONE - Proseguono Bucchi, Minichini, Cornacchione e Rossetti: "In effetti, la norma del regolamento impone tecnicamente che la maggioranza contribuisca all’elezione del vice-presidente, che spetta all’opposizione. È successo così negli altri consigli territoriali, in 8 dei quali su 9 l’opposizione ha presentato un solo candidato e nel nono c’era comunque un accordo. Il Mare costituisce caso a parte perché il Pdl non è d’accordo con LpRA-M5S-LdM. Qual è il criterio con cui il PD può dare una mano tecnica ad uscire dalla gabbia regolamentare? Esattamente quello enunciato dalla Maraldi. Nel suo comunicato di risposta al nostro, ha scritto che, nell’avvenuta votazione del vice-presidente che deve essere annullata, “per evitare lo stallo”, due consiglieri del PD “hanno deciso di votare a favore di chi, nella minoranza, conta il maggior numero di consiglieri, il Pdl appunto”. Il ragionamento è condivisibile e può essere applicato alla votazione da rifare, calcolando il numero giusto di consiglieri del Pd che servano a raggiungere “il maggior numero dei voti dei consiglieri presenti”. A condizione, però, che non si ripeta l’errore fatale. Tra i due candidati in corsa, dato e non concesso che il PDL, pur avendo votato la presidente, possa far parte della minoranza, Fantini ha il sostegno solo dei 4 consiglieri del suo partito, mentre Minichini è sostenuto dai 5 consiglieri di LpRA-M5S-LdM. Per contare “chi, nella minoranza, conta il maggior numero di consiglieri”, basta di nuovo un pallottoliere".

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