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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica

"Cattedrali e chiese storiche di Ravenna seppellite dalle ruspe"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

Vasta eco ha suscitato sulla stampa l'inaugurazione del parco archeologico dell'antico porto di Classe. Con la presenza del Ministro ai beni culturali ci si sarebbe però aspettato che qualcuno avesse accennato alla scoperta, e immediatamente ricoperta, cattedrale Ca' Bianca, il cui allineamento perfetto con San Severo e Sant'Apollinare in Classe non può essere casuale. In una rara foto dell'epoca, forse da pochi conosciuta, ne è visibile, prima che fosse riseppellita, tutto il basamento, compresi i due pastophoria gemelli simmetrici (https://it.wikipedia.org/wiki/Pastoforia). Una ricerca storica pubblicata da Massimiliano David, del Dipartimento universitario di Archeologia presso Casa Traversari, a Ravenna, riporta che, negli anni sessanta, l'interesse a individuare la reale estensione e i limiti meridionali della "civica Classis", spinse Giuseppe Cortesi e Arnaldo Roncuzzi a intraprendere ricognizioni nel territorio a sud della basilica di Sant'Apollinare. Le indagini geognostiche compiute portarono alla scoperta di questo monumento, ancora sconosciuto, ma assai significativo, di cui mancano sicure notizie di carattere storico-letterario e archivistico.

Oltre a descriverne le caratteristiche edilizie, architettoniche e cartografiche, Massimiliano David sostiene che la maggior parte degli studiosi preferisce non pronunciarsi nel merito della scoperta poiché è ancora deficitario il quadro informativo sui caratteri dell'insediamento di cui la cattedrale Ca' Bianca era al centro. Agli interrogativi, ancora numerosi, sulle forme del paesaggio tra Classe e Cervia in epoca tardo-antica, pare possibile, oltre che necessario, rispondere con i metodi dell'archeologia stratigrafica. Di certo, solo nuove ricerche archeologiche sulla Ca' Bianca possono risolvere le molte incertezze sorte da quelle disordinate e incompiute degli anni sessanta. Perché non si è proceduto nella prosecuzione dei lavori, per riportare alla luce preziosi tesori nascosti del patrimonio archeologico di Ravenna? Se alla politica i rinvenimenti della storia ultramillenaria di Ravenna non interessano, così non dovrebbe essere per chi è preposto a far conoscere, non solo ai ravennati, ma al mondo intero, il vissuto dell'epoca romana.

Sarebbe auspicabile che la Soprintendenza ci desse questa risposta. Guarda caso, si ripete oggi, però, il misfatto con la mancata ricerca di Sant'Agnese in piazza Kennedy, dove escavatori, ruspe e cementificazione proseguono a tutta velocità. Quando torneremo ad avere una Soprintendenza che ha il coraggio di difendere la nostra storia? Come mai non si fanno sondaggi archeologici sino a sei metri di profondità, a tutto campo, sull'intera area della piazza? Si ha forse paura di scoprire, già a quattro metri, ben altri e importanti reperti, come avvenuto con la Domus dei tappeti di pietra di via D'Azeglio? Si può parlare di insulti, che rasenta il crimine, alla cultura dell'umanità, per non dire del danno a un'economia locale che sul turismo storico-monumentale potrebbe contendere il primato a molte città con minori opportunità di attrazione.

Pasquale Minichini - Lista per Ravenna

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