Esposto contro l'adunata per Ettore Muti: "Abuso del diritto di manifestare, è apologia di fascismo"
La Consulta antifascista: "C'erano e restano gli estremi per vietare questo raduno o obbligare il suo trasferimento altrove perchè violatore dell'ordine democratico"
Anche quest'anno le proteste sollevate da più parti - tra cui anche quella dello stesso sindaco de Pascale - non sono bastate a impedire la commemorazione del gerarca fascista Ettore Muti organizzata dall'Anai (Associazione nazionale arditi d'Italia). Durante la manifestazione, però, anche questa volta è montata la polemica con i protestanti giunti con cartelli e striscioni.
"Nonostante il dettato costituzionale, le leggi ad hoc”Scelba” “Mancino”,”Reale”, più sentenze articolate delle Corti costituzionale e di cassazione,il regolamento del Comune di Ravenna da noi ripetutamente riportati,a Ravenna(e in Italia),si lascia ancora uno spazio pubblico al padroneggiante vetero-neo-fascismo del quale non ha alcun diritto - commentano Carlo Boldrini e Andrea Maestri, rispettivamente presidente e vicepresidente della Consulta provinciale antifascista di Ravenna - La Corte costituzionale insegna a tutti ex art. 10 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo ed ex 12a disposizione finale della Costituzione che la libertà d'espressione è limitabile per finalità democratiche, cioè quando l'azione si risolve in abuso di un diritto a scapito di altri diritti. La faziosa propagandistica apologia di fascismo che è ex lege un reato di pericolo, realizzata domenica con la glorificazione (niente affatto silenziosa) del gerarca ed ex squadrista Muti, le cui spoglie sono notoriamente in altra città (reato ex art. 4 e 5 della legge Scelba ecc), dichiarata dagli organizzatori con un corteo pubblico, corona di fiori ecc. è lapalissiano abuso del diritto a manifestare, è politico, non è affatto una cerimonia religiosa come avevano dichiarato gli organizzatori. I gesti e gli etimi fascisti espressi (camerata Muti presente ecc.) sono un'aggravante".
"Classificare le manifestazioni fasciste come questa una commemorazione di defunto è una surrettizia interpretazione abrogativa della legge Scelba ecc. (Trib. di Milano,sentenza n.1383/18) - continuano dalla Consulta - La Corte di cassazione ha ribadito che “il carattere appartato del luogo dove si tiene il raduno non è ragione per assolvere poiché è pubblico”. L'esaltazione del gerarca e del momento storico hanno carattere pubblico e apologetico “reato ex art.4 della legge Scelba”. “L'evento è da ritenersi antecedente causale idoneo a provocare adesioni e consensi favorevoli a riorganizzare formazioni di stampo fascista”. Pur nel rispetto dei defunti e dei loro loculi, piaccia o non piaccia chi è morto per la patria fascista, quale gerarca che infiniti lutti portò all'Italia prima e dopo il 1943, non è paragonabile a coloro che riportarono la libertà, la democrazia e la dignità all'Italia, e neppure a coloro che subirono in silenzio il fascismo. Non si capisce né è accettabile l'ostinazione a concedere lo spazio cimiteriale a questi tracotanti propugnatori del fascismo visto che il regolamento comunale non lo concede, considerata anche l'avvenuta traslazione dei resti del Muti in altra città. A chi giova tutto ciò? Non certo alla legalità repubblicana e alla democrazia. C'erano e restano gli estremi per vietare questo raduno o obbligare il suo trasferimento altrove perchè violatore dell'ordine democratico. Nei prossimi giorni verrà presentato un esposto alla Procura di Ravenna contro chi ha promosso questa adunata fascista".