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Zamboni e Galletti (Europa Verde): "Anche l'Unione europea boccia l'impianto di stoccaggio di CO2"

I portavoce di Europa Verde: "L’impianto di Eni non solo non rientra tra i 7 progetti aggiudicatari dei finanziamenti, ma neppure tra i 15 che riceveranno l’assistenza della Banca Europea per gli Investimenti"

"Avevamo visto giusto noi di Europa Verde nell’attaccare l’impianto CCS (Centro di cattura e stoccaggio, ndr) per la cattura e lo stoccaggio della CO2 che Eni vorrebbe realizzare al largo di Ravenna: anche la Commissione europea in queste ore ha bocciato il progetto negando i finanziamenti che Eni aveva richiesto tramite il Fondo Europeo per l’Innovazione. A quanto è dato sapere nel silenzio presso che totale dei media nazionali, l’impianto CCS Eni non solo non rientra tra i sette progetti aggiudicatari dei finanziamenti, ma neppure tra i quindici che riceveranno l’assistenza della Banca Europea per gli Investimenti. Una sonora bocciatura che l’Eni si è ben guardata dal rendere noto tramite i suoi canali, dopo aver suonato, al contrario, la grancassa nei mesi estivi circa la richiesta di un sostegno finanziario allo European Innovation Fund". Questa è quanto affermano Silvia Zamboni e Paolo Galletti, del gruppo consiliare di Europa Verde in Regione che, a luglio, avevano presentato un ordine del giorno - poi approvato dall’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna - per impedire che la Regione finanziasse con risorse pubbliche gli impianti CCS.

"Nell’attesa di conoscere le motivazioni della bocciatura - proseguono i portavoce di Europa Verde - non sia il governo italiano ora a finanziare quest’opera. Semmai si preoccupi di sostituire i vertici del colosso energetico nazionale che continuano a non voler fare i conti con la necessità di avviare una vera transizione energetica verso la decarbonizzazione, senza pararsi dietro a illusori processi industriali energeticamente insensati come quello progettato a Ravenna per la produzione di idrogeno blu dal metano con cattura della CO2 che ne deriva come scarto. Contro la Legge sul Clima europea che fissa al 2030 il target di riduzione della CO2 del 55%, per quella data Eni prevede di abbassare le proprie emissioni climalteranti del 25%. Non è quindi più ammissibile che questo colosso energetico in buona parte in mano pubblica non rispetti i target di legge della UE".

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