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"Il servizio di callista erogato dal Comune di Ravenna è una prestazione di carattere estetico?"

"Il servizio di callista erogato dal Comune di Ravenna è una prestazione di carattere estetico? Finanziato per oltre il 35% dai contribuenti ed erogata senza requisito ISEE? "

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

"Quando toccai il tema del servizio di callista erogato dal Comune di Ravenna durante l’esame del bilancio 2012, mai mi sarei sognato di ricevere tanti contatti. E per tale motivo ho ulteriormente approfondito il tema, verificando delle incongruità e delle distorsioni tali da far ritenere calpestati i buoni principi e la tutela delle professioni. Ho quindi presentato due interrogazioni al riguardo, una delle quali giace da mesi sul tavolo degli Assessorati competenti.

La prima distorsione è che tale servizio, affidato per un quinquennio ad una organizzazione cooperativa per oltre 475mila Euro e finanziato dai contribuenti ravennati per oltre il 35% dei costi, venga erogato a chiunque ne faccia richiesta senza tenere conto del reddito ISEE. Diversi sono i Comuni italiani che erogano il servizio di podologia, ma tutti tengono in considerazione il reddito dei richiedenti proprio per evitare che di tale prestazione (nel 2013 sono state 6.739), ampiamente finanziata dai contribuenti, ne facciano uso e abuso persone che potrebbero tranquillamente richiedere la prestazione ad altre strutture sia pubbliche che private. E qui nasce la seconda grave anomalia, in quanto non vengono prese in considerazione la professionalità e le competenze necessarie alla base di questo servizio.

Tutti i Comuni italiani definiscono questa prestazione “di podologia” coinvolgendo per l’appunto persone e ragazzi che hanno svolto un percorso di studi in materia. A Ravenna invece l’Amministrazione affida il servizio ad una organizzazione cooperativa attraverso un contratto nel quale tutte le responsabilità di carattere giuslavuristico e sanitario sono assunte dall’Amministrazione che accetta l’assenza di podologi nella struttura affidataria. E per sostenere questa convenzione nonostante le richieste dell’Associazione Italiana Podologi, il Comune definisce tali prestazioni “di carattere estetico” e non “sanitario”.  

In sintesi l’Amministrazione Comunale, diversamente dal resto d’Italia, co-finanzia a spese dei contribuenti una prestazione estetica anziché sanitaria affidandola a cooperativa priva di podologi aventi titolo, non considera minimamente i redditi ISEE per l’accesso agli interventi ed esclude ragazzi e professionisti che abbiano studiato la materia laureandosi in podologia?"

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