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Petrolchimico, il Pri: "Irresponsabile pensare di chiudere tutte le estrazioni"

La direzione e la consulta dell’Unione Comunale del Partito Repubblicano di Ravenna ritiene che Ravenna e l'Emilia Romagna debbano avere il dovere di difendere un comparto imprenditoriale e di ricerca tecnologica fondamentale per la bilancia energetica del Paese", afferma Fusignani

La direzione del Partito Repubblicano di Ravenna, riunitasi giovedì, esprime "preoccupazione per un momento che vede importanti comparti economici e produttivi segnare il passo, con importanti settori come oil & gas e offshore al centro di un dibattito nazionale che rischia di creare pericolose derive occupazionali". Afferma il segretario Eugenio Fusignani: "Infatti, la decisione della Corte Costituzionale di ammettere uno dei sei quesiti referendari, promossi da nove Regioni tra cui non compare l’Emilia Romagna, contro le trivellazioni e le ricerche di idrocarburi in mare mette in forte difficolta un comparto molto importante per il territorio ravennate; le attività di offshore rappresentano un settore con migliaia di posti di lavoro tra addetti e indotto".

"La direzione e la consulta dell’Unione Comunale del Partito Repubblicano di Ravenna ritiene che Ravenna e l'Emilia Romagna debbano avere il dovere di difendere un comparto imprenditoriale e di ricerca tecnologica fondamentale per la bilancia energetica del Paese e per la capacità dell'Italia di essere sempre più autosufficiente e non condizionata dai paesi esteri produttori - continua Fusignani -. Quello che rappresenta l'offshore per l'economia ravennate non ha pari in nessuna altra città, anche dal punto di vista degli sforzi che le nostre imprese hanno compiuto per rendere sicuro l'ambiente e le attività economiche della costa. I repubblicani di Ravenna fanno appello affinché tutta la comunità ravennate sia coesa per fare tutto il possibile affinché, ai più alti livelli decisionali del Governo e della Regione, la tutela e le garanzie verso questo settore siano effettive e concrete".

"A giudizio dei repubblicani ravennati sarebbe sbagliato, dannoso e irresponsabile pensare di chiudere tutte le estrazioni a mare dall’oggi al domani, come è sbagliato pensare che le energie rinnovabili siano in questo momento in grado di risolvere completamente il problema energetico del nostro Paese - prosegue -. Stiamo pagando l’attuale carenza di un vero piano energetico nazionale che programmi, determinando modalità e tempistiche, una riduzione delle energie fossili con in parallelo la crescita delle energie rinnovabili andando a diminuire la dipendenza energetica dell’Italia da altri paesi. La volontà politica non può essere solo quella di sposare le rinnovabili, ma di incentivarle, sfruttarle, imporle in un’ottica equilibrata di medio/lungo periodo con l’obiettivo non solo ambientale, ma di tutela delle imprese e dei lavoratori di un importante settore come quello energetico. Per i repubblicani di Ravenna la vera sfida è una rivoluzione culturale che deve riguardare tutta la società verso il risparmio ed efficienza energetica.”

"Ovviamente questo sarà l’impegno preciso dei repubblicani ravennati a difesa di questo settore strategico  per l’economia del territorio ravennate e in generale del bacino emiliano romagnolo - conclude -. Un impegno che porteremo avanti soprattutto per non disperdere un know how tecnologico che fa di Ravenna una delle capitali europee dell’offshore e che non può essere sacrificato sull’altare di impostazioni rigidamente ideologiche che finirebbero inevitabilmente col penalizzare imprese e occupazione senza nessuna tutela per l’ambiente".
 

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