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Fratelli d'Italia: "Furti, bracconaggio e vandalismo nella Valle Mandriole"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

Quando si parla di sicurezza non ci si può limitare, soprattutto per un comune come quello di Ravenna, al solo centro storico, per quanto anche lì ci sarebbe molto da dire, ma è necessario fare un ragionamento d’insieme. Mi rendo conto che per l’Amministrazione, l’ambiente vallivo, non sia considerato prioritario, vista la totale incuria degli ultimi anni, ma per noi non è così. Riteniamo, infatti che difesa ambientale e sicurezza viaggino di pari passo. La difesa di un ambiente naturale, infatti, avviene anche garantendo la sicurezza di chi, nel rispetto della legge, frequenta quest’ambiente naturale, sia per svago sia per lavoro sia, poiché ha delle proprietà. Purtroppo a Ravenna questo non sempre succede.

Quanto sta avvenendo nella nostra valle Piallassa ne è un esempio. Mi sto riferendo ai furti ed agli atti di vandalismo che, da un po’ di tempo a questa parte, vengono fatti a danno di chi possiede capanni e barche. Molti capanni sono stati oggetto di atti predatori, porte e finestre divelte molto spesso per rubare oggetti di poco valore. Questo crea notevole disagio ed ingenti danni economici ai capannisti, peraltro già abbastanza vessati da un regolamento comunale spesso contraddittorio. Fino ad oggi niente è stato fatto quando sarebbe sufficiente installare telecamere nelle due vie di accesso obbligate e sorvegliare chi entra e chi esce. Il recente incendio doloso alla torretta di avvistamento posta nella Valle Mandriole rientra perfettamente in questa situazione di totale abbandono delle nostre zone umide.

Altro fatto di notevole gravità che spesso si sovrappone al primo, è rappresentato sia dalla pesca di frodo che dal bracconaggio, infatti da tempo si riscontrano vongolari di frodo che raccolgono prodotti in aree fortemente inquinate della valle per poi immetterli nella filiera alimentare. Esistono aree, infatti, in cui nel passato l’Anic sversava acque reflue contaminando alcune zone in cui la pesca di ogni specie è preclusa. L’immissione di prodotti inquinati nella filiera alimentare e, le vongole raccolte nelle zone interdette sono fortemente inquinate, possono provocare danni alla salute di chi dovesse cibarsene. È quindi fondamentale che questa pratica venga bloccata. Discorso analogo va fatto per il bracconaggio: ci sono, infatti, zone della valle in cui, al contrario, è consentito raccogliere vongole, tuttavia per questo è necessario essere dotati di regolare licenza cosa che i pescatori bracconieri non hanno. Questi, oltre ad usare strumenti, il cui utilizzo crea danni ambientali, danneggiano anche chi, dotato di licenza, da quella pratica trae il proprio sostentamento.

Per contrastare queste pratiche sarebbe necessaria una maggior vigilanza da attuarsi sia tramite la polizia municipale, ma anche tramite i guardiapesca volontari, come avviene in comuni limitrofi. Le nostre valli sono da tempo abbandonate a loro stesse sia dal punto di vista ambientale che della sicurezza, è necessario invertire questa rotta intensificando i controlli ed inserendo queste aree all’interno di un generale progetto di riqualificazione ambientale.

Alberto Ferrero portavoce provinciale Fratelli d’Italia

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