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Ddl Zan, Ravenna in Comune: "Ce n’è bisogno, senza laicità e senza diritti non si va da nessuna parte"

La lista civica ravennate non risparmia critiche al Pd riguardo l'iter di approvazione della legge sull'omotransfobia

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

Da tempo in Parlamento è in discussione un disegno di legge dal titolo: “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”, il cosiddetto disegno di legge Zan. Ce n’è bisogno come del pane, lo ribadiscono le cronache quotidiane. Ma il fronte che lo contrasta, non ristretto alle sole destre dichiarate, è ampio e forte. Tanto che da mesi staziona in Senato dopo essere passato alla Camera. Il tentativo è quello di farlo perdere per strada come tante altre volte è successo. Non è la miglior legge possibile, ma farla diventare norma cogente lo consideriamo un passo in avanti. Come scrivevamo solo qualche giorno fa: “Di passo in avanti in passo in avanti potremmo perfino diventare un Paese civile, prima o poi. Forza!”

Pare che per qualcuno questo tempo non debba mai arrivare. Il Vaticano ha sparato le sue bordate e il molto più fragile fronte di chi difende il disegno di legge sta andando in frantumi. Vengono allo scoperto in alcuni partiti i compromessi con la Chiesa e la necessità di chinare il capo di fronte all’autorità religiosa. “I dem pronti al dialogo col Vaticano” titolano i giornali dopo gli atti di sottomissione del PD (Letta: "disponibili al dialogo, pronti a guardare i nodi giuridici"). La stessa legge regionale contro l’omotransfobia, pur infine approvata, a suo tempo ha perso per strada anche il nome in una lotta all’interno del PD per trovare un compromesso tra le diverse anime di quel partito.

Noi di Ravenna in Comune non abbiamo mai avuto dubbi: senza laicità e senza diritti non si va da nessuna parte anche a livello di amministrazione comunale. Questi i nostri “semi di futuro” già di cinque anni fa: "Ravenna sarà una città capace di dare spazio alle speranze e ai diritti di tutte e tutti, capace di fare il massimo senza esitazioni riguardo a temi come: testamento biologico, matrimonio tra persone dello stesso sesso. Un luogo dove tutti gli abitanti indipendentemente dalla nazionalità, dal sesso, dalla religione e dall’orientamento politico siano considerati Cittadini Ravennati, con gli Stessi Diritti e le Stesse Responsabilità, con una amministrazione in grado di rispondere alle domande e ai bisogni dei suoi abitanti, tramite la capacità di coordinare le emergenze, di fornire servizi e risposte a tutte e a tutti. Una Ravenna che dovrà essere laica perché proprio con lo strumento della laicità si potranno armonizzare le tante diversità e realizzare una società rispettosa ed accogliente verso coloro che qui hanno deciso di vivere e lavorare. Un impegno comune che coinvolge la collettività perché tutti siamo costantemente ospiti e ospitanti". Ci sono temi su cui non sono possibili mediazioni. Lo abbiamo sempre detto. Anche su questo restiamo coerenti.
 
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